
Scusate il ritardo è il primo album del cantautore Antonio Scafuri, un piccolo sogno che ha preso vita in una camera tra fogli sparsi, una chitarra e tanti dubbi. Il titolo prende spunto dal celebre film di Massimo Troisi, la cui filosofia di vita risuona in ogni traccia di questo disco.
“Scusate il ritardo” è il titolo del tuo primo album, un progetto cantautorale che raccoglie anche alcuni brani già editi. Raccontaci qualcosa in più…
Scusate il ritardo oltre ad essere il mio primo album è un vero e proprio sogno che si realizza.
Uno di quelli coltivati a lungo, grazie al supporto e la vicinanza in primis dei miei amici e poi di tutte le persone che mi hanno sempre accompagnato durante tutti questi anni. È l’espressione più reale di ciò che provo e che porto dentro. Rappresenta ciò che sono, ciò che voglio essere.
Antonio nella tua carriera tanti concerti, per voi indipendenti la dimensione live è forse l’unico asso da giocare per potersi “imporre” in un mercato in cui contano solo i numeri. Che ne pensi?
La dimensione live per quanto mi riguarda è l’unica cosa che conta. È ciò che mi fa sentire vivo.
È soprattutto in grado di restituirmi emozioni che mi permettono di scrivere e cantare ancora, sempre come fosse la prima volta. In mondo di “numeri”, resta l’unica vera boccata d’ossigeno per chi, indipendente, ha deciso di intraprendere una determinata strada.
Scrivere è un po’ raccontarsi: in questo album quanto c’è di Antonio? C’è una canzone che senti particolarmente sulla tua pelle?
Scrivere è scoprire la propria anima, quindi in questo album c’è tutto me stesso, quello vero. Sono indissolubilmente legato a tutti i miei brani, quello che tuttavia oggi sento rappresentarmi più di altri è sicuramente “se nun ce staje tu”. Tocca corde di cui forse ancora non ho imparato a riconoscere le vibrazioni.
La musica al servizio dei più piccoli grazie alla musicoterapia, raccontaci questa bellissima esperienza…
La musica con i miei bambini è quello che io definisco da sempre il mio “posto felice”. La possibilità di guardare il mondo e la vita, con occhi differenti, lontani da pregiudizi, preconcetti, schemi mentali…occhi che sanno meravigliarsi. Quello che ricevo quotidianamente è davvero tanto, ogni giorno rientro con un “sacco” pieno, da svuotare quando è sera per far posto a ciò che arriverà il giorno seguente.
Antonio, dopo queste prime settimane la tua percezione di “accoglienza”di questo album qual è, raccontaci della serata di presentazione…
La serata di presentazione è stata un sogno ad occhi aperti. Ho la fortuna di essere “accompagnato” da sempre da persone che hanno protetto me e la mia musica, custoditi come si fa con ciò a cui si vuole veramente bene. Hanno accolto ancora una volta il mio album con immenso amore, mostrandomi una vicinanza mai scontata. Sarò eternamente grato. Spero di ripagare in minima parte suonando l’album ovunque, portando sempre tutti loro con me.
Tutto è sempre di corsa, la musica soprattutto e la domanda è d’obbligo: stai continuando a scrivere nuovi brani? Ci sono già proiezioni future a cui stai pensando e lavorando?
Continuo a scrivere perché è l’unico modo che mi resta, l’unico che mi piace. Il mio obiettivo è quello di suonare, dal vivo, per chiunque voglia ascoltare. Il mio spettacolo teatrale resta qualcosa di vivissimo che vorrei portare in giro, così come la mia musica.