“I duecentocinquantamila napoletani che vivono nel centro storico non hanno ospedali nelle vicinanze. Dopo la chiusura di quattro presidi importanti oggi ci si trova a fronteggiare un’emergenza grave, quella del Coronavirus, con quattro terapie intensive in meno sul territorio. Un danno enorme per la popolazione”.
Si sfoga senza usare mezzi termini Luigi De Paola, ex direttore sanitario dell’ospedale Incurabili, per oltre vent’anni al vertice della struttura chiusa ormai da un anno. “Mai come in questo momento l’ospedale Incurabili sarebbe stato un bene prezioso per il territorio. Sia per la degenza che per i sei posti in terapia intensiva” polemizza De Paola, fondatore dell’associazione “Gli amici degli Incurabili” (220 iscritti tra medici, architetti, avvocati, residenti del quartiere), creata per la tutela il restauro e il ripristino della funzione sanitaria dello storico complesso ospedaliero.
L’ex direttore degli Incu”L’emergenza è grave, ma dobbiamo farcela. E solo riallestendo le strutture dismesse potremo dare un grosso contributo per la gestione della pandemia. Ci deve essere accordo tra le istituzioni. E, soprattutto accordo tra le istituzioni e la popolazione. Solo così, citando il grande epidemiologo Frank Snowden, potremo avere la meglio sulla pandemia. Altrimenti il fallimento ci travolgerà tutti” conclude De Paola.