La proposta di rinnovo al ribasso del patron del Napoli sembra un invito a chiudere dodici anni di storia
Che futuro ci sarà per Lorenzo Insigne? Cosa sarà del condottiero della nazionale, leader e capitano del Napoli? Dopo il pareggio con il Verona e il flop con la Nazionale, sembra che di lui si siano improvvisamente perse le stimmate del campione che avrebbe dovuto portare in alto i compagni di club e quelli della Nazionale in Qatar.
In verità, è da qualche partita che Lorenzo non incanta più come ad inizio stagione. Non è il solo, viste le condizioni dei suoi compagni in nazionale, ma il contratto in scadenza e non rinnovato, per molti addetti e moltissimi tifosi è il leitmotiv di prestazioni intermittenti. Per altri, il “pensiero” per il contratto è una sorta di scusa più che un problema per un giocatore che, a 30 anni compiuti, è rimasto, a sentir loro, un giocatore incompiuto. Anche in riferimento al “nemo profeta in patria” per le pressioni continue e la voglia di esser sempre protagonista, trova molti adepti tra coloro che lo hanno sempre sottovalutato e stimato poco e ritenuto un giocatore per niente decisivo tantomeno un campione.
Ma chi è il vero Lorenzo Insigne, giocatore e uomo che divide da una vita tifosi e addetti ai lavori? Chi è questo ragazzo, ormai uomo maturo, da una vita nel Napoli, numero 10 della Nazionale campione d’Europa, per il quale più di ogni altro giocatore o essere umano calza a pennello il mantra di Eduardo secondo cui gli esami non finiscono mai? Per noi, e a nostro sommesso avviso, Insigne è un signor professionista che in un calcio mediocre come quello attuale italiano è riuscito, nonostante un fisico tutt’altro che da atleta, a ritagliarsi con il suo estro e con pieno merito uno spazio importante nel panorama nazionale e del club dove è calcisticamente nato ed è tornato giovanissimo dopo aver affinato le sue doti con un maestro come Zeman prima a Foggia, poi a Pescara. E tuttavia per ora, essere il terzo goleador della storia del Napoli, dopo Mertens e Maradona, nonché il capitano della squadra, evidentemente non è sufficiente per essere degno di un “adeguato” rinnovo di contratto da parte della Società, pardon, del presidente Aurelio De Laurentiis. Anzi, il padrone del Napoli, gli ha proposto un ingaggio al ribasso – si dice 3,5 milioni lordi a stagione per quattro anni – rispetto ai quasi 5 attuali.
C’entra il Covid, c’entra la crisi che investe tutto il pianeta calcio con le eccezioni dei vari Raiola, Mendes e i Conte di turno? Non crediamo proprio. Anzi, diciamolo francamente, è una bufala vera e propria montata ad arte da coloro che sogliono fare gli equilibristi per comodità. Cerchiobottisti di professione. Un colpo al cerchio, a Pisacane e al suo assistito, e uno alla botte, e che botte, il padre padrone Aurelio De Laurentiis.
Lassù, a Lorenzo, qualcuno non lo ama, nessuna fatica a capire chi, e che soprattutto lo considera ormai un ingombrante “peso” da non sopportare più. Il ricordo di una notte in calce ad una insofferenza palesatasi con la proposta indecente da parte del Presidente: novembre 2019 e ammutinamento della squadra. Il tecnico Ancelotti va lo stesso in ritiro con lo staff, la squadra, senza pensarci due volte e, senza che il capitano si adoperi per scongiurare la ribellione, torna a casa. Volano pugni, parolacce e spintoni. Don Aurelio minaccia ritorsioni. Ancora in atto giudizialmente contro Allan e Milik e, di fatto, anche con Insigne con la indecente proposta di rinnovo. Lorenzo, che vorrebbe diventare con l’ultimo contratto importante in azzurro, almeno alle stesse cifre attuali, il re dei bomber e del Napoli e l’icona della squadra.
“Se ama davvero il Napoli dovrebbe accettare l’offerta del Presidente”. “Il presidente è un imprenditore e a un giocatore di quasi 31 anni che non può più essere un valore per il club la cifra offerta è proporzionata all’età e al suo valore tecnico”. Queste le campane di chi ritiene che sia Insigne a non voler più restare al Napoli. “Lorenzo ha dimostrato negli anni di essere un fior fiore di giocatore. Il contratto propostogli è una offesa alle sue qualità e al suo amore per la maglia che ha sempre dimostrato anche quando ha avuto qualche atteggiamento sbagliato”. Questi i rintocchi di coloro che in Insigne vedono l’icona azzurra e l’anima della città in squadra. Lorenzo il Magnifico insomma divide più che mai. Che ci siano stati club disposti a fare follie per lui abbiamo qualche riserva ma che da gennaio possa diventare un “affare” per diversi top club è fuori di dubbio. Il diretto interessato pensa solo a giocare e dare il massimo. Per dirla come Lorenzo il Magnifico: “Quant’è bella giovinezza, che si fugge tuttavia! chi vuol esser lieto, sia: di doman non c’è certezza”, proprio come il futuro di Lorenzo il Magnifico da Frattamaggiore: non v’’è certezza. Oppure sì… Don Aurelio se n’è già fatta una ragione. Noi, onestamente, ancora no.