Mentre in Francia l’allarme terrorismo è ai massimi livelli, in Italia si pensa solo al Covid. E i luoghi simbolo non sono più sorvegliati
L’escalation di attentati terroristici in Francia rende il clima della festività di Ognissanti e della ricorrenza dei defunti un po’ teso anche in Italia. O, almeno, così dovrebbe essere dal momento che il nostro Paese è pur sempre quello in cui ha sede il Vaticano. L’attentato di Nizza di giovedì scorso, che ha visto un terrorista assalire armato di coltello i fedeli della cattedrale di Notre Dame e uccidere tre persone, è arrivato pochi giorni dopo la morte per decapitazione di un insegnante a Parigi, “reo” di aver mostrato ai suoi alunni le vignette su Maometto di Charlie Hebdo e di aver spiegato loro il valore della libertà di espressione. A Nizza ha colpito molto la storia della donna uccisa, anch’essa quasi decapitata nel corso dell’attacco alla chiesa, e che prima di morire ha rivolto un appello ai presenti in un bar dove ha cercato di rifugiarsi dopo essere stata colpita: “Dite ai miei figli che li amo”.
Mentre il mondo intero, non solo la Francia, si interroga sulla piaga del terrorismo, in Italia e in particolare a Napoli, sembra che questo problema di sicurezza nazionale sia solo un lontano ricordo. In giro per il Centro storico di Napoli, infatti, si nota solo una pattuglia di militari mentre un’altra è in servizio nei pressi della stazione Centrale e una al Vomero. In tutto, nella città di Napoli, abbiamo notato solo tre camionette dell’Esercito: una decina di militari in totale. Bastano a fronteggiare un eventuale attacco terroristico? Bastano a far sentire a chi è in città la presenza dello Stato, dei controlli anti terrorismo? Macché! Basta farsi un giro nelle piazze principali da Chiaia al Vomero, dal Centro storico alla stazione Centrale e poi ancora nelle chiese e nei luoghi simbolo del cristianesimo. A cominciare dal Duomo di Napoli, senza alcuna sorveglianza sia all’esterno che all’interno della cattedrale. Chiunque, in qualsiasi momento, potrebbe realizzare un attentato all’arma bianca come avvenuto a Nizza. Come al Duomo, anche in tutti gli altri luoghi a rischio di attentati, non vi è alcuna sorveglianza né da parte delle forze dell’ordine né dei militari. E ciò è grave ancor di più se si considera che ad inizio anno, dagli Stati Uniti d’America è giunto un allarme rivolto all’Italia sul rischio concreto di attentati nel nostro Paese quest’anno. In particolare, l’avviso è arrivato dal Dipartimento di Stato che avvisò i cittadini americani che avevano intenzione di soggiornare in Italia (parliamo di gennaio, quindi prima dell’espandersi del Coronavirus) invitandoli ad avere una maggiore prudenza. In particolare, per il Dipartimento di Stato Usa sull’Italia sta pendendo un avviso di “livello 2”, il quale riguarda quei Paesi in cui potrebbe essere forte il rischio di un attentato. “Occorre esercitare – era scritto nell’avviso del Dipartimento di Stato degli Usa – una maggiore cautela, i gruppi terroristici continuano a pianificare possibili attacchi in Italia”. La nota è aggiornata al 15 gennaio 2020 ed è figlia, molto probabilmente, delle informative dei servizi segreti che hanno interessato il nostro Paese. “I terroristi – si legge ancora nella nota – possono attaccare con poco o nessun preavviso, colpendo località turistiche, centri di trasporto, mercati o centri commerciali, strutture del governo locale, hotel, club, ristoranti, luoghi di culto, parchi, importanti eventi sportivi e culturali, istituzioni educative, aeroporti e altre aree pubbliche”.
Un allarme che sicuramente sarà stato preso nella giusta considerazione dalle autorità nazionali e locali ma che, a nostro avviso, dovrebbe far predisporre, almeno nei giorni delle festività cattoliche (come questi di Ognissanti e dei defunti) controlli più serrati di quelli attuali in città. E almeno i luoghi simbolo, come la cattedrale di Napoli, dovrebbero essere vigilati 24 ore su 24. Il Covid-19 non è l’unico pericolo.