Le incertezze relative all’avvio del prossimo anno scolastico, a Napoli, e non solo, s’innestano in una situazione già difficile per l’insufficienza di docenti e di spazi (la maggior parte dei quali necessitano di manutenzione) ma soprattutto per vecchi problemi tuttora irrisolti… Emblematico il caso dell’Isis “Giustino Fortunato” di vico Acitillo, al Vomero, che accoglie circa 1300 alunni provenienti da ogni parte della città. Nel 2018 per una infiltrazione d’acqua chiuse la succursale di via Ricci, a Soccavo. La sede centrale del Vomero subito si organizzò, ma, per accogliere tutti, gli studenti furono costretti a doppi e tripli turni.
I genitori e la dirigente scolastica, Fiorella Colombai, individuarono un altro edificio, sempre a Soccavo, l’ex scuola d’infanzia Verdolino (facente parte dell’istituto Risorgimento), che avrebbe potuto metter fine ai disagi. Ma benché l’edificio sia stato assegnato, nessun passo avanti concreto sinora è stato fatto perché il Comune e la Città metropolitana non si mettono d’accordo. Il Comune, proprietario dell’immobile, dovrebbe dare il nulla osta per il comodato d’uso alla Città metropolitana che poi porterebbe avanti la gestione. Invece è tutto fermo.
“A settembre saranno tre anni che non riusciamo a dare una scuola decente ai nostri figli”, denuncia una delle mamme, Giovanna Luongo, del comitato genitori (intervistata da Giovanni Occhiello del Tgr Campania). “I nostri figli”, aggiunge, “fanno solo venti ore settimanali!”. Enormi i sacrifici dei ragazzi, molti dei quali impiegano anche più di un’ora per andare a scuola e, quando hanno lezione di pomeriggio, poi rientrano a casa troppo stanchi per studiare per la mattina seguente…Uno stress per i giovani e per le famiglie, che non possono organizzarsi. Dopo tre anni di disagi insomma l’istituto tecnico Giustino Fortunato è ancora in attesa di una sede succursale indispensabile per garantire il diritto allo studio, alla scuola, che è anche presidio di legalità ed argine al rischio delle devianze minorili. Si auspica che Comune e Città metropolitana si attivino per completare questa operazione, anche perché probabilmente sarà necessario qualche lavoro per adattare la succursale alle nuove esigenze post lockdown.