- Il fenomeno del phubbing non sottovalutare le conseguenze
dell’amoredello smartphone
Durante una conversazione con altre persone sarà capitato anche a te di distrarti momentaneamente per guardare con occhi (e mente!) lo schermo del tuo smartphone. Basta guardarsi intorno per notare quanto sia diventato raro vedere una persona senza smartphone tra le mani: chi sfoglia qualche social, chi fotografa qualcosa per poi postarlo, chi risponde ad una nota vocale o ad una mail.
Ma se questo accade quando si è in compagnia?
In questi casi si parla di phubbing- dalla crasi tra “phone” telefono e “snubbing” da “snub” snobbare- ossia il comportamento di snobbare qualcuno preferendo l’uso dello smarthphone all’interazione con i presenti. Ma tale fenomeno, che ci stiamo abituando a tollerare, influenza negativamente l’interazione, crea nella persona dispiacere, frustrazione, senso di rifiuto nell’incontro con la “presenza assenza” dell’altro. Anche colui che mette in atto il phubbing ignorando l’altro in realtà non solo rinuncia al momento presente ma alimenta anche un circolo vizioso in cui l’ignorare porta ad essere ignorato: si riduce la qualità della comunicazione, l’umore tenderà a peggiorare influenzando negativamente sia l’autostima che la capacità di relazionarsi e tutto ciò porta ciascuno a sentirsi più solo.
L’azione di controllare compulsivamente lo smartphone anche in assenza di una reale urgenza, tendenzialmente può essere determinata da vari motivi: a volte anche senza una reale ragione, per noia o per abitudine piuttosto che per uscire da situazioni imbarazzanti o per via della Fomo “Fear of missing out” ossia il timore di perdersi qualcosa e di sentirsi esclusi da esperienze appaganti fino poi a crearsi una vera e propria dipendenza che, in base alla gravità, manifesta differenti conseguenze.
Il phubbing può avere conseguenze nella relazione di coppia?
A partire da una serie di ricerche è stato dimostrato che nella relazioni di coppia, più che in altri tipi di rapporti, il partner che subisce il phubbing metterà in atto la stessa azione. Ad esempio Paolo stava raccontando qualcosa ad Alessia ma si sente ignorato quando lei inizia a guardare il cellulare. Secondo le ricerche potremmo ipotizzare che Paolo prenderà il suo smartphone attivando quindi lo stesso comportamento speculare di Alessia. È un po come se si aspettasse di ricevere attenzioni e interesse, ma vedendo che il partner è impegnato sul suo smartphone, si arrende all’evidenza, per noia o per imitazione mette in atto la stessa azione.
Tendenzialmente ancor più nelle relazioni intime la persona snobbata prova disinteresse, rifiuto o svalutazione sia per la coppia che per se stesso mostrando conseguenze negative sull’ autostima.
Questi comportamenti finiscono per ridurre lo spazio ed il tempo- reali ed emotivi- tra i due partner, hanno conseguenze sulla comunicazione e sulla complicità della coppia e a lungo andare possono determinare cambiamenti e crisi nella sfera sessuale.
Quando vale la pena disconettersi dalla vita reale a favore di quella virtuale?
Senza demonizzare l’uso dello smartphone dobbiamo comprendere che a volte il suo uso rischia di diventare un modo per riempire spazi emotivi. Tutto parte dalla consapevolezza. Certo può sembrare più facile a dirsi che a farsi, ma acquisire consapevolezza e porsi come esempio all’altro permette di non cadere automaticamente nel phubbing che in realtà porta verso l’isolamento. Forse ricordare il significato del termine phubbing ossia snobbare l’altro, può diventare un buon punto di partenza per valutare quando e quanto valga la pena rispondere ad una notifica o essere presente nel qui ed ora con l’altro.
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(è arrivato il momento di ringraziarlo!)
Laureata in psicologia, indirizzo clinico, con lode e specializzata in Psicoterapia.
Svolge la sua attività di Psicologa e Psicoterapeuta a Napoli offrendo sia psicoterapia individuale che psicoterapia di coppia.
Inoltre attraverso vari master ha conseguito il titolo di Psicodiagnosta e di esperta in psicologia giuridica.
Questa rubrica nasce dal desiderio di condividere temi che, al di là delle “definizioni”, spero possano offrire spunti di riflessione.