Gennaio, puntualmente, si apre con la sfida di fare e soprattutto di rispettare una lista di buoni propositi per il nuovo anno (ad esempio smettere di fumare, iscriversi in palestra, diventare più tolleranti a lavoro, ritagliarsi più tempo per sé…).
Perché accade che, nonostante la carica, l’energia, l’impegno, non riusciamo nei nostri buoni propositi?
Sono “buoni”, migliorerebbero molto la nostra qualità di vita, questo è sicuro! E allora perché non ci riusciamo?
Molto spesso, nel formulare i nostri progetti per il futuro, non ci soffermiamo a riflettere su alcuni presupposti e convinzioni su cui fondiamo le nostre azioni. Può accadere che, spinti dall’entusiasmo, acceleriamo troppo con la conseguenza di finire fuori strada, oppure procediamo troppo lenti in preda alla paura di sbagliare. Infatti, ci sono le cosiddette psico-trappole che se non riconosciute ed elaborate, rischiano di farci fallire!
Come se non bastasse, la formula “buoni propositi” contiene già in sé l’idea di qualcosa difficilmente realizzabile, di un ideale fantastico a cui aspirare che lascia poco spazio alla realtà. Infatti i buoni propositi a volte hanno l’effetto placebo di tranquillizzare la nostra coscienza, altre volte invece alimentano uno stato ansioso. La parte emotiva si sente propensa e autorizzata a fantasticare e sperare e la parte razionale ci rimette in contatto con quella realtà che, invece, non cambia così facilmente e richiede impegno, costanza ed energia.
Quest’anno prova a lasciare aperta la lista dei buoni propositi, riconosci i tuoi desideri e concediti il permesso di realizzarli. Oltre quella lista c’è l’energia del Cambiamento con la C maiuscola, un movimento in avanti verso di Sé per stare meglio e superare tutte le resistenze dettate dalla paura che il nuovo possa essere peggio del vecchio ed evitare di restare nell’immobilismo trovando scuse e giustificazioni per non muoversi.
È importante iniziare a cambiare i piccoli gesti quotidiani, le piccole abitudini, perché le grandi cose sono create dalla somma delle piccole cose quotidiane; essere in movimento e non rimanere rigidi su alcune posizioni, vedere le cose da diversi punti di vista, cercando di andare oltre il proprio modo di pensare per scoprire nuove prospettive.
Prova a mettere da parte quel loop senza fine di “buoni propositi” e poniti altri tipi di obiettivi, opportunità di crescita e quindi di ben-essere:
- impara ad ascoltare ciò che desideri, poniti le giuste domande: è necessario chiedersi cosa si vuole davvero cambiare e soprattutto perché si vuole farlo. Le motivazioni alla base sono importanti, determinano la riuscita.
- Inizia a non porti limiti, soprattutto temporali.Si può cambiare sempre, non c’è bisogno di aspettare l’anno nuovo. Ogni occasione è quella giusta per porsi delle piccole sfide e crescere attraverso queste. La scelta dipende unicamente da te.
- Ricorda di procedere per gradi.Uno dei limiti dei buoni propositi di inizio anno è che ci prospettano già di fronte il finale che appare come una montagna insormontabile. Prova a frammentare l’obiettivo in tappe realistiche e, soprattutto, gratificanti.
- Crea lo spazio per il cambiamento. Accetta che richieda energia, costanza, flessibilità, capacità di rischiare e a volte anche di affrontare la frustrazione. Lascia andare esigenze di perfezione e onnipotenza e alimenta la tua creatività, freschezza mentale e soprattutto la fiducia in te stesso.
Ora che hai ridimensionato la lista di buoni propositi per questo nuovo anno, non ti resta che metterti in gioco. Il cambiamento si misura ogni giorno. Non aspettare che tutto sia perfetto per iniziare, inizia!
Così forse ti stupirai, il prossimo gennaio, di aver fatto molto più di quanto avevi immaginato in quella lista.

Laureata in psicologia, indirizzo clinico, con lode e specializzata in Psicoterapia.
Svolge la sua attività di Psicologa e Psicoterapeuta a Napoli offrendo sia psicoterapia individuale che psicoterapia di coppia.
Inoltre attraverso vari master ha conseguito il titolo di Psicodiagnosta e di esperta in psicologia giuridica.
Questa rubrica nasce dal desiderio di condividere temi che, al di là delle “definizioni”, spero possano offrire spunti di riflessione.