L’arrivo del solo Tuanzebe non ha risolto i problemi strutturali dell’organico degli azzurri
Nel momento di maggior fulgore, dopo le otto vittorie consecutive ad inizio di campionato, osservatori e tifosi, sull’onda dell’entusiasmo, avevano già indicato il Napoli quale serio candidato al successo finale. Era un’esagerazione. Perché quell’organico, a dispetto delle dichiarazioni di Spalletti, era tutt’altro che competitivo, almeno a livello di lotta per lo scudetto. Mancavano all’appello un quinto centrale di difesa e il famoso terzino sinistro, che Giuntoli tenta, invano, di acquistare da quattro-cinque anni. Le bizze di Manolas, la Coppa d’Africa (prevista) e il Covid (non previsto) hanno ulteriormente complicato la situazione e il Napoli ha pagato duramente queste carenze strutturali.
Accantonato, almeno per il momento, il sogno scudetto ora la squadra di Spalletti e soprattutto De Laurentiis puntano al quarto posto. Lo steso obiettivo della stagione scorsa non centrato per un soffio, all’ultimo minuto, con il pareggio contro il Verona (resta un mistero colpevolmente non chiarito). Ma anche per il quarto posto la lotta non sarà semplice, perché Atalanta e Juventus, ora minimamente attardate, sono avversari temibili e non molleranno fino alla fine. Sarebbe stato quindi opportuno colmare le lacune. Ma era un auspicio, e tale, probabilmente, resterà. Perché è vero che è stato prelevato in prestito il difensore Tuanzebe (nella foto), ma il suo arrivo è servito solo numericamente a coprire la partenza di Manolas, prescindendo dal giudizio di merito sul calciatore. Il debutto non è stato entusiasmante e d’altronde il rischio che non lo fosse era altissimo, considerando che proveniva da un campionato diverso, dove peraltro negli ultimi tempi aveva giocato pochissimo, e che non aveva avuto il tempo nemmeno di affiatarsi con i compagni di reparto. Tuanzebe va rivisto all’opera e si spera che possa offrire lo stesso contributo che, inaspettatamente, ha fornito Anguissa, anche lui ingaggiato in prestito. Diamo quindi per buono il suo acquisto, ma resta il buco numerico. Koulibaly prevedibilmente sarà impegnato fino a metà febbraio con il suo fortissimo Senegal. Restano Rrahamani e Juan Jesus. Infortuni, squalifiche e facendo gli opportuni scongiuri Covid sono sempre in agguato. Alla ripresa dopo la sosta se il Napoli vorrà puntare deciso all’obiettivo non potrà più concedersi infortuni tipo Venezia e Spezia. Dovrà puntare diritto al maggior numero di vittorie, per tenere a bada Juve e Atalanta e per tener d’occhio in avanti quel Milan che comincia ad a dare segni di stanchezza. Non perché il secondo posto possa costituire un obiettivo, ma perché attuando la squadra di Pioli nella lotta Champions per possibilità statistiche di farcela crescono evidentemente.
Il segnale di allarme è stato lanciato. Ma De Laurentiis si guarderà bene dal percepirlo. Quanto al terzino il recupero di Ghoulam, in appoggio al diligente Mario Rui potrebbe anche risultare sufficiente per le ambizioni da quarto posto. In queste ore Giuntoli sta facendo la corte all’argentino Tagliafico, che vorrebbe però solo in prestito. Ha quasi trenta anni non sarebbe certo una scelta per il futuro. Probabilmente gli sforzi si concentreranno quest’estate su Parisi dell’Empoli, un’autentica forza della natura, un giovane sul quale sarebbe logico puntare. Ma per farlo forse De Laurentiis dovrebbe affrettarsi. Corre il rischio di arrivare tardi. E sarebbe l’ennesima beffa subita a causa dei suoi tentennamenti.
Loris Buffardi