Calciomercato. Il Napoli è impegnato a capire chi resta in azzurro. Poi si rafforzerà la rosa con un top player
I rumors e le voci sui futuri possibili acquisti del Napoli e sugli investimenti a breve e medio termine da parte della società, soprattutto in questi giorni di inizio trattative di mercato, si sprecano. Confesso che anche il sottoscritto, seppure in maniera parzialmente provocatoria ed affidandosi ad una possibile ma tutto sommato logica strategia di mercato, ha spiegato il perché anche un top come Cristiano Ronaldo sarebbe potuto diventare un obiettivo di mercato di De Laurentiis con un ingaggio quasi totalmente coperto da nuovo sponsor, attratti anche dalla presenza di Ancelotti (la Adidas? ndr) o dai nuovi investitori cinesi sui quali ADL ha puntato forte per esportare il brand ed il marchio Napoli. Una considerazione però, a mio sommesso avviso, va fatta senza timore di dire eresie o di andare lontano dal vero: Ancelotti non può essere e non sarà l’unico “grande” colpo di mercato del Napoli. In primo luogo perché il tecnico non sarebbe venuto a Napoli se non gli fossero state date precise garanzie in chiave tecnica, ed in secondo luogo perché è nel suo DNA essere comunque un vincente. Quali fossero, o meglio, quali saranno queste garanzie, sicuramente avremo ancora tempo per scoprirlo, visto che dai mondiali potranno venir fuori piacevoli sorprese e che manca ancora circa un mese alla partenza per Dimaro, ma è chiaro che lo stesso De Laurentiis con il suo ristretto e fidato numero di collaboratori sta seguendo le indicazioni fornitegli dal tecnico che è un po’ l’apripista, il grimaldello per il mercato azzurro.
Occorrerà però, a mio giudizio, capire prima quali saranno gli attuali azzurri, con o senza clausola risolutiva, che lasceranno il club. Solo allora, a partenza di uno corrisponderà l’arrivo di un omologo o di un altro giocatore. Allo stato, gli indiziati maggiori a lasciare Napoli e il Napoli restano Jorginho (quasi fatta con il City), Hamsik ed Hysaj e, per motivi diversi, Albiol, Callejon e Mertens. Dovessero partire tutti, il Napoli da queste cessioni potrebbe incassare 181 milioni di euro, risparmiando inoltre altri 44 milioni lordi circa sul fronte ingaggi. Una bella somma, non c’è che dire, con la quale sarebbe (sarà? ndr) senza alcun dubbio possibile accontentare Ancelotti per un Napoli più europeo, continuando, nel contempo, il progetto avviato da De Laurentiis che prevede l’acquisto di giovani di valore e prospettici, di cui Verdi può rappresentare solo un primo tassello e neanche il più importante. In questo senso va riconosciuto a De Laurentiis di essere sempre stato controcorrente ed un innovatore rispetto al modo di pensare dei nostri dirigenti.
In Italia manca il coraggio di lanciare i giovani? Lui ha puntato deciso su di loro e, bisogna dargliene atto, ha quasi sempre avuto ragione. Da Lavezzi a Cavani, passando per Hamsik, Ghoulam, lo stesso Higuain comprato a 25 anni, per arrivare agli attuali Rog, Diawara, Hysaj e Zielinski, le scelte di De Laurentiis hanno sempre ribaltato il luogo comune italico secondo cui l’esperienza incide più del talento. Sotto questo aspetto il presidente non ha mai avuto remore o diffidenze verso i giovani in grado di condizionarlo nelle scelte e nelle strategie. E qui dovrebbe aprirsi un ampio dibattito perché si tratta di un problema culturale, esclusivamente italiano, un fattore ulteriore che comprime e ha impoverito il nostro calcio laddove all’estero conta soltanto la qualità. E se è vero, e lo è da anni per De Laurentiis che è il valore a determinare le gerarchie e a spostare le valutazioni di un tecnico per il quale non devono esistere barriere o preclusioni, la scelta di Ancelotti non poteva essere migliore per creare nuovi patrimoni attraverso lo sviluppo ulteriore di una progettualità che tenga conto, però, anche della dimensione internazionale del tecnico di Reggello. Giovani sì, dunque, anche per Ancelotti, ma con l’aggiunta di una giusta dose di qualità mista ad esperienza che non può mancare ad una squadra che vuole farsi rispettare anche in Europa.
Ecco perché ADL non può non venire incontro alle richieste di Ancelotti, facendo un passettino indietro, ma un grande balzo in avanti in termini di immagine, rispetto alle linee guida sin qui avute con altri allenatori. Siamo infatti certi che Ancelotti valorizzerà definitivamente giovani come Diawara, Rog, Verdi e Zielinski se resterà, ma per farlo dovrà contare su almeno tre elementi di grande esperienza e personalità in grado di aiutare la loro crescita. Uno dei tre deve essere necessariamente un top player in grado non solo tecnicamente ma anche emotivamente di dare coraggio e fiducia ai più giovani. Tocca a De Laurentiis, insomma, trovare la forza di investire anche sulla qualità e sull’esperienza di gente che sa, come Ancelotti, come si vince perché ha vinto. Anzi, prendere spunto dalla cantera del Barcellona, del Bayern o del Real Madrid è un ulteriore spunto per il presidente di utilizzare Ancelotti per il grande, vero, definitivo decollo del vivaio azzurro. Solo in questo modo avremo una squadra ed un club all’altezza dei migliori in Europa. Perché la differenza, e su questo argomento molti tifosi sono ciechi, non va ricercata e non la fanno solo i risultati ma la progettualità realizzata con il giusto equilibrio di valori. Perché se è vero che le idee servono e pagano nei nostri confini, al di là servono anche i campioni.