di Cinzia Rosaria Baldi *
Le donne dell’associazione della Sanità sono un punto di riferimento nella lotta alla violenza di genere
Donne comuni, mamme, figlie, nonne del Rione Sanità sono scese in piazza per protestare contro la scarcerazione di Vincenzo Lo Presto che uccise a botte la moglie due anni fa, un sit-in silenzioso, pacifico davanti al Tribunale di Napoli con simboliche mascherine rosse ed uno striscione che ricorda il femminicidio, di Fortuna Bellisario, avvenuto due anni fa, che tinse di sangue la vigilia della Giornata internazionale della Donna.
L’omicidio sconvolse l’intero quartiere della Sanità, il quartiere originario della coppia, e l’onda lunga della reazione spinse le amiche della vittima ed altre donne a costituire l’associazione le “Le Forti Guerriere” con lo scopo di fare squadra contro le violenze domestiche e i femminicidi.
Fortuna, appena 36enne, fu uccisa selvaggiamente dal coniuge per gelosia il 7 marzo 2019, la colpì brutalmente e ripetutamente fino alla morte con la stampella ortopedica che usava per camminare, mentre i 3 figli piccoli erano dalla nonna. Fu trovata senza vita nel suo appartamento a Miano sul suo corpo i segni di lividi e di percosse di lungo tempo di violenze.
Ora solo dopo appena due anni di carcere per Vincenzo Lo Presto sono scattati gli arresti domiciliari, che sconterà a casa della madre.
Per l’uomo il reato ipotizzato inizialmente era quello di “omicidio volontario”, ma fu derubricato in “preterintenzionale”: Lo Presto usufruì dello sconto della pena previsto dal rito abbreviato e fu condannato a solo dieci anni. Il clamore destato dalla scarcerazione dopo appena due anni ha fatto sì che il Tribunale dei Minori intervenisse per non fargli accordare il permesso di vedere i figli e la Procura si sta attivando contro il provvedimento.
“Le Forti Guerriere”, l’associazione creata tra i vicoli del rione Sanità protesta contro la scarcerazione, nel quartiere tutti si chiedono come fa un giudice a ritenere dopo solo due anni che un uomo, che ha commesso un crimine così efferato, “Non sia socialmente pericoloso”. Molte donne dell’Associazione conoscevano Fortuna e soffrono ancora di più, si sentono tradite, ma non si arrendono, molte hanno loro stesse alle spalle situazioni familiari difficili, ma non vogliono rinunciare all’affrancamento conquistato denunciando. L’associazione, nata con l’aiuto del noto parroco della Basilica, padre Antonio Loffredo, da oltre un anno offre un supporto sul territorio, concreto ed efficace, a quante sono rimaste vittime di abusi e violenza. Non è un centro anti-violenza vero e proprio, quello delle guerriere della Sanità, ma un luogo per intercettare il disagio, l’ associazione è uno spazio dove le donne possono incontrarsi ed aprirsi, dove si svolgono varie attività e di pomeriggio si accolgono anche i bambini per il doposcuola.
Nel quartiere popolare e multietnico, dove il tasso di istruzione è basso, dove manca il lavoro e molti sono a rischio povertà, “Le Forti Guerriere” sono oggi un punto di riferimento ed operano aiutate da padre Loffredo, dai volontari, da avvocati che offrono informazioni ed il gratuito patrocinio e dalle suore, che offrono un supporto umano, capillarmente per “aiutare le donne a dire basta” e far capire che “se non si denuncia si muore”, ora sono deluse.
La commutazione della carcerazione nei domiciliari per Vincenzo Lo Presto rappresenta, infatti, un messaggio altamente pericoloso, che invalida tutta l’azione svolta dai Centri antiviolenza che operano per spingere le donne ad affidarsi alla giustizia ed a non lasciare impunite le aggressioni.
Il 9 agosto 2019 è entrata in vigore la legge n. 69, nota come “Codice Rosso” volta a rafforzare la tutela delle vittime dei reati di violenza domestica e di genere, la legge è un segnale culturale ma questo episodio dimostra che non risolve gran parte dei problemi e soprattutto vi è scarsa conoscenza delle dinamiche della violenza di genere da parte di giudici ed avvocati. Le donne continuano ad essere uccise con una media di una ogni due giorni. In Italia, nell’anno della pandemia, nonostante siano scesi ai minimi storici gli omicidi volontari, il trend positivo non riguarda le vittime di genere femminile: anzi le donne uccise l’anno scorso per i motivi più diversi sono state lo 0.9 per cento più del 2019.
*psicologa età evolutiva