Dino Tropea è uno scrittore emergente che ha saputo conquistare il pubblico con la sua scrittura autentica e coinvolgente. “Lasciato Indietro” è la sua opera più ambiziosa, dove esplora le complessità dell’animo umano, tra emozioni travolgenti, riflessioni sul senso della vita e il coraggio di affrontare le sfide più difficili.
Dalla meravigliosa Sicilia all’amena Liguria: cosa le unisce e cosa le differenzia culturalmente?
Sicilia e Liguria si guardano da lontano, legate dallo stesso mare ma con due anime diverse. La Sicilia è un teatro a cielo aperto, viscerale, travolgente, ti prende per la giacca e ti trascina dentro le sue storie. La Liguria è schiva, la devi corteggiare, ma quando ti concede un sorriso, ti strega con la sua bellezza discreta. Entrambe vivono di mare, di tradizioni forti, di cucina che è memoria e identità. Io le ho vissute sulla pelle, non solo per la mia storia personale, ma anche grazie al mio percorso nella Marina Militare, dove ho fatto il corso da sommozzatore addetto alla sicurezza al Varignano. Un’esperienza che ti insegna a resistere, ad adattarti, a capire che sott’acqua, come nella vita, contano calma e determinazione.
Ci racconta della sua ultima esperienza a Sanremo Writers?
Quando mi hanno chiamato da Casa Sanremo ho pensato alla solita proposta commerciale. Poi ho fatto le mie verifiche e ho capito che no, era roba seria: mi invitavano alla 18ª edizione di Sanremo Writers. Diciotto, la maggiore età, il momento in cui diventi adulto. E io, con Lasciato Indietro, adulto lo sono diventato davvero. È stata un’esperienza incredibile. Ho conosciuto lettori, scrittori, ma anche cantanti e personaggi dello spettacolo con storie forti da raccontare.
Il libro ha ricevuto una menzione “speciale” da Casa Sanremo Library, perché i suoi temi risuonavano con molte delle canzoni del Festival 2025. Lucio Corsi, per esempio, ha usato proprio le parole “lasciato indietro” nel testo della sua canzone, che ha vinto il premio della critica, è arrivata seconda e rappresenterà l’Italia all’Eurovision. Vuol dire che il messaggio di Lasciato Indietro viaggerà ancora più lontano. E questa è la cosa più bella: sapere che un pezzo di te può arrivare dove meno te l’aspetti. Mi piacerebbe omaggiare Lucio del mio racconto, stringergli la mano da “uomo a uomo”, due anime che hanno conosciuto la vita di strada prima della notorietà.
Trasformare le difficoltà in opportunità è il focus della sua opera prima Lasciato Indietro. Ci dà un consiglio su come riuscirci?
La prima cosa da fare è smettere di domandarsi “perché a me?”. È la domanda più inutile che esista. Bisogna invece chiedersi: “E adesso? Cosa ne faccio di quello che mi è successo?”. Il dolore può schiacciarti o farti diventare più forte, sta a te decidere. Lasciato Indietro non è solo un libro, è un “Manuale di Sopravvivenza”. Se vuoi diventare un “Incursore della Vita”, a qualsiasi età, leggilo. Ho messo dentro la mia esperienza, la cosa più preziosa che abbiamo: il tempo e il modo in cui lo usiamo. E diciamolo, chi non vorrebbe la lucidità di un cinquantenne con l’energia di un ventenne?
Ci parli un po’ del suo libro, come è nato e cosa l’ha spinta ad affrontare temi come la resilienza, l’esclusione e la ricerca di sé stessi?
All’inizio era tutto un io, io, io. Scrivevo di me, della mia storia, e pensavo fosse sufficiente. Poi ho capito che la mia storia era la storia di tanti. Il libro è cresciuto, è passato da 200 a 400 pagine, perché la vita è complessa e non si può ridurre tutto a un’unica voce. Mi ero perso, annegato nei miei stessi pensieri, ma ho trovato la via d’uscita e volevo condividerla. Il titolo dice tutto: Lasciato Indietro: Un Tributo alla Forza della Resilienza di fronte alle Avversità. Parla di chi si è sentito escluso, dimenticato, ma ha trovato il modo di rialzarsi. È un libro che trasforma il dolore in qualcosa di utile. E spero che un giorno possa diventare uno spettacolo teatrale o magari un cortometraggio. Perché certe storie hanno bisogno di essere viste, oltre che lette.
Dino qual è il suo scrittore preferito e quali sono i tre libri che tutti dovremmo leggere?
Verga, senza dubbio. Non solo perché lo amo, ma perché ho vissuto letteralmente accanto alla sua casa museo a Catania. Sono cresciuto in un appartamento attiguo a quella che oggi è la casa museo di Verga e Bellini. Era già scritto nel mio destino che avrei raccontato storie. Il mio compagno di giochi di allora si chiamava Ferruccio. Ferruccio, come il personaggio di Cuore di De Amicis. Strana la vita, no? Tra i libri che consiglio c’è Rosso Malpelo, perché parla della durezza della vita e di chi non si arrende. In Lasciato Indietro ho scritto un capitolo dedicato ai Ragazzi di Monserrato, i miei amici di sempre, anime inquiete come Malpelo, che cercano il loro posto nel mondo, il Garage Monserrato e la Chiesa di S. Maria di Monserrato a Catania potrebbero diventare meta di visita, luoghi culto per gli appassionati di questo racconto. Poi metto Il vecchio e il mare di Hemingway, perché insegna che la lotta più grande è quella con noi stessi. Ho visitato la sua casa museo nelle isole Keys e ho sentito la sua presenza in ogni angolo. Lui sapeva che la dignità non sta nel vincere, ma nel non mollare mai.
In un era digitale dove i più giovani passano il tempo a chattare invece di sfogliare un libro. Come si può conquistare la generazione Alpha?
Con le storie giuste. Non importa il mezzo: carta, audiolibri, graphic novel, podcast. L’importante è che la storia arrivi e lasci il segno. I ragazzi di oggi non hanno pazienza per le prediche, ma se li prendi nel modo giusto, ti seguono fino in capo al mondo. Io ho creato una pagina Facebook Mai più Lasciati Indietro, uno show su Spotify e un programma su Talk City Web Radio. Perché devi andare a cercarli, non aspettare che vengano da te. E poi, diciamocelo, chi non vorrebbe la fortuna di essere giovane con l’esperienza di un cinquantenne? Se leggendo Lasciato Indietro un ventenne può evitare gli errori di chi ha già sbattuto la testa, allora ne è valsa la pena.