Home Cronaca di Napoli e provincia 8 marzo: la grande stanchezza delle donne

8 marzo: la grande stanchezza delle donne

Una  “Giornata della donna”  all’insegna di una svolta storica in Italia: Giorgia Meloni, self made woman, è la prima donna presidente del Consiglio; la borghese Elly Schlein è da qualche giorno la prima segretaria del Pd,  lo schieramento di  opposizione…  A entrambe auguriamo buon lavoro. Ma, pur tifando per loro, la stragrande maggioranza della popolazione femminile probabilmente si  riconoscerà  di  più nelle figure di due leaders  che recentemente invece hanno gettato la spugna: Jacinda Ardern, la premier neozelandese dimessasi a gennaio confessando di non avere più energie per governare il Paese; e Nicola Sturgeon,  la prima ministra scozzese da sempre in lotta per l’indipendenza dal Regno Unito. Entrambe hanno scelto la famiglia. Iacinda ha detto: “Sono umana. Diamo tutto ciò che possiamo il più a lungo possibile e poi arriva il momento. Per me è questo il momento”.

A un certo punto non hanno più retto allo stress. Così come tante altre donne comuni  si sono rese conto che la fatica per perseguire gli obiettivi lavorativi stava divorando le altre cose fondamentali della vita. E ciò in un clima di depressione generale – conseguenza anche della pandemia e del conflitto  Russia-Ucraina  in corso da oltre un anno  –  avvalorato dalle statistiche sull’uso di psicofarmaci  (secondo l’Ocse in Italia ne fanno uso 39 abitanti su mille). Una donna su tre lascia il lavoro dopo la nascita del primo figlio.

 Troppi ancora i problemi irrisolti, troppe le disparità. Minore il numero delle donne che lavorano, rispetto agli uomini,  e quelle che lavorano lo fanno per un minor numero di anni e più spesso a part time,  con salari più bassi che si rifletteranno  poi sulle pensioni . Se ne è discusso recentemente a Napoli  in un convegno organizzato dalla UilTucs nella sala del coordinamento pari opportunità intitolato a Ornella Pinto, la professoressa massacrata a coltellate il 12 marzo 2021 dall’ex compagno in presenza del figlioletto. “I giovani e le donne sono un anello debole del Paese, in questo momento,  e vanno tutelati”, ha detto Paolo Andreani segretario generale UilTucs; “nel terziario per esempio c’è una grande quota di lavoro femminile, con povertà di reddito che porta povertà previdenziale in futuro” . Per la segretaria nazionale Samantha Merlo  bisogna ancora lottare per affermare i diritti fondamentali. “Nel nome di Ornella”, ha dichiarato Giuseppe Silvestro segretario generale UilTucs Campania, “porteremo avanti azioni concrete nei luoghi di lavoro e nella società”.

 Il padre di Ornella, Giuseppe Pinto, operatore nel campo dei beni culturali e rappresentante del sindacato,  si batte  per una maggiore tutela per gli orfani delle vittime di femminicidio  e sollecita norme più severe che fungano da deterrente. Ha scritto anche alla Meloni. Un riscontro ancora non c’è stato,  ma in una recente intervista rilasciata al settimanale “Grazia”  la Meloni  ha spiegato che sono stati aumentati di un terzo i fondi del piano antiviolenza  e  che si sta lavorando  “per fare un tagliando alla normativa vigente,  che è valida nel suo impianto  ma ha presentato delle falle applicative”.

Disoccupazione o lavori precari, carenza di servizi (e crollo demografico). Gioventù allo sbando per mancanza di “guide” e di prospettive… Il lavoro è identità, dignità, resta un traguardo e una necessità,  ma forse qualcosa sta cambiando. Ci si interroga se valga la pena  sacrificare, per il successo,  il tempo del riposo e degli affetti e cioè la vita.

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