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Terzino: ecco Rodriguez dal Milan

Il Napoli ha preso ieri lo svizzero che Gattuso ha allenato un anno fa. L’ultimo botto per la punta

di Marco Bruttapasta

Forse il peggio è alle spalle. Con questo Napoli mai dire mai, sette giorni dopo la vittoria con il Liverpool ci fu la sconfitta con il Cagliari che diede l’abbrivio a questa stagione da psicodramma, che manco Jodorowski quando è al colmo dell’ispirazione. La società, ed è questa la novità rispetto al passato,non sembra più pigra rispetto ai richiami del campo e prova ancora, a poche ore dal gong del mercato invernale a ricreare un gruppo, una base per gli anni a venire così come avvenne solo con il duopolio Benitez-Quillon.
La paura più che l’ambizione è sempre stata lo stimolante più potente per Aurelio. Solo una volta il Napoli fu così attivo in inverno, nella sua prima stagione in A. Gli azzurri persero cinque a due con il Milan di Ancelotti, con Carlo, allora lontano da chiome bambolesche, che mise a nudo tutte le lacune di un Napoli acerbo per la A, grazie agli ultimi sussulti di Ronaldo, quello doc, quello grasso e ai primi illusori vagiti di Pato. In quel Napoli dietro Hamsik e Lavezzi c’erano tanti eroi che fecero l’impresa in B, ma per i quali l’Old Vic Theatre della A era palcoscenico troppo impervio. E così largo ai Pazienza, ai Mannini, ai Santacroce per evitare cattivi pensieri e far passare la nuttata che effettivamente passò. Senza paura è riuscito Benitez a farsi acquistare in inverno Jorginho, Ghoulam ed Henrique ma quando poi Aurelio realizzò la capacità di Rafa, con la sua parlantina ispanica, di fargli spalancare il portafoglio blandendolo davanti a una porzione di patatine, serrò le casse e da un quasi Mascherano in estate si passò a David Lopez. Ora la paura sta passando,dopo la Vittoria con la Juve non si ascoltano più favole sinistre come quella della Fiorentina di Effenberg e Batigol o del Milan 1982 che retrocedettero, ora si compra per ricostruire. Demme fa quasi venir voglia di gridare allo stadio Diego Diego senza apparire blasfemi, il teutonico-calabro è confortante come l’installazione di un sistema di videosorveglianza in un negozio prima sempre abbandonato all’alea. Lobotka sarà utile. È venuto con due anni di ritardo Politano, un po’ in sordina, con nessun curioso a Villa Stuart, ma farà affezionare Fuorigrotta. Il giocatore è valido, si è solo un po’ perso per le esigenze da Subbuteo di Conte, schiavo del dogma del tre cinque due da quando in una notte napoletana dovette contrastare Mazzarri Walter da Livorno. E non finisce qui, come dicono gli imbonitori. Llorente dopo la prima settimana di passione si è un po’ perso, il passo troppo cadenzato, lo stacco spesso frustrato da difensori scorretti e Var in tilt e allora il Napoli cerca un giovane, oggi poco reclamizzato, meglio se in disgrazia, ma dai geni promettenti, prima di dover avere rimpianti come per Halland. E allora si prova in tutti i modi a concupire la Spal per Petagna, un armadio triestino che ha già vissuto diverse vite calcistiche, da ex enfant prodige della primavera del Milan, tanto predestinato da esordire in Champions nel lontano 2012, fino alle peripezie dei prestiti che sembravano già averlo sbiadito, rinasce a Bergamo ma si conquista una fama pericolosa, quella del centravanti bravo tatticamente ma che non segna mai, fino al matrimonio con Semplici e Ferrara dove dimostra di poter essere, piano piano, quel Vieri 2.0 di cui si parlava a Milanello. Oppure il Napoli potrebbe sfruttare la rapsodicità di Preziosi, sempre pronto a smontare il giocattolo, per prendere Pinamonti, giovane dal destino fin qui singolare, stella italica al Mondiale Under 20, sfrontato in azzurro come i talenti veri, tra rigori cucchiaio e goal pazzi dal fondo, timido a Marassi dopo le promettenti recite frusinati. Si guarda pure a Mateta, un altro armadio come Petagna, ora colpevolmente messo in naftalina a Magonza, ma pur sempre tra i più promettenti attaccanti della nouvelle vague francese, non proprio terra di secondo piano calcisticamente. Ma non solo di attaccanti si parla, Ghoulam non guarisce e allora il Napoli ha praticamente in pugno lo svizzero Rodriguez del Milan, che Gattuso ha allenato l’anno scorso. Arriva in prestito con diritto di riscatto fissato a 8 milioni di euro. In caso di intoppi dell’ultimo momento in una trattativa che appare ormai quasi conclusa, si guarderà all’Ellade per il terzino sinistro, tra Tsimikas e Koutris: forse a Giuntoli sarà piaciuto tanto il Georgatos dei tempi interisti per guardare con così grande attenzione Atene.
Questo gennaio un po’ pazzo conferma la tendenza di Aurelio agli innamoramenti in blocco, un tempo fu l’Empoli di Sarri, smontato e riportato quasi in blocco a Napoli, ora è il turno del Verona di Juric, forse il più bello per i figli di Giulietta dai tempi di Bagnoli. Rrhamani è già nostro, Amrabat e Kumbulla lo sarebbero già se dipendesse dal club scaligero, c’è da lottare con gli agenti tra clausole,commissioni e blandizie esterne, ma il matrimonio si dovrebbe fare, ma questa è già storia per Dimaro 2020.

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