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Coronavirus, de Magistris: “Sanità pubblica smantellata in Campania. Tocca a noi ridurre gli effetti del contagio per evitare la tragedia!”

“Abbiamo pochi medici, soprattutto di rianimazione, e pochi infermieri. Hanno lasciato i nostri eroi (che stanno dando il massimo con competenza, coraggio, passione e umanità) a combattere con un esercito non grande e con poche armi. Ecco perché dobbiamo adesso noi tutti ridurre gli effetti del contagio altrimenti un virus di per sé poco letale, seppur molto aggressivo e contagioso, rischia di fare un bilancio drammatico per mancanza di posti letto dovuta ad evidenti responsabilità politiche e istituzionali”. Così il sindaco di Napoli ieri sera in un lungo post apparso su Facebook.

“In Regione Campania – spiega il primo cittadino nel post – abbiamo appena 334 posti letto (per tutte le malattie, non solo per il Coronavirus) tra terapia intensiva e rianimazione, a fine aprile dovremmo arrivare a 500 circa, su quasi 6 milioni di abitanti. Ne dovremmo avere almeno 1500. Si sono smantellati presidi di salute pubblica, pronto soccorso, reparti sub-intensivi, di terapia intensiva e di rianimazione. In Italia si è colpita negli anni la sanità pubblica”.

Senza giri di parole il sindaco lancia un atto d’accusa a tutti coloro che negli anni “hanno smantellato la sanità pubblica, hanno fatto affari con essa, che hanno prevalentemente favorito interessi privati”, e li appella “criminali”, perché poiché il virus era in circolo già da dicembre in Cina ci si sarebbe dovuti preparare e agire di conseguenza e invece “chi avrebbe dovuto essere pronto si è fatto trovare impreparato e medici e infermieri hanno lavorato per settimane, e molti ancora oggi, senza mascherine e dispositivi di protezione, diversi ammalandosi e diventando diffusori del virus”.

Il sindaco fa quindi appello alla responsabilità dei cittadini, ai quali è richiesto “maturità, coraggio, unità e buon senso” e li invita a restare a casa se non per lavoro, per salute o per necessità: “Essere distanti oggi – afferma de Magistris – ci fa sentire più uniti perché vuol dire che ci stiamo difendendo bene” e chiede di vicinanza per tutti coloro che “stanno lavorando ma hanno paura”, i “soldati della prima linea”: “familiari delle vittime, ai malati e a chi porta avanti, in condizioni estreme, il Paese”.


Non manca infine nemmeno la velata polemica istituzionale: “Il terrorismo psicologico di questi giorni è nefasto anche per chi lavora. Preserviamo anche la necessaria serenità mentale. Sarebbe utile che non ci fossero provvedimenti distonici tra Governo e Regioni. Chi ne paga le conseguenze è il cittadino che non sa con certezza quali comportamenti siano consentiti e quali no. L’autorevolezza di un Paese si vede soprattutto in questi momenti”.

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