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Col Torino la “finale” più difficile da vincere. Ma il Napoli è padrone del suo destino per la Champions

E’ stata una serata piacevole ed importante quella contro la Lazio che avrebbe meritato la presenza dei tifosi sugli spalti che non avrebbero lesinato cori di incitamento ed applausi per un Napoli che ha vinto divertendo. Un risultato netto e meritato, figlio del gioco e di una gara preparata nei minimi dettagli da Gattuso. Ora, a detta di tutti, con un calendario favorevole e senza scontri diretti, gli azzurri sono dati per favoriti nella corsa Champions. Facciamo gli scongiuri perché lunedì sera dovremo fare i conti con l’oste che si chiama Torino. Brutta bestia il Toro di questi tempi. Reduce da quattro risultati consecutivi: due vittorie contro Udinese e Roma e due pareggi nel derby e domenica contro il Bologna dove avrebbe meritato la vittoria. Davide Nicola, da quando è arrivato in sostituzione di Giampaolo, ha rigenerato il gruppo restituendogli brillantezza fisica e autostima ma soprattutto dando un’identità alla squadra e carattere e grinta che con il precedente tecnico erano parole e valori sconosciuti. Non c’è dubbio che sarà gara difficile per Insigne e compagni come non ci sono dubbi che per il Napoli queste ultime sei gare, sulla carta abbordabili, nascondono invece insidie e pericoli da evitare.

Già troppe volte in stagione sono stati lasciati ingenuamente per strada punti che ora stanno costringendo alla rincorsa Champions mentre ben altro sogno si sarebbe potuto cullare se la squadra avesse tenuto sempre alta l’asticella della concentrazione e della tensione agonistica. Nonostante qualche rimpianto e il rammarico per non aver potuto contare per lungo tempo su uomini come Mertens, Osimhen, Lozano, gli stessi Koulibaly e Fabian Ruiz vittime del Covid, Gattuso può dirsi soddisfatto del lavoro fin qui svolto nonostante difficoltà e critiche piovutegli addosso da più parti. Adesso, però, gli tocca il compito più difficile: mettere la ciliegina su una torta che appena due mesi fa somigliava ad un pasticcio informe. E la gara contro il Torino, forse la più difficile delle sei, apre il cicli di finali da non sbagliare in alcun modo. I granata, con un 3-5-2 di buona fattura, possono contare anche su individualità di notevole livello tecnico. A cominciare da Belotti, sempre più uomo squadra e vero trascinatore del cuore Toro. Ne ha incarnato in pieno lo spirito, il carattere e la voglia di non arrendersi mai. Con il centravanti, sta esplodendo come non lo si pensava più il napoletanissimo Rolando Mandragora. Con Rincon e il redivivo Verdi, ex non rimpianto, è diventato non solo il perno del centrocampo granata ma anche un finalizzatore grazie ad un tiro preciso e potente anche dalla lunga distanza. Sulle corsie esterne dovrebbero agire Singo a destra, gran fisico e leve importanti, e Ansaldi a sinistra notevole fonte di gioco granata. Ma è proprio sulla corsia mancina che il Toro talvolta si trova scoperto proprio per le fughe in avanti di Ansaldi.

Per bloccare Politano o Lozano, però, Nicola come già ha fatto a Bologna potrebbe ricorrere alla soluzione Rodriguez. Lo svizzero ex Milan potrebbe fungere da quarto marcatore. Tutto dipenderà dal fatto se Nicola punta al pareggio per muovere la classifica e tenersi a debita distanza dai guai, o giocarsi una partita aperta. Il Napoli certi calcoli non può farli. Deve vincere. E per farlo, deve osare e mettere subito in chiaro chi comanda. Una bomba di Zielinski da fuori, una pennellata di autore di Mertens e i dribbling e le veroniche di Insigne, con tanto di Olè di accompagnamento, per matare un Toro in salute. Da Firenze potrebbero essere già arrivate buone notizie e anche da Roma potrebbero arrivarne domenica sera per una porta “europea” da decorare d’azzurro.

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