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Giuntoli tra Adl e Spalletti

Il ds ha il compito di abbassare il tetto degli ingaggi e dare al tecnico una rosa comunque competitiva

Passata la sbornia europea, testa al mercato e soprattutto al campionato. “Ricomincia da tre” la stagione 2021/22, per tre ottimi motivi che la rendono già effervescente e assai interessante agli occhi di tifosi, addetti ai lavori e degli stessi protagonisti.
Motivo 1) È il primo campionato con girone d’andata e di ritorno sfalsati, cioè con una diversa compilazione delle giornate tra le prime 19 giornate e le seconde. In Premier League avviene già da diverso tempo con un notevole ritorno di pubblico, pubblicità e interesse anche dal punto di vista dello spettacolo. Il secondo sorteggio effettuato per stabilire le gare della parte discendente del campionato, lascia campo libero non solo ad un diverso modo di spalmare le partite ma consente anche di vivacizzare le nuove sfide alla luce di possibili rivoluzioni di classifica, alimentando in tal modo la passione dei tifosi, sicuramente stimolati e incuriositi dalla novità.
Motivo 2) Il ritorno ormai quasi certo dei tifosi negli stadi. Si tornerà finalmente a tifare. Dovranno essere stabilite le percentuali dei tifosi che potranno assistere alle gare perché alle richieste dei club di ingresso aperto per la totalità della capienza, governo e scienziati oppongono motivazioni di carattere sanitario legate ancora alla circolazione del virus che da settembre in poi potrebbe ritornare a creare preoccupazione nel Paese. Comunque, prese tutte quelle che saranno le misure di sicurezza per evitare l’aumento dei contagi da Covid, si torneranno a sentire i cori d’incitamento dei tifosi e i fischi agli avversari. Il fattore campo, insomma, nel bene o anche nel male potrà tornare ad essere decisivo per le sorti di una partita o di una squadra, facendo tornare il pubblico ad essere il dodicesimo uomo in campo.
Motivo 3) Andando su aspetti un po’ più tecnici, l’incertezza che dopo dieci stagioni si registra ai nastri di partenza dove non c’è una favorita d’obbligo per la vittoria finale. Certo Juventus ed Inter godono ancora di un lieve margine di vantaggio nei pronostici di esperti e addetti ai lavori, ma le novità, soprattutto in panchina, che propongono molti club creano curiosità e interesse anche per quello che sarà il mercato appena iniziato. Un mercato non ricco, perché la pandemia ha aumentato le criticità già presenti nella azienda calcio Italia, ma che solletica la fantasia e la curiosità dei tifosi perché metterà alla prova l’abilità, le conoscenze e la voglia di puntare sui giovani piuttosto che sull’usato sicuro da parte di presidenti, direttori sportivi e degli stessi allenatori. Il tema allenatori, al momento, è quello che tiene maggiormente banco in questo inizio di stagione. Il ritorno in panchina di tecnici del calibro di Mourinho, Allegri, Sarri e Spalletti mette ulteriore pepe al campionato alimentando curiosità, interesse, sogni e fantasie dei tifosi di Roma, Juventus, Lazio e Napoli. Se si eccettua l’assenza di Conte, la mancata presenza di Guardiola, Klopp e Ancelotti, si fa per dire, le panchine italiane delle big hanno tutte il loro “special One”. E che dire di Simone Inzaghi approdato all’Inter dopo l’addio di Conte, che aveva riportato i neroazzurri ai vertici del campionato, o di Italiano che dalla tranquilla provincia è approdato in una piazza storica e calda come Firenze per rilanciare una squadra che viene da due stagioni di grande sofferenza, o ancora di Juric che ha il gravoso compito di rianimare un Toro tutt’altro che furioso negli ultimi due campionati…
Le certezze restano Gasperini e l’Atalanta, sempre più in simbiosi nel progetto Percassi, e Pioli con il Milan che ha riportato il club in Champions League e “rigenerato” Ibra, ancora decisivo, quando c’è. L’ingaggio di Giraud dal Chelsea, però, è garanzia che in caso di assenza forzata dello svedese l’attacco rossonero potrà contare comunque su un giocatore d’esperienza e tecnicamente forte pur non essendo un killer d’area di rigore. Come si vede il campionato dei “Campioni d’Europa” ha moltissimi spunti d’interesse che il mercato potrà solo alimentare viste le difficoltà economiche e finanziarie di molte società, a cominciare proprio dall’Inter campione d’Italia, costretta a cedere il suo “gioiello” Hakimi per fare cassa. E il Napoli? Da due giorni a Dimaro (ne parliamo anche in un’altra pagina n.d.r.), privo di molti nazionali, gli azzurri con la presenza di Spalletti creano molta curiosità. Che squadra ha in mente il tecnico toscano? Presto per dirlo, perché questo è il momento “da copertina” per il diesse Giuntoli e per il presidente De Laurentiis che dovranno attrezzare una squadra e soprattutto una rosa che sia all’altezza delle ambizioni dell’ allenatore e degli stessi tifosi. La necessità, generale, di abbattere il tetto degli ingaggi sembra di fatto cozzare con la volontà di aumentare la competitività della squadra. A comiciare dal rinnovo del contratto di Insigne che chiede un ritocco verso l’alto al precedente ingaggio. Spalletti non ha fatto mistero di avergli telefonato sperando che il “dieci” della nazionale voglia rimanere in azzurro. Per l’allenatore, perciò, Lorenzo è già un punto fermo del suo Napoli. Come vorrebbero esserlo, per il tecnico, Zielinski, Koulibaly, Politano, Di Lorenzo e Meret. vedremo se la società lo accontenterà. Ad ogni modo, due terzini, un centrocampista centrale ed uno interno oltre ad un attaccante di scorta, sono gli obiettivi minimi per mantenere una rosa competitiva rispetto alle altre sei sorelle.
Alla terza giornata, dopo l’esordio al “Maradona” contro il Venezia, c’è già la sfida contro la Juventus e si sa cosa pensano e vogliono i tifosi…
Fiducia è la parola d’ordine che bisogna avere per l’operato di Giuntoli e ADL sul mercato. E allora abbiamo fiducia in Giuntoli e DeLa per questo che sarà il mercato delle idee e non dei soldi da buttare via. D’altra parte non è che le rivali del Napoli siano messe meglio economicamente, anzi. E questa stagione, si spera la prima post- pandemia, può essere la grande occasione per qualche outsider. Il Napoli e Spalletti lo sono di diritto. E Spalletti non ha forse detto che a Napoli “Calcio e miracoli sono la stessa cosa”?
Avanti tutta, dunque. Perché non crederci, allora?

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