
Non un libro questa settimana ma il commosso omaggio ad un autore mancato appena pochi giorni fa, il quale lascia un ricordo indelebile in chi lo ha conosciuto. Parliamo di Paolo Isotta, professore emerito del Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli, uno tra i più grandi intellettuali che la Città abbia partorito negli ultimi cinquant’anni. Volendo tracciare un rapido ritratto premetto che Isotta era, senza dubbio, il maggiore musicologo italiano; musicologo e critico per la precisione, ma con una vena letteraria capace di rendere avvincenti le più severe pagine di musicologia. Per il suo riconosciuto acume critico gli fu chiesta da Montanelli in persona una collaborazione stabile per l’appena fondato “Giornale ”, per il quale scrisse per circa sette anni a partire dal ‘74. Poi nel 1980 diede inizio ad una lunga collaborazione con “Corriere della Sera”, che ebbe durata trentennale e terminò, bruscamente, nel 2015 quando la severità delle sue osservazioni urtò le suscettibilità di personaggi che si credevano aprioristicamente eccellenti. Il suo impegno ebbe poi altre proficue collaborazioni fino a tempi recenti, come quella con “Libero” e con “Il fatto quotidiano”. Copiosa anche la produzione saggistica che ha avuto estimatori come il filosofo inglese Isaiah Berlin, il germanista Giorgio Zampa, il compositore musicologo Roman Vlad (ed altri). Stante la premessa possiamo solo aggiungere che numerosi suoi titoli sono annoverati tra le opere di primo piano della letteratura italiana.
Tra i libri più belli di Isotta piace ricordare l’ormai raro “I sentieri della musica”, pubblicato nel 1978 da Mondadori; numerose monografie di musicisti come quelle su Donizetti, Paisiello, Verdi, Wagner; un’avvincente storia dei Conservatori napoletani, De Parthenopes musices disciplina. Edizioni Artem 2018. Tra le opere di maggiore diffusione, che rappresentano anche la stabile collaborazione editoriale con l’editore Marsilio, ricordiamo “Altri canti di Marte” del 2015; “Il canto degli animali”, 2017, e il recentissimo “La virtù dell’elefante”, summa della sua esperienza umana. Nella sua indefessa attività, il raffinato saggista aveva però concepito un’opera ulteriore: un saggio intitolato “San Totò”, dedicato al personaggio di cui Isotta era estimatore, e che purtroppo non potrà vedere. Il libro – che si prospetta assai bello – uscirà il mese prossimo nella collana “Specchi” del medesimo editore Marsilio.