Home Cronaca di Napoli e provincia Adesso non si scherza più

Adesso non si scherza più

Napoli sta rispondendo agli appelli delle autorità in modo più che dignitoso. Al Nord invece continuano ad essere incivili

di Gennaro Avano

La settimana scorsa con tono che riusciva ancora ad essere goliardico dicevamo di un trauma che il “buon nord” non voleva crearci cambiando la nostra immagine di “fratelli scapestrati”, quella che ci hanno affibbiato “qualche tempo fa” e che, ahinoi, abbiamo pure accettato per quieto vivere.

Di fronte però all’ennesimo attacco e, per giunta, alle persone di cui dobbiamo andare fieri diciamo risolutamente basta!

Cominciamo allora affermando che Napoli sta rispondendo agli appelli delle autorità in modo più che dignitoso. La cittadinanza è rispettosa tanto quanto quella delle città cosiddette “civili”, quelle che – dicono – essere collocate altrove e, nel merito, di alcune cose siamo assolutamente certi:

Sicuramente a Napoli non c’è stato nessun locale che ha consentito raduni clandestini con karaoke, come invece è avvenuto a Brescia, almeno stando alle fonti del Corriere della Sera del 16 marzo.

Sicuramente Napoli non ha visto nessun leder politico andarsene a passeggio come invece, a quanto riportano i media, hanno fatto certi leader del…nord.

Sconfessando pure certi mezzi di dis-informazione, manco a dirlo, sempre del nord, aggiungiamo che sicuramente i nostri medici sono stati tutti al lavoro in questi giorni, ben oltre l’orario di servizio, e chi non c’era era seriamente ammalato.

Questa apologia degli eroici medici napoletani ci offre poi l’occasione, per tornare un attimo sulla faccenda di un attacco, per molti inspiegabile, del -sempre pacato- dottor Galli, al nostro Ascierto.

Nell’interpretare questa “caduta isterica” dobbiamo in premessa ricordare che la “macchina della Sanità” in Lombardia fa incetta di fondi nazionali destinati a questo capitolo. Non sta a noi quantificare ma l’informazione è sufficiente per comprendere che si tratta, per quella regione, di un’industria molto redditizia.

Allora la domanda viene spontanea, non è che sporcare il loro primato significa profilare una concorrenza che non possono tollerare?

Non è che passata l’emergenza corrono il rischio di veder ridiscutere la distribuzione dei fondi per la sanità?

Non è che a qualche meridionale viene voglia di andarsi a curare a Napoli invece che a Milano o a Bergamo?

Tutto ciò il Nord, a partire dalla capofila Lombardia, certamente non lo gradisce. Giammai vorrebbe veder lesi gli interessi di sì fiorente azienda. È un’ombra questa, profilata anche dalla Gabanelli durante l’intervista rilasciata a La7 in “Dimartedi” il 17 marzo.

Allora, assieme al virus adesso aspettiamoci anche la macchina del fango.

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