Ormai le nostre vite sono sempre più legate al digitale e alla tecnologia. Ma quanti e quali sono i rischi?
C’è una correlazione chiara, netta e precisa tra il lockdown che abbiamo vissuto, e che a malincuore saremo costretti a vivere ancora, e la nascita di alcune patologie psicologiche e dipendenze. Era inevitabile, d’altronde: da marzo dello scorso anno la nostra vita è letteralmente migrata verso il digitale e verso la tecnologia. Lavoro, scuola, amici, famigliari, informazione, tutto avviene online, anche perché fuori casa non ci si può andare. E se da un lato tutto questo ha degli indubbi effetti positivi, non mancano anche dei particolari effetti collaterali.
Lo ha dimostrato una ricerca dell’Università di Catania, guidata dal professor Pasquale Caponnetto, docente di psicologia clinica e clinica delle dipendenze, nonché coordinatore del CPCT, Centro Prevenzione e Cura al Tabagismo del Policlinico Vittorio Emanuele di Catania. “Lo smartphone ci ha uniti in un momento delicato e ci ha ingaggiato (per usare un termine d’uso frequente) generando in sua assenza delle sintomatologie simil abbandoniche – ha spiegato – a cui la psicologia dovrà rispondere con soluzioni terapeutiche più che innovative relative al trattamento delle dipendenze”.
A pagare le conseguenze di tutto questo sono soprattutto i millennials, che stando ad alcuni report, utilizzano e controllano i loro cellulari 150 volte al giorno e adesso, dopo la quarantena, hanno aumentato ancora di più il tempo passato sul cellulare. Con dei rischi in più. Stando a quanto si legge su Giochidislots, i social stanno utilizzando le stesse tecniche delle sale da gioco per creare dipendenze psicologiche e radicare i loro prodotti nelle vite dei ragazzi e degli utenti. È di questo parere Philihp Busby, Wealth Management Consultant, che afferma “Questi metodi sono così efficaci che possono attivare nel cervello meccanismi simili a quelli della cocaina, creando sindrome di astinenza psicologica“.
Lo afferma anche la ricerca di cui parlavamo in apertura, “Smartphone addiction across the lifetime during Italian lockdown for COVID-19”, realizzata in collaborazione con i ricercatori dell’Università di Roma La Sapienza. Il questionario, sottoposto a 1.264 partecipanti di età compresa tra i 15 e i 67 anni, ha messo in evidenza come la curva di dipendenza sia in costante aumento. Numeri importanti, perché possono servire a studiare schemi e connessioni tra dipendenze e disturbi della mente. “Particolari circostanze che impediscono le interazioni sociali convenzionali aumentano il rischio di incorrere in comportamenti patologici e dipendenze da dispositivi elettronici”, affermano i ricercatori.
Perché computer, pc e smartphone sono una ricchezza. Ma bisogna fare attenzioni a non trasformarli in un pericolo.