Il comandante ha presentato il centro studi “#Salviamo il futuro”
Salvare il futuro del paese e dei tanti giovani che in Italia non hanno prospettive di lavoro. È l’obiettivo dichiarato da Vincenzo Onorato, armatore di quarta generazione, che da anni porta avanti la lotta per l’occupazione degli italiani sulle navi del nostro paese. Una lotta che in passato gli ha anche portato accuse di razzismo nei confronti dei lavoratori extracomunitari, che il comandante Onorato respinge fermamente: “Non sono mai stato contro i lavoratori extracomunitari – spiega -, ma contro l’abuso che molti armatori perpetrano da anni assumendoli con stipendi molto inferiori a quelli dei contratti degli italiani, pur beneficiando degli sgravi fiscali. Non avrei nulla da ridire se quegli stessi lavoratori avessero lo stesso stipendio dei marittimi italiani. Dico di più, sono convinto che a quelle condizioni probabilmente i nostri lavoratori sarebbero preferiti perché più preparati, e questo è ancora più grave, perché vuol dire che l’interesse economico dell’armatore è superiore a qualsiasi altro aspetto”.
Qual è la differenza reale tra lo stipendio di un comunitario rispetto a un extracomunitario a bordo di una nave con bandiera italiana? Anche qui Onorato è molto chiaro: “Un extracomunitario guadagna circa mille dollari e al momento dell’imbarco i sindacati guadagnano 190 euro indipendentemente dalla nazionalità dell’assunto – prosegue il comandante -. Un marittimo italiano costa circa il quadruplo. Se dovessimo badare solo ai conti non ci sarebbe partita, ma io i miei dipendenti li conosco tutti personalmente e non potrei andare da loro e dirgli di andare via lasciandoli per strada solo perché così potrei guadagnare di più, come ha fatto qualche mio collega”.
Ma è davvero così insostenibile la scelta di assumere marittimi italiani? Sembra di no, ad ascoltare i dati dell’azienda di Onorato: “Lo scorso anno abbiamo avuto un utile di 22 milioni di euro. Vuol dire che se il management è qualificato si può lavorare bene anche seguendo alla lettera le leggi italiane, che esistono ma che purtroppo spesso vengono bypassate per altri interessi e nessuno, finora, ha avuto il coraggio di denunciarlo”.
Tutto questo si inserisce in un contesto drammatico per l’occupazione italiana, non solo nel settore marittimo. “Nel nostro campo un giovane spende circa 4mila euro per la formazione e non ha alcuna assicurazione sull’assunzione. Abbiamo studiato il fenomeno della disoccupazione con il centro studi “#Salviamo il futuro”, che ho creato proprio per analizzare questi fenomeni, ed è venuto fuori che in Italia si spendono 12,7 miliardi l’anno per la formazione di giovani che poi investono all’estero queste capacità acquisite – ha aggiunto Onorato nel corso della presentazione di questo primo studio nella sede della Scuola Vela di Mascalzone Latino, il suo team velico leader a livello internazionale -. Guardando alla Campania, abbiamo oltre 900mila disoccupati, di cui oltre la metà è in una fascia d’età bassa e non è neanche in cerca di un lavoro. Una situazione insostenibile che deve rappresentare una priorità per qualsiasi futuro governo, che mi auguro sia di netto cambiamento rispetto al passato, quando le lobby hanno avuto la precedenza sugli interessi dei lavoratori”.