La settimana santa della musica italiana è terminata con buona pace dei vertici Rai e di Carlo Conti che sventolano da 5 giorni i dati auditel migliori dei già record del quinquennio di Amadeus. Era così improbabile far meglio di Ama? Su carta sì ma alla fine Sanremo è Sanremo e lo guardano tutti. Aggiungi un cast studiato alla perfezione per incontrare i gusti di un pubblico sempre più giovane e social-dipendente ( è stata l’edizione più social di sempre) ed il gioco è fatto. Insomma gli ingredienti ormai sono noti, bisogna solo indovinare le dosi.
Ma prima di dedicarci ai vincitori, cosa è piaciuto e cosa no di questo festival? La conduzione è stata una nota dolente, la professionalità è anche saper uscire dagli schemi e Conti si è lasciato andare poco, con l’ossessione del tempo e ha dato poco e male spazio ai co- conduttori. Intendiamoci, i nomi erano più interessanti su carta che sul palco dell’Ariston. Tutto troppo stretto, studiato (e chi ci crede che era tutto improvvisato così come hanno sostenuto in conferenza stampa), i co conduttori imprigionati in schemi che solo un po’ Katia Follesa e Nino Frassica hanno tentato di infrangere ma le gag proposte sono state un po’ banali. Per far sciogliere il Conti perfettino abbiamo dovuto attendere il venerdì e l’esplosiva Geppi Cucciari. È stata così sul pezzo che c’è da chiedersi perché Carlo non abbia scelto solo lei per l’intera settimana. Sicuramente avrebbe fatto la differenza. E sicuramente, nella serata cover, Geppi non avrebbe ignorato letteralmente Corsi per porgere i fiori a Topo Gigio. Apro anche una parentesi sui co conduttori di ieri: una Alessia Marcuzzi, su carta tra le più preparate, ma di fatto di un imbarazzo da lasciar senza parole ed un Alessandro Cattelan ingabbiato al punto da sembrare fuori contesto. Che peccato Alessandro, era l’occasione per dimostrare che quel posto è tuo di diritto.
Di ospiti se ne sono susseguiti diversi, i più attesi sicuramente i Duran Duran per l’operazione nostalgia ma era meglio il ricordo della band che si è presentata sul palco. Tanto rumore per nulla. Altri super ospiti attesi Jova e Damiano David, il primo con l’allegria che da sempre lo caratterizza ed il secondo con l’eleganza che lo sta contraddistinguendo in questa carriera solista.
Tralasciando le ospitate varie per promuovere film e fiction varie, interessante è stata la partecipazione di Paolo Kessisoglu con la figlia Lunita che hanno posto l’attenzione sulla salute mentale giovanile. Meritavano un orario migliore in scaletta. Sabato, come ampiamente annunciato, anche Gabry Ponte ed il suo “tutta l’Italia”, brano che va alla grande…ma il “paraparapapapa” resta il jingle sanremese per antonomasia.
E veniamo alle canzoni. Partito super favorito Simone Cristicchi ci ha regalato emozioni infinite con la sua Quando sarai piccola; altri due super favoriti Giorgia (vincitrice con Annalisa della serata dedicata ai duetti) ed Achille Lauro lasciati fuori dalla cinquina. Ora se per Giorgia onestamente me l’aspettavo, ammetto che vederla in lacrime con il pubblico che le urlava “hai vinto”, ha fatto male. Fischi dal teatro anche per il 7° posto di Achille Lauro che era tra i papabili vincitori.
Per fortuna outsider come Brunori SAS, Fedez, Lucio Corsi hanno avuto l’opportunità di giocarsi l’ultimo round insieme a Cristicchi ed un discutibile Olly.
E, dato il peso del televoto, la vittoria di Olly dovevamo aspettarcela. Ma una riflessione va fatta anche sugli addetti ai lavori votanti perché solo e sottolineo il solo 0,4% ha diviso il primo posto di Olly con il secondo posto di Lucio Corsi. E veder trionfare Lucio sarebbe stata una bella cosa. Sarebbe stato un segnale importante ma ahimè, il team di Olly è dieci spanne avanti. E questo è un dato di fatto. La signora Marta Donà ha vinto quattro degli ultimi cinque festival (con i Maneskin anche l’ESC) e forse qualche domanda ce la dovremmo porre. E personalmente mi pongo due domande ancora: perché la serata cover non ha influito sul conteggio totale ed ancora perché nell’ultima votazione i cinque rimasti, non sono partiti da zero, tutti alla pari, ma hanno conservato il punteggio accumulato nelle serate precedenti?
Il direttore artistico ha facoltà di rivedere il regolamento ogni edizione? Sì, va bene ma le domande come i dubbi restano.
Vincitore Sanremo 2025: Olly
Vincitore Nuove Proposte 2025: Settembre
Premio della Critica Mia Martini: Lucio Corsi
Premio Sala Stampa Lucio Dalla: Simone Cristicchi
Premio Giancarlo Bigazzi per il miglior componimento musicale: Simone Cristicchi
Premio Sergio Bardotti per il Miglior Testo: Brunori
Premio TIM assegnato: Giorgia e Settembre
Classifica finale Sanremo 2025:
Olly – Balorda nostalgia
Lucio Corsi – Volevo essere un duro
Brunori Sas – L’albero delle noci
Fedez – Battito
Simone Cristicchi – Quando sarai piccola
Giorgia – La cura per me
Achille Lauro – Incoscienti giovani
Francesco Gabbani – Viva la vita
Irama – Lentamente
Coma_Cose – Cuoricini
Bresh – La tana del granchio
Elodie – Dimenticarsi alle 7
Noemi – Se t’innamori muori
The Kolors – Tu con chi fai l’amore
Rocco Hunt – Mille vote ancora
Willie Peyote – Grazie ma no grazie
Sarah Toscano – Amarcord
Shablo ft. Guè, Joshua, Tormento – La mia parola
Rose Villain – Fuorilegge
Joan Thiele – Eco
Francesca Michielin – Fango in Paradiso
Modà – Non ti dimentico
Massimo Ranieri – Tra le mani un cuore
Serena Brancale – Anema e core
Tony Effe – Damme ‘na mano
Gaia – Chiamo io, chiami tu
Clara – Febbre
Rkomi – Il ritmo delle cose
Marcella Bella – Pelle diamante