La musica: un importante alleato per chi balbetta.
La balbuzie è un fenomeno multifattoriale, ciò significa che non è scatenata da una sola causa ma da un insieme di fattori (fisiologici, genetici, linguistici, psicologici ed ambientali). Sembra sia associata ad un’iperattività delle aree cerebrali deputate al movimento.
Possiamo definirlo come un disturbo complesso che va a modificare la fluenza verbale e l’efficacia della comunicazione. Il soggetto, pur sapendo perfettamente cosa vuole dire non è in grado di farlo a causa di blocchi, ripetizioni e prolungamenti di suoni.
La balbuzie interessa circa l’1,5% della popolazione mondiale. Generalmente compare verso i 2-5 anni (periodo in cui si sviluppa il linguaggio del bambino) con scomparsa spontanea nel 90% dei casi entro i 5-6 anni.
In questo articolo proverò a spiegare come la musica può essere considerata un alleato per chi balbetta influenzando positivamente la fluidità della parola.
È ampiamente dimostrato che il cervello funziona in modo diverso quando parliamo rispetto a quando cantiamo. Tutte le persone che balbettano sanno che durante il canto riescono a gestire senza alcuna difficoltà la loro fluenza, ciò accade perché il canto richiede un maggior controllo della respirazione, della fonazione e dell’articolazione della parola. Le corde vocali, le labbra, la lingua e il diaframma vengono utilizzati in modo diverso quando cantiamo rispetto a quando parliamo.
Durante gli episodi di balbuzie le corde vocali tendono a contrarsi forzatamente (laringospasmo) mentre nel canto mantenendo l’ispirazione costante e controllata si presentano aperte e rilassate evitando l’insorgenza del sintomo.
Ci sono diversi studi che dimostrano come l’allenamento al canto possa aumentare la forza muscolare respiratoria stimolando il controllo volontario del diaframma che andrà a determinare un maggior controllo vocale.
Ricordiamo però che la balbuzie richiede sempre un approccio multidisciplinare in cui il logopedista e lo psicologo lavorano in sinergia. Può essere sicuramente utile associare alle canoniche sessioni riabilitative il canto, cosicché il soggetto vada a consolidare gli automatismi della fluenza cantata generalizzandoli a tutti i contesti conversazionali.