Un mix di tradizione e modernità unita ad un timbrica inconfondibile, il cantautore partenopeo Gnut torna con il nuovo singolo Luntano ‘a te e con un nuovo tour che farà tappa a Napoli, il prossimo 27 marzo al Teatro Bolivar.
Claudio, il tuo nuovo singolo Luntano ‘a te, è una ballad il cui focus è il ritrovare se stessi , liberandosi da un amore tossico, una tematica delicata ed attuale. Per i cantautori le canzoni nascono in modo spontaneo, c’è verità nella vostra scrittura e quasi mai c’è qualcosa di pre costruito: ci racconti com’è nata?
È una canzone che avevo da un po’ di tempo in un cassetto. Avevo scritto prima la melodia su un altro testo e poi a pochi giorni dalle registrazioni mi è venuta l’ispirazione per il testo nuovo.
Il tema è decisamente attuale. Credo che il concetto di “amore tossico” abbia tantissime sfaccettature e gradi di intensità. Nelle forme più “lievi” siamo circondati e tremendamente condizionati da rapporti nocivi sia in amore che in ambito lavorativo, in amicizia o tra parenti. La nostra è una società nella quale è veramente complicato riuscire a costruire un rapporto sano. Una società competitiva ed individualista con l’ego costantemente messo sotto pressione dai social.
Le forme gravi di questo tipo di rapporto passano da un tipo di violenza psicologica a quella fisica, fino ad arrivare agli allarmanti dati sul numero di omicidi/femminicidi che ogni anno avvengono nelle case degli italiani.
Il problema principale è che quello che emerge è solo una piccolissima percentuale di quello che realmente succede tutti i giorni. Bisogna trovare la forza di reagire, liberarsi e nel caso denunciare.
Se la mia canzone può dare un minimo di coraggio o aiutare a riflettere qualcuno che per caso la ascolta avrà fatto già tantissimo. Ma il lavoro grande da fare è sicuramente a carico delle istituzioni che devono cercare in tutti i modi soluzioni per limitare questo problema tutelando le persone più deboli.
La tua scrittura alterna l’uso del dialetto alla lingua italiana, le emozioni credo non conoscano limiti di comprensione di un testo ma ti chiedo, preferisci comporre brani in dialetto o in italiano?
In questo periodo sto amando scrivere in napoletano. È la lingua che si sposa meglio con il tipo di ricerca musicale che sto facendo allontanandomi sempre di più dalla “forma canzone” classica. Ma devo dire che anche in italiano quando capita mi piace moltissimo continuare a lavorare.
Sei sulla scena musicale da circa un ventennio, la prima pubblicazione “DiVento” risale al 2018: com’è cambiato il tuo approccio alla musica e verso il tuo pubblico?
La musica è sempre stata un percorso di autoanalisi e di ricerca tra passioni e radici. Continuerà ad esserlo fino a quando continuerò a suonare.
Durante la tua carriera hai collaborato con tanti artisti partenopei e non, c’è un artista con il quale ti piacerebbe comporre nuova musica?
Gli incontri che ho avuto sono stati tutti molto casuali. Preferisco non programmare troppo e nemmeno fantasticare. Quello che succederà lo accoglierò con entusiasmo come ho sempre fatto.
A marzo partirà da Torino il tuo tour: un sù e giù per la penisola che ti porterà a Napoli il 27 marzo al Teatro Bolivar, ci anticipi qualcosa?
Sarà un tour per me molto emozionante. Ripercorrerò pezzi importanti del mio repertorio e della mia vita con due fratelli in musica che daranno un tocco molto cinematografico alla canzoni. Sarà emozionante perché dopo mi dedicherò al nuovo disco e al nuovo repertorio che stravolgerà parecchio il mio approccio ai concerti e agli arrangiamenti. Quindi cercherò di godermi al massimo questo ultimo giro di boa.
Un’ultima domanda sul recente secondo posto di Lucio Corsi al Festival di Sanremo e la sua recente adesione all’EUROVISION. C’è speranza dunque per la musica cantautorale?
Me lo auguro.
https://youtu.be/ub7_FcGi6h0?si=c4zVr63jR1Sow-az
ph Alessandra Finelli