L’IMPORTANZA DELL’AZIONE DEL LOGOPEDISTA NELLA GESTIONE DEL PAZIENTE CON DISFAGIA
Nell’immaginario comune, si pensa che il logopedista si occupi prevalentemente di disturbi del linguaggio ma non è così. Un ruolo essenziale lo assume in quelli che sono i disturbi della deglutizione.
Con il termine “disfagia” si intende qualsiasi disturbo della progressione del cibo dal cavo orale allo stomaco. Si tratta, di un sintomo o di un segno clinico, che può comparire sia in età evolutiva che in età adulta o geriatrica.
Forse non tutti sanno, che deglutire è un atto particolarmente complesso, in parte volontario e in parte riflesso, quindi richiede tanta coordinazione e precisione di tutti i muscoli coinvolti.
La difficoltà nella deglutizione può manifestarsi come un fastidio, rallentamento o incapacità di compiere l’atto deglutitorio in modo funzionale ed efficace.
Tale inefficienza della deglutizione può causare il passaggio delle sostanze alimentari nelle vie aeree invece che in quelle digestive provocando: tosse, soffocamento e in alcuni casi disturbi polmonari. La disfagia, può essere anche causa di malnutrizione e disidratazione dovuta all’insufficiente apporto nutrizionale.
In quanto sintomo la disfagia ha una prevalenza nella popolazione generale del circa 4%, ma questo valore tende ad aumentare fino al 15% nei pazienti oltre gli 85 anni di età.
In età infantile, tale disturbo, è spesso associato a disordini neuromuscolari, disordini cognitivi, anomalie anatomiche. In età adulta si presenta perlopiù in seguito a malattie neurodegenerative, a malattie oncologiche del distretto cervico-cefalico oppure inseguito a ictus.
La disfagia prevede una presa in carico multidisciplinare, che coinvolge diversi professionisti (medico curante, foniatra, otorino, logopedista ed altri esperti del settore).
E’ fondamentale la cooperazione tra questi e il monitoraggio costante, perché qualora il paziente non riuscisse ad alimentarsi per bocca si dovrà ricorrere ad una modalità di alimentazione alternativa.
Il logopedista nella rieducazione della disfagia ha un ruolo cruciale, dopo un’attenta raccolta anamnestica, effettuerà una valutazione ponendo attenzione alla sensibilità e motricità delle strutture coinvolte nella deglutizione ed osservando l’assunzione di un pasto.
Fatto ciò, andrà ad eleborare un piano di terapia che comprenderà il potenziamento delle strutture orali, la modifica delle consistenze alimentari e l’insegnamento di posture e strategie compensative, in modo da rendere il momento del pasto il più sicuro possibile.