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Verso il Carnevale del tempo sospeso

I riti, collegati ai cicli delle stagioni, ci ricordano l’avvicinarsi della festa dell’allegria. Riusciremo a far ridere i nostri bambini?

Esattamente un anno fa ci lamentavamo che a scuola non s’era fatto quasi niente, tra improbabili gite, le frequenti assenze degli insegnanti e le ripetute interruzioni per il maltempo… Per giunta, a Carnevale qualche scuola chiuse addirittura per tre giorni di seguito! E adesso? Come si dice: “Non lamentarti di ciò che non hai, ma apprezza quel che hai. E cerca di cogliere il positivo da ogni situazione, sennò ti rovini anche il presente”. Adesso la situazione determinata dalla pandemia ci ha fatto cambiare totalmente punto di vista. Caos e incertezze. Gli spazi di vuoto temporale – che erano pausa per riflettere e ritemprarsi – diventati un continuum di “irrealtà” che fa consumare il tempo attaccati a un computer (invece di scandirlo). Ed è così che la vita ci sfugge di mano…
I riti, collegati ai cicli delle stagioni, ce lo ricordano. Tra un paio di settimane è Carnevale (da “carnem levare” ovvero eliminare la carne, in riferimento al tradizionale banchetto del martedì grasso, che precede il periodo di astinenza della Quaresima). Ricorre sei settimane prima della Pasqua, festa “mobile” che segue il primo plenilunio di primavera e che quest’anno si celebrerà il 4 aprile. Una festa che affonda le sue radici nel mondo greco e romano: momento di “trasgressione autorizzata” dai poteri del momento, per poi far rientrare tutti nell’ordine costituito… Di qui (anche) la funzione della maschera, che celava l’identità di schiavi e prigionieri, sciogliendoli temporaneamente dagli obblighi legati al proprio ruolo… Del resto, ogni regione ha la sua maschera. In molte città prima della pandemia si svolgevano le sfilate dei carri allegorici. Nel Medioevo i festeggiamenti culminavano col rogo purificatorio di un fantoccio (il “re Carnevale”). Festa della sregolatezza, festa della fecondità (la terra che si risveglia) e dell’allegria. Riusciremo a far ridere i nostri bambini (Rodari)?

Giovedì grasso è l’11 febbraio, poi la domenica di Carnevale ed il 16 febbraio sarà “martedì grasso”, seguìto dal Mercoledì delle Ceneri che segna appunto l’inizio della Quaresima. E come sempre, la festa si celebra anche a tavola… La ricetta simbolo del Carnevale napoletano è la sontuosa lasagna (forse traccia di quella fame atavica di Pulcinella rappresentata anche nei film con Totò e i De Filippo). Altro cibo tipico è il maiale (salsicce e friarielli, arista, porchetta) ma c’è chi sceglie braciole o polpette al sugo. Come dolci, il sanguinaccio (dal 1982 privo del sangue di maiale per motivi sanitari) con savoiardi o chiacchiere; il migliaccio; frittelle. Per il calendario scolastico, in Campania è vacanza il 15 e 16 febbraio.
Intanto siamo nei “giorni della merla”- gli ultimi tre di gennaio (29,30 e 31) oppure gli ultimi due giorni di gennaio e il primo febbraio – che secondo la tradizione sono i più freddi dell’anno (il detto è legato a leggende sulla femmina del merlo, che per ripararsi dal gelo si rifugiò in un camino con i suoi figlioletti e così il pelo del volatile, da candido che era, diventò nero). Passerà.

 

 

 

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