Se è vero che alcune sconfitte possono essere molto utili, è altrettanto vero che alcune vittorie possono fare veramente molto male. Succede molto di rado ma succede. Una vittoria come quella di stasera, fuori tempo massimo ma che ha soprattutto mostrato di cosa avrebbe potuto essere capace questa squadra se tutti i suoi componenti, con non più di un paio di eccezioni, non avessero fatto puttanate cosmiche a turno minando alla base qualunque velleità di decenza.
SCUORNO: Il Napoli del secondo tempo avrebbe avuto una sola rivale quest’anno. Forse non l’avrebbe spuntata, perché l’Inter è più strutturata e meglio organizzata e soprattutto ha un capitale speso di un miliardo di euro che non avrebbe dovuto/potuto spendere perché sono soldi non suoi e che le sono serviti per comprare giocatori che non si poteva permettere, pagando loro stipendi che non avrebbe avuto soldi per pagare. Però qui si parla di calcio giocato e facendo un copioso uso di condizionali, benché l’Inter di quest’anno sia sicuramente più forte di tutte compreso il Napoli, quello che si è visto nell’incontro di oggi, autorizza a pensare che tante delle figure di merda inanellate a farne fetida collanina, si sarebbero potute risparmiare e il gap, ovemai ci fosse stato, sarebbe stato, nella scala degli stati d’animo dei tifosi, sulla tacca del rammarico invece che su quella dello scuorno.
SMARTWORKING: motivi poco simpatici e di scarso interesse pubblico hanno impedito la redazione delle tre parole nella disfatta con l’Atalanta della scorsa settimana e poco senso avrebbe oggi tornare su una sconfitta mortificante dopo una vittoria, diciamolo, anacronisticamente esaltante. Ma una riflessione a scoppio ritardato su quella partita, a maggior ragione alla luce di come è andata quella di oggi, viene spontanea: il Napoli ha preparato quella partita senza il suo allenatore. Hai voglia a fare il tecnico in smart working come ha sostenuto il buon Calzona per tentare di non dare alibi nel prepartita di quell’incontro. I ragazzotti della rosa del Napoli, quest’anno stanno rendendo al 30% perché ad inizio stagione si sono sentiti giunti a destinazione nell’Olimpo degli Immortali ed hanno drasticamente e drammaticamente abbassato la soglia degli stimoli a far bene. Di Lorenzo è il capitano di questa squadra e l’emblema di questa, fino ad allora sconosciuta, attitudine. Quello che ha fatto Calzona al suo arrivo e che era una propensione totalmente sconosciuta ai suoi due predecessori di cui manco ricordo il nome, è stato acchiappare per le palle i giovani calciatori per ricordargli di averne ancora due. Il risultato è stato un Napoli ancora piuttosto brutto, ma imbattuto in campionato fino all’Atalanta a dimostrazione che la tecnica dello stritolamento va “rinfrescata” quotidianamente quando si è in presenza di ragazzini viziati in taluni casi e smarriti in altri. Quindici giorni di allenamento senza il proprio tecnico e abbiamo visto di nuovo i calciatori vagare in campo senza meta e con l’occhio cadente.
DUEMILAVENTICINQUE: diciamo che in questo campionato abbastanza monotono nella sua mediocrità, abbiamo speso quasi tutte le parole adeguate ad una situazione così poco degna dello scudo tricolore cucito sul petto. Per poter dunque descrivere questo stato di calamità, quasi tutti i giudizi che si sono susseguiti sono stati negativi. Talvolta abbiamo fatto ricorso all’ottimismo che, per dirla ovvia, solo apparentemente è un concetto positivo. Nella sostanza essere ottimisti significa riconoscere che il punto di partenza è meno buono di quello che dovrebbe essere o che si vorrebbe che sia. Visto che a fare peggio di quest’anno si rischia di tornare a giocarsela con il Martinafranca, proviamo a dare per scontato che il prossimo anno sarà migliore. Cogliendo quindi al balzo la palla dell’aver visto il miglior Napoli della stagione, quanto meno per mezz’ora, proviamo a capire se c’è qualcosa o qualcuno che si può utilizzare come “riporto” nel ciclo del Napoli che inizierà nella stagione 2024/25. Andando per ordine di posizione in campo iniziamo dai portieri. Meret e Gollini sono due primi portieri: il primo è fortissimo con alcuni limiti meno gravi di quanto sembra ad ascoltare chi lo accusa ma che a furia di essere messo sotto esame da chiunque, sembra perennemente insicuro. Inoltre non ha alcuna inclinazione al comando. Il secondo è altrettanto forte, con maggiore attitudine a coordinare la difesa ed ha sempre fatto la sua porca figura. Ma non è un fuoriclasse e non ne conosciamo la costanza. Inoltre sembrerebbe uno irascibile e non sappiamo come reagirebbe alla prima papera e ad i conseguenti insulti feroci cui lo sottoporrebbero i tifosi. Quindi via entrambi, tanti soldini da investire in un portiere di alto rango, richiamando alla base l’eccellente Caprile e tenendo ancora Contini. Nelle retrovie, resta fermo il Capitano che per quanto abbia giocato veramente di merda quest’anno, è un punto di riferimento morale importante e capace e soprattutto può tornare tranquillamente ai livelli dello scorso anno con qualche nuovo stimolo. Mario Rui come rincalzo/motivatore e come premio alla carriera. Un “forse” grosso così su Rrahmani e Olivera, mai veramente costanti. Gli altri con saluti più o meno affettuosi, possono andare. A centrocampo Lobotka sarebbe intoccabile ma temo verrà toccato. Perso Zielinski, tra Anguissa, Traore, Lindstrom, Cajuste salverei solo il camerunese per affetto e abnegazione. Molti lo detestano ed io non ne capisco mai il perché. Combina come pochi qualità e quantità nella stragrande maggioranza dei casi, poi quando becca la partita storta sembra un pachiderma ubriaco. Ma nell’economia generale la sperequazione tra buono e cattivo è a favore del buono e poco importa se quando è il turno del cattivo, il cattivo è quasi sempre pessimo. Quanto all’attacco è tutto molto semplice: Kvara merita di diventare un nuovo Hamsik. Sta mostrando sincero attaccamento alla maglia e speriamo di non essere smentiti. Politano merita di restare non foss’altro che per il fatto di essere stato l’unico a migliorare dall’anno dello scudetto all’anno della catastrofe. Mi giocherei un soldo su Ngonge che secondo me ha colpi di altissimo livello e quest’anno si è trovato ad essere inserito nel momento sbagliato. Raspadori solo se il nuovo allenatore avrà i piani di battaglia per valorizzarlo, altrimenti è ancora buono per fare cassa e per dargli piazze che lo utilizzino come merita. A Simeone un saluto affettuosissimo per essere stato il miglior rincalzo possibile quando tutto girava alla grande. A Osimhen un saluto e basta.