ANDATA: sì, è andata. Abbiamo finito il primo giro. Abbiamo affrontato tutte le avversarie possibili: quelle forti, quelle medie, quelle “scarse”. Eccezion fatta per l’anno dello scudetto, dove si è dominato in lungo e in largo per i primi 3/4 del torneo e si è avuto un calo solo quando sarebbero serviti i cecchini per vanificare il vantaggio accumulato, in tutti i campionati giocati bene o benissimo, c’è sempre stata una componente di sconocchiamenti che si è palesata in maniera inattesa. Perfino nell’anno del record di 91 punti si ricordano partite completamente appilate con squadre mediocri (mi vengono in mente i pareggi con Chievo e Sassuolo e il paliatone preso dalla Roma in casa, per tacer di quel 3-0 preso dalla Fiorentina per indubbia incapacità di gestire il contraccolpo del furto perpetrato nei nostri confronti dalla Juve nella partita con l’Inter). Quella che si è manifestata fino a questo momento, al netto delle necessarie, anzi obbligatorie scaramanzie, è qualcosa di sostanzialmente differente e probabilmente mai visto prima all’ombra del Vesuvio: la solidità mentale. Prendiamo le sconfitte: a perdere contro il Verona alla prima di campionato è stato il Napoli di Calzona/Mazzarri/Garcia. Quella squadra era ancora intrisa delle paure e degli smutandamenti post scudetto: 10 degli 11 scesi in campo erano gli stessi, si giocava per la prima volta da almeno dieci anni con la difesa a 3 e l’unico nuovo era Spinazzola, calciatore di livello medio, non esattamente Alexander Arnold. Prima volta in panchina di un Conte che pareva più voler prendere le misure che usare brandistocco e mazza chiodata come suo costume. L’Atalanta ci ha battuto perché è una squadra di pari livello ed in quella partita ha giocato tatticamente meglio. Più casuale ma più o meno con le stesse argomentazioni è stata la sconfitta con la Lazio. Pareggi? Due: Juventus e Inter entrambi fuori casa. In sostanza la novità più determinante di questo girone di andata è che dalla seconda giornata in avanti ABBIAMO BATTUTO TUTTE LE SQUADRE CHE VANNO DALLA SESTA ALL’ULTIMA in classifica. Una di quelle cose per cui quelli come il sottoscritto sono costretti a pentirsi inginocchiati sui ceci per i dubbi espressi sulle qualità metodologiche di Antonio Conte.
INCOGNITE: volendo essere ottimisti, e noi vogliamo sempre essere ottimisti, le incognite allo stato attuale sono poche. Ripetere i 44 punti del girone di andata significherebbe con ottime probabilità ottenere un bis praticamente immediato benché tutt’altro che imprevedibile. Sarebbe inoltre il sigillo finale sul fatto che lo scorso anno si sia trattato di un incidente in un percorso trionfale. L’Atalanta è veramente uno spettacolo da vedere, ma qualche dubbio sulla componente strizza al momento dell’ostensione degli zebedei (tipo quella già citata che colpì i nostri 8 anni fa) resta sempre tutt’altro che astratta. L’Inter è decisamente una spanna sopra tutti gli altri, ma mostra scricchiolii che, fossi per assurdo ed oltre il limite dell’inconcepibile, tifoso nerazzurro, non mi farebbero stare del tutto tranquillo. Basti pensare alla infrascata presa nel derby di Supercoppa e al fatto che Lautaro sia nel “periodo peggiore della sua carriera” come ha lui stesso sentenziato. Per il titolo non credo possano saltar fuori altre pretendenti. Al momento quindi le incognite riguardano più le altre due favorite che noi.
MAZZO: l’unica componente che può essere banalmente elemento di imprevisti. Fino ad oggi, vista la quantità cospicua di vittorie di corto muso e la possibilità di gestire gli imprevisti senza grandissimi patemi, non è difficile sostenere che il fattore “mazzo” sia stato dalla nostra parte. In caso di curva decrescente di questo attributo ci saranno comunque diversi aspetti che potranno venirci in soccorso. Si tratta di tutti quelli che fino ad ora non hanno ancora mostrato il proprio massimo fulgore:
- Lukaku sta migliorando partita dopo partita
- senza il miglior difensore del campionato abbiamo preso 1 gol in 360 minuti
- Kvara, considerato tra i migliori giovani al mondo, è a mezzo servizio praticamente dall’inizio del torneo e con tanta voglia di riprendere credibilità
- abbiamo una panchina che dovrebbe verosimilmente allungarsi e rinforzarsi con la cessione di elementi inutilizzabili e l’acquisto di rincalzi più idonei alle esigenze del mister.
Insomma, mi sto gasando abbestia mentre scrivo…