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Coronavirus e celiachia: la Campania regione virtuosa

Ci sono anche i celiaci tra le persone che in queste settimane di lockdown si trovano ad abitare in Regioni diverse da quella della residenza abituale, per motivi di lavoro, studio o perché non hanno potuto fare rientro al proprio domicilio dopo il primo Decreto Ministeriale dello scorso 12 marzo. Per tutti loro usufruire del bonus celiachia e acquistare i prodotti senza glutine, unica terapia salvavita, è diventato impossibile se non attraverso un acquisto di tasca propria che non potrà ovviamente essere rimborsato. Infatti il buono/ricetta, con risorse già stanziate e disponibili mensilmente, oggi può essere utilizzato soltanto su base regionale, essendo ancora in alto mare il sistema di circolarità digitale che lo renderà spendibile in tutta Italia.   L’Associazione Italiana Celiachia, che da anni lavora all’obiettivo di un unico bonus digitale nazionale, chiede perciò che sia emanato un provvedimento temporaneo per aiutare i pazienti in questa difficile situazione ad accedere alla terapia gluten-free cui hanno diritto.

“Un provvedimento in vigore soltanto per il periodo dell’emergenza, da inserire nell’insieme di quelli già emanati per affrontare l’epidemia di Covid-19, potrebbe autorizzare i pazienti a ritirare la terapia ‘senza glutine’, essenziale al loro stato di salute, anche fuori dai confini regionali di residenza, alla stregua di quanto avviene con i farmaci – spiega Giuseppe Di Fabio, presidente AIC – Purtroppo il processo di digitalizzazione dell’assistenza non è stato ancora completato in tutto il Paese, nonostante la circolarità del buono sia un’istanza da tempo perseguita da AIC: lo stato di emergenza attuale ne sottolinea la necessità e ne motiva l’attuazione. Grazie anche all’azione di supporto di Angelo Borrelli, Capo Dipartimento della Protezione Civile, dal Ministero della Salute è partita l’indicazione alle Regioni di andare incontro all’urgente necessità di assistenza da parte dei pazienti e alcune soluzioni si stanno trovando. Veneto e Campania hanno già reso spendibili i buoni per i celiaci non residenti e potranno poi richiedere la compensazione alla regione di competenza. Le barriere regionali esistono ancora, ma in un momento difficile come questo è fondamentale consentire a tutti di accedere a una terapia salvavita come la dieta senza glutine”.  

Oltre che per la tutela della salute dei celiaci, AIC ha deciso di scendere in campo anche per sostenere la collettività e gli ospedali: oltre a promuovere fra i suoi iscritti azioni di sostegno per chi sta combattendo in prima linea per curare i malati e impedire la diffusione del virus, contribuendo all’operato dei presidi del proprio territorio oppure aiutando la ricerca secondo le indicazioni di Italia Nonprofit, AIC stessa si è impegnata con una donazione per il progetto di ricerca su Covid-19 dell’Istituto Spallanzani di Roma. Inoltre, ad oggi, le sezioni regionali di Basilicata, Lazio, Puglia, Toscana, Valle d’Aosta, Trentino, Campania hanno rivolto una donazione ai presidi sanitari del proprio territorio mentre AIC Sicilia ha acquistato un respiratore donato alla Protezione Civile Regionale per le esigenze del territorio. “In questo momento di emergenza globale AIC sente forte il dovere di operare anche per il bene collettivo a favore della popolazione generale, di cui anche i celiaci fanno parte. Se da un lato, quindi, chiediamo comunque a tutti di sostenerci, rinnovando l’iscrizione e scegliendo AIC per il 5 per mille, riteniamo che sia importante uno sforzo collettivo a sostegno di chi opera per curare i malati e contrastare la diffusione del virus. L’esperienza  gestionale che sarà maturata in seguito a questa pandemia, dovrà senz’altro rimettere al centro il paziente, per tutti gli aspetti legati alla patologia, perché non è più pensabile  che per la stessa condizione si debbano osservare diversi modelli di erogazione del servizio”, conclude Di Fabio.  

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