Home Cronaca di Napoli e provincia “Vendo rifugio antivirus”: l’attualità di Bellavista

“Vendo rifugio antivirus”: l’attualità di Bellavista

Una scena del film Il mistero di Bellavista

“Quello che vedete è il modello Sicurat AK 40 rifugio antiatomico per tre persone”. La vendita dei rifugi antiatomici che fa da sfondo al film cult “Il mistero di Bellavista” di Luciano De Crescenzo torna d’attualità in questi giorni in cui regna la paura del contagio da Coronavirus e in cui servirebbe proprio un rifugio antivirus.
Quando fu girato il film, negli anni 80, si era in pieno clima di “guerra fredda” tra America e Russia ed incombeva in tutto il mondo il timore che potesse scoppiare la terza guerra mondiale con conseguente esplosione di bombe atomiche e utilizzo di armi sofisticate di distruzione di massa. La trovata della vendita dei rifugi antiatomici come appartamenti muniti di tutti i comfort e la spiegazione di come funziona una bomba atomica come fosse un tric trac sono l’esempio della genialità napoletana che sconfigge qualsiasi paura. Chissà cosa direbbe il filosofo napoletano oggi assistendo alla diffusione del Covid-19 in Italia e chissà come, amabilmente a modo suo, saprebbe trovare le parole giuste per fotografare la situazione non senza una battuta, una frase ironica mischiata ad un verso filosofico dei suoi. Una cosa, di certo, la disse qualche anno fa: “A volte penso che Napoli possa essere ancora l’ultima speranza che resta alla razza umana”.

Anche questa frase di Luciano De Crescenzo è quanto mai attuale oggi con il Coronavirus che ha imposto al mondo intero di non abbracciarsi e di mantenere le distanze. Proprio Napoli, terra degli abbracci e del “calore”, paradossalmente, sta dando un esempio a tutta l’Italia non solo di rigoroso rispetto delle regole decretate dal Governo per evitare la diffusione del contagio (tranne pochi sporadici casi che si stanno verificando anche nel resto del Paese) ma anche di professionalità ed avanguardia nella ricerca del medicinale adatto per la cura di chi ha contratto il Coronavirus. Grazie ad una sinergia tra gli ospedali “Pascale” e “Cotugno” di Napoli, infatti, si è riusciti a guarire alcuni pazienti utilizzando un farmaco anti artrite, che è già stato ribattezzato “il farmaco della speranza”.
La speranza, quella che i napoletani non perdono mai così come il sorriso. Se da un lato, infatti, Napoli sta rispettando scrupolosamente le regole imposte dal Governo dando grande prova di maturità e responsabilità, dall’altro non mancano scene di gente che canta, scherza e mostra la sua allegria nonostante tutto. Ordine e caos: l’ordine dettato dalle regole e il caos dettato dal cuore. E allora siamo sicuri che se fosse ancora vivo Luciano De Crescenzo sarebbe orgoglioso della sua Napoli in questi giorni.

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