I casi accertati di Covid-19 sono in costante calo in tutte le Regioni italiane, inclusa la Lombardia, nonostante le marcate differenze sul territorio. Proprio come aveva affermato il noto virologo Giulio Tarro, messinese di nascita ma partenopeo d’adozione, sempre in controtendenza rispetto a molti dei suoi colleghi, che forse, osservando i risultati degli ultimi giorni potrebbero finalmente incominciare a ricredersi e a dargli ragione invece di attaccarlo.
Giulio Tarro nel corso di un’ampia intervista sull’edizione odierna di Libero, ha dichiarato che a determinare il calo del numero di casi positivi in Italia, sarebbe oltre all’indebolimento dettato dalle mutate condizioni climatiche che incidono sull’aggressività di tutti i ceppi della famiglia dei Coronavirus, come ha da sempre affermato, anche e soprattutto l’evoluzione del contagio. “Punterei sul ciclo epidemico – spiega il virologo – che ha un inizio, un picco e una fine. Secondo lo studio israeliano, questo periodo, per il Covid-19, dura circa 70 giorni: è in linea con quanto sta avvenendo”.
Interpellato poi sulle misure di distanziamento sociale in atto Tarro ritiene che sarà possibile abbandonarle dopo due settimane in cui non si registreranno contagi.
L’intervistatore Alessandro Gonzato gli chiede quindi come mai il numero di morti in Italia sia così alto rispetto ad altri Stati. “I motivi principali – spiega Tarro – sono tre. Innanzitutto è sbagliato inserire tutti nello stesso elenco: lo stesso Istituto Superiore di Sanità quando ha analizzato le cartelle mediche delle prime 919 vittime ha stabilito che soltanto 19 pazienti erano morti a causa del Coronavirus. La gran parte delle vittime soffriva di gravi patologie cardiocircolatorie , di diabete e di altre patologie importanti. La seconda ragione – aggiunge -è che l’Italia tra il ’97 e il 2005 ha dimezzato i posti letto in terapia intensiva, mentre in Francia prima che il virus arrivasse in Europa li hanno raddoppiati. Noi abbiamo solo pensato a bloccare i voli diretti dalla Cina, un provvedimento tardivo e inutile. Il terzo motivo dell’elevata mortalità è legato all’età media molto alta della popolazione”.
Tarro continua a dirsi scettico sulla questione vaccini e sulle notizie di alcune dosi disponibili già dal prossimo settembre. “Non credo che i tempi saranno così brevi. Conoscevamo perfettamente la sieroterapia – sottolinea – e abbiamo comunque impiegato settimane per applicarla. Figuriamoci poi la somministrazione di un nuovo vaccino con tutte le responsabilità che comporta”.
E manifesta quindi apertamente il suo disappunto per la gestione italiana della situazione di emergenza. “Del virus e del contrasto all’epidemia si sono occupate troppe persone incompetenti. Altrove non è stato così. Pensi agli usa: ci sono stati dei problemi, è innegabile, ma la linea Trump-Fauci è stata netta, non c’è mai stata una sovrapposizione di ruoli tra esperti”.
L’intervistatore gli chiede infine come sia finita con il collega Burioni: “Ho presentato querela – replica Tarro -. Ho l’impressione che alcuni virologi, negli ultimi tempi, si siano sentiti dei tuttologi…”.