Da ‘Althenopis’ a ‘Le vite degli altri abitano la mia’: uno sguardo sul mare di Fabrizia Ramondino.
Questo è il tema della conferenza che la giovane autrice Paola Nitido ha dedicato alla nostra scrittrice più europea davanti alla platea fatta di giovani studenti al festival Booksophia organizzato dall’Archeoclub massese nella cittadina delle sirene. Pochi sanno che l’infanzia della Ramondino si svolse in una frazione di Massa Lubrense nella Casarella a Santa Maria Annunziata (cfr. Althenopis; 1944-48)”. La Nitido ha legato poi tutte le fasi della vita dell’autrice nella visione ‘madrifocale’:la genealogia femminile era testimoniata dall’aver ella vissuta con la madre e la nonna”. Poi le varie fasi di questa varia abitabilità che la porta a Somma Vesuviana, ad insegnare nella Scuole torresi ed a Portici, tenendo accesso il fuoco con l’esperienza dell’Associazione risveglio di Napoli (ARN) e con il suo primo libro su “I disoccupati organizzati (1977)”. Dall’impegno sociale, agli scritti antropologici, fino alla nascita letteraria – “Alhenopis (1981; Einaudi)” – che non fu un’uscita di sicurezza ma che le permise di sublimare nella sua lingua classica figlia della letteratura francese e russa la Napoli del Dopoguerra, vero ‘occhio di vecchia”. “Sto preparando – ci dice la Nitido – un film sulla Ramondino che non ricalcherà quei documentari storici che possono rinvenirsi su Raiplay”. La Nitido è stata anche assistente del regista Edoardo De Angelis nel film Rai “Sabato. Domenica e lunedì (2021)” ed è docente di lettere nei licei. Il suo saggio sull’autrice napoletana uscito nel 2021 per i tipi della Federiciana – “Le vite degli altri abitano la mia. La scrittura del sé nell’opera di Fabrizia Ramondino” ebbe il merito di rilanciare gli studi sulla scrittrice, – mai troppo letta – che insegnò che la propria vita ed i rapporti umani che la scandiscono fanno integralmente parte della nostra identità: e da ciò poi scaturisce il materiale lavico della scrittura figlia della passione per la vita.