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Il Napoli “reo” di aver rispettato la legge

Cosa si cela dietro la decisione della Corte d’Appello di respingere il ricorso per la sconfitta a tavolino e il punto di penalizzazione

C’è un brocardo latino che recita: “Narra mihi factum tibi dabo ius”.
Cioè, raccontami l’accaduto e di conseguenza ti darò la legge, giustizia, il diritto. Ma evidentemente, il presidente della Corte d’Appello Federale, Piero Sandulli, dimenticandosi di uno dei principi del diritto, s’è inventato per giustificare la nuova sentenza, confermativa di quella di primo grado del giudice Mastrandrea, un altro adagio, sconosciuto dai giuristi ma non dai “giallisti”: tre indizi fanno una prova. Eh sì, perché nell’Appello, il Napoli si ritrova con lo 0-3 a tavolino e il punto di penalizzazione confermati sulla base di indizi, in base ai quali Sandulli, novello Nostradamus, noi pensiamo più al mago Otelma, ha addirittura chiarito l’oscura trama ordita da DeLaurentiis e il Napoli volta a precostituirsi l’alibi per non disputare la gara di Torino contro la Juventus. Quali gli indizi, assurti a livello di prova secondo l’esimio magistrato? a) l’aver intessuto contatti con Regione e Asl senza tener conto degli accordi già contenuti nel protocollo; b) aver disdetto il volo charter; c) aver disdetto anche i tamponi obbligatoriamente previsti immediatamente prima della gara.

Dal che ne ha desunto una premeditata volontà del Napoli di non disputare la gara e addirittura, scomodandosi, a far quasi intendere la combutta della società con Regione e Autorità sanitaria locale in dispregio “del merito sportivo, la lealtà, la probità e il sano agonismo” che costituiscono il fine ultimo dell’ordinamento sportivo.
Ci fosse stato Totò, alla lettura della sentenza, avrebbe chiosato a modo suo: “Ma mi faccia il piacere…!”.
Ma qui, c’è poco da scherzare, perché l’ordinamento sportivo calcistico ormai, come tutto il mondo del calcio, sembra voler rivendicare una intangibilità, un potere assoluto di poter fare e non fare da infischiarsene anche delle norme che invece riguardano la tutela della collettività, in un momento così drammatico per tutto il paese. Con un atteggiamento, un modus agendi simile alle organizzazioni di malaffare, rivendicando, dietro al diverso ordinamento statutario, un potere, uno ius che, a dire anche di Sandulli, può andare anche oltre il potere normativo statuale costituzionalmente garantito.
Un vero obbrobrio, al quale il Napoli, come preannunciato, farà bene a ricorrere oltre che al giudizio dell’Arbitrato del Coni, la Cassazione sportiva, che deciderà sulla legittimità della sentenza, anche al Tar, in caso di ulteriore smacco e conferma delle prime due sentenze contrarie.
È chiaro che una sentenza che a prima vista può sembrare tecnicamente ineccepibile ha molti buchi neri, peraltro evidenziatisi proprio negli ultimi giorni con le Asl di Firenze e laziali che hanno impedito ai giocatori di Fiorentina e Lazio di raggiungere Coverciano. E come non si potrà tenere conto di questo aspetto? E come non tener conto che il Napoli ha chiesto prima chiarimenti alla Regione e alle Asl perché preoccupato del fatto che il contagio, non solo tra i suoi tesserati, poteva coinvolgere anche gli iuventini, visto che i casi di positività nella squadra erano scoppiati dopo la gara col Genoa, che era venuto al San Paolo avendo solo due contagiati, ma il giovedì successivo ne aveva oltre dieci?
Quale vantaggio ne traeva e ne ha tratto la squadra di De Laurentiis dal non essersi recata a Torino? NES-SU-NO! E questo sia chiaro. E allora, indizi per indizi, è più che desumibile che anche il silenzio della Juve nel non prendere parte al ricorso come parte interessata, ricordiamo che la materia del contendere è tra Lega-Figc e Napoli, nasce dalle evidenti rassicurazioni avute per cui il “sistema” si sarebbe e sarebbe stato difeso fino alla fine e che i tre punti, con buona pace di lealtà, probità e merito sportivo, sarebbero rimasti alla zoppicante Juve di questi tempi da… Pirlo!
Ma così va la vita, da sempre. I furfanti di alto lignaggio, travestiti da persone perbene, perseguono in ogni modo i loro scopi, corretti o meno che siano, mentre chi segue in modo lineare certi percorsi come disposto dalla legge anche se con modo arrogante e spocchioso, viene additato come furfante e sovvertitore dell’ordine costituito. E tutto si può dire dell’“antipatico e arrogante” De Laurentiis ma non di certo che abbia mai messo il diritto sotto i piedi come fatto da chi, nonostante sentenze, esibisce ancora i 38 scudetti vinti…
Vada avanti presidente, fino all’ultimo grado di giudizio dell’ultimo organo di giustizia cui può ricorrere. Le miserie italiche si sono arricchite di un’ altra memorabile pagina per cui il diritto è diventato sempre più una “opinione” e sempre meno “certezza”. Lei e il Napoli non travestitevi da agnelli. Prima o poi le… pecore nere del calcio pagheranno tutte le loro malefatte !

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