“Il terremoto del 1980 è diventato una calamità permanente ancora oggi con ferite gravi e ne paghiamo anche noi le conseguenze, oggi, di quel periodo di commissariamento dell’emergenza terremoto, perché oggi il debito principale del Comune di Napoli risale ancora al post terremoto. Oggi paghiamo ancora gli interessi e quindi Il disastro finanziario ereditato dal Comune di Napoli ha là la sua origine principale. Pensate Calamità naturale, lutti, camorra, mala-politica, disastro finanziario” Così il sindaco di Napoli Luigi de Magistris in un intervento sulla sua pagina Facebook per ricordare il terremoto avvenuto quarant’anni fa.
“Del terremoto – spiega il primo cittadino – ho un ricordo personale indelebile. Avevo 13 anni, era domenica, erano le 19.34. Io abitavo a via Mascagni al Vomero. Stavo vedendo la partita in televisione con mio padre, mia madre e mio fratello, all’epoca la Rai trasmetteva un tempo in tv della partita, e all’improvviso iniziammo a saltare dalla sedia, dal divano con un boato molto forte. Mio padre era un magistrato impegnato in processi delicati: era l’epoca del terrorismo, degli omicidi di camorra e quel boato lasciava intendere che poteva essere una bomba. Mio padre infatti – prosegue de Magistris – si avvicinò al balcone. Io lo seguii. Il cielo era viola. Durò circa tutto un minuto e mezzo. Mi ricordo che ci ritrovammo tutti e quattro vicino al corridoio ed ebbi questa immagine che non dimenticherò mai della parete che si apriva di 4-5 centimetri. Non sapendo cosa fosse il terremoto ero convinto che stesse crollando il palazzo. Terremoto prima sussultorio e poi ondulatorio. Interminabile… Poi ricordo che scendemmo giù e furono giorni terribili. Circa 3mila morti, a Napoli il crollo del palazzo in via Stadera, nel quartiere Poggioreale. Un disastro naturale diventato poi calamità anche politica e camorristica per la speculazione che c’è stata sulla ricostruzione. Su come è stato gestito quel fiume di denaro pubblico. Oggi – aggiunge il sindaco – è importante stringersi in quel ricordo che ha anche unito le nostre popolazioni con una grande rete di solidarietà e come non dimenticare quella figura così rappresentativa di Sandro Pertini quando venne a visitare i luoghi del disastro. I grandi popoli rinascono anche da grandi tragedie. E quindi oggi è un ricordo amaro. Come Comune appena finita la zona rossa abbiamo già pronta una grande mostra fotografica e non solo inedita su quei giorni difficili del Mezzogiorno”.