Il Napoli, a dispetto di quanto sostiene Spalletti, presenta gravi lacune di organico in difesa
Il Napoli negli anni scorsi (gestione De Laurentiis) per ben quattro volte si è piazzato al secondo posto e due volte ha conquistato il titolo di campione d’inverno. In tutte queste circostanze avrebbe potuto tentare di contrastare la Juventus e magari arrivare al titolo (con Sarri) lo sfiorò con adeguate campagne di potenziamento sul mercato di gennaio. Ma in tutte queste circostanze De Laurentiis venne meno all’appello. Ricordiamole quelle esperienze negative.
Nel 2012-2013 con Mazzarri gli acquisti di gennaio furono: Rolando, Armero, Radovanovic e Calaiò (che tornava dopo i fasti della serie B, ma non fu decisivo). Poi negli anni successivi un costante peggioramento qualitativo. Nel 2016-2016 acquistati a gennaio Regini e Grassi, nel 2017-2018 (l’anno in cui fu sfiorato il colpo) Machach e tal Bangoura (!), nel 2018.2019 con Ancelotti nessun acquisto.
Questa volta il Napoli è primo in classifica e si appresta a lottare con il Milan per il titolo di inverno. Purtroppo però tutto lascia presagire che può giocarsela fino alla fine. Ma purtroppo i segnali non sono incoraggianti. Per legittimare le aspirazioni, De Laurentiis è chiamato a mettere mano al portafoglio. Perché quest’organico, a dispetto degli strombazzamenti estivi del super aziendalista Spalletti, è carente in almeno due ruoli. Un deficit che potrebbe risultare decisivo, soprattutto a febbraio, quando contemporaneamente verranno meno per oltre un mese Koulibaly, Ounas, Anguissa e Osimhen.
I ruoli scoperti sono quelli del terzino sinistro e del centrale di difesa. Sulla carta in organico esistono infatti oltre ai titolari Di Lorenzo e Mario Rui le alternative: a destra Malcuit e a sinistra Ghoulam. Ma è evidente che non si può fare affidamento su nessuno dei due, come anche queste gare iniziali hanno confermato. Di Lorenzo sta compiendo autentici miracoli, non salta un match, che sia di campionato, di Coppa o della Nazionale. E a marzo sarà chiamato anche ai supplementari con la maglia dell’Italia, finita inopinatamente ai play off per accedere ai Mondiali. Ma fino a quando potrà reggere? Lo stesso dicasi per Mario Rui, recuperato da Spalletti ad un ottimo livello, ma anche lui esposto al superaffaticamento, a qualche infortunio e persino a qualche squalifica.
Ed è proprio la casella del terzino sinistro che richiede un immediato intervento. De Laurentiis non ha che l’imbarazzo della scelta: puntare sul navigato Mandava o sul giovane Parisi dell’Empoli. Non si tratta di fuoriclasse, ma entrambi potrebbero garantire quella copertura quantitativa che oggi risulta chiaramente debole. A meno che non si voglia optare per un ambidestro che possa così venire incontro a tutte le esigenze del reparto ed assicurare un sollievo anche a Di Lorenzo.
E veniamo alla questione del centrale difensivo. Anche in questo caso urge un rinforzo. Koulibaly andrà in Africa, Manolas sta più in infermeria che in campo, restano Rahamani e Jesus.
In sostanza tre operativi per due ruoli. Un’inezia di fronte agli impegni che attendono la squadra. De Laurentiis ha davanti a sé un ampio ventaglio di scelte: l’esperto Bremer del Torino, il già inseguito argentino Senesi o il promettente Gatti del Frosinone, una scommessa a costi ora accessibili (si parla di cinque milioni), che forse non sarebbe ottimale in ottica scudetto, ma che potrebbe rivelarsi però un ottimo investimento per il futuro se tutte le relazioni positive sul suo conto dovessero corrispondere poi al rendimento sul campo nella serie maggiore e all’interno di una compagine con obiettivi molto più ambiziosi. Su tutte e due i fronti si potrebbe anche virare su qualche vecchio campione al termine della carriera, in grado di assicurare un contributo nell’immediato. Qualche anno fa il Milan con una scelta del genere alla fine vinse il torneo.
Per il resto mercato fermo o quasi.
Nelle ultime ore si è parlato di uno scambio Lobotka-Vecino, con lo slovacco che verrebbe poi girato dall’Inter al Cagliari per avere in cambio Nandez. Giri complessi che quasi mai vanno a termine. Dallo scambio secco comunque il Napoli potrebbe riceverne un ceto vantaggio, visto che Lobotka sembrava essere rinato con la cura Spalletti e che poi, complice un infortunio, è sembrato perdere lo smalto di inizio stagione ed è ripiombato nella più assoluta mediocrità. Staremo a vedere.