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Napoli-Lecce: finalmente si conclude un campionato da incubo, azzurri fuori dall’Europa dopo 14 anni

NAPOLI. Partita di fine campionato, poco hanno da chiedere gli ospiti, salvi da tempo, ancora qualche residua speranza da coltivare i partenopei, volenterosi e propositivi nei primi dieci minuti, poi, come ormai da tempo, privi di idee, di animus pugnandi ma, ciò che più irretisce i tifosi, la mancanza di dignità, di rispetto, di attaccamento alla maglia, che reca per l’ultima volta sul petto quel tricolore indegnamente onorato. Una squadra che ha dimostrato, ovemai ci fosse stata necessità di un ulteriore riscontro, di non riuscire a comportarsi da tale, svuotata di ogni contenuto tattico oltre che tecnico: errori a ripetizione, al punto da segnalare conclusioni inesistenti nello specchio della porta salentina, nell’arco della prima frazione di gioco.

Tutt’altra storia nella ripresa, forse anche perché “scossa” dalla salve di fischi che li ha accompagnati negli spogliatoi, con l’ausilio di striscioni che ribadivano le numerose sconfitte patite durante il campionato, il passaggio dal trionfo al tonfo, gratitudine che si è tramutata, nel giro di dodici mesi, in un flebile ricordo che svanirà quanto prima: primo quarto d’ora ravvivato dagli innesti di Ngonge e Raspadori, che si sono resi interpreti della voglia di raggiungere quel successo che avrebbe alimentato, mercè la Fiorentina vincente in quel di Atene nella finale di Conference, la speranza di accedere ad una competizione continentale, non interrompendo quella striscia di presenze azzurre in Europa.

Se alle difficoltà palesate di andare in rete, soprattutto nelle partite casalinghe, dove lo score è stato caratterizzato da una pareggite acuta, ci si mette anche la cattiva sorte, è proprio il caso di affermare che i pianeti si sono messi di traverso, e il palo colpito da Cajuste nonché la traversa di Ngonge, hanno sottolineato che questo campionato è nato sotto una cattiva stella, ma non di certo rimarrà immune da colpe il Garcia, autore di una preparazione atletica e di un approccio con i calciatori, di tutt’altro spessore rispetto a Spalletti.

Un attacco all’arma bianca, che in alcuni casi ha rischiato di favorire gli ospiti in contropiede, non è riuscito a sovvertire quello che si è dimostrato un risultato scontato sin dalla vigilia. “Campionato 2023-2024 – né calore né folklore…al fischio finale sparite in poche ore” il messaggio finale comparso in curva B per testimoniare lo stato d’animo del pubblico di fede napoletana, che, forse, riuscirà a riprendersi solo e soltanto se i messaggi provenienti ( intanto perdura il silenzio in tal senso ) dalla società prenderanno la direzione di una ricostruzione, ma dalle fondamenta!

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