Il calcio d’agosto è composto da tre elementi uno più nauseabondo dell’altro:
- la “rota”. Per quelli che non sono stati adolescenti nei 70/80, quando era un termine di uso comune, trattasi della crisi di astinenza. Hai voglia ad inzeppare di sport l’estate, perfino Europei ed Olimpiadi sono pannicelli caldi rispetto alla necessità di quel coinvolgimento intimo e totale che solo il tifo per la propria squadra riesce a darti. Per quanto mi riguarda, la nazionale di calcio ha smesso di interessarmi da almeno un ventennio (incluso il mondiale del 2006 vinto dove mi ha emozionato giusto la vittoria della finale) mentre le olimpiadi pur piacendomi moltissimo, hanno l’effetto del troppo che “stroppia” per cui le emozioni, anche quelle più grandi come le medaglie del tennis e della pallavolo, durano il tempo di un passaggio di linea ad una tirata di scherma o di una polemica inutile sul testosterone nel sangue di una boxeuse. Ed è in questa spasmodica attesa del nuovo inizio di stagione che la canicola rende i neuroni dei tifosi molto simili ad elettroni impazziti sotto lo stimolo del fuoco, facendoli circolare a cazzo e producendo deliri di ogni sorta sotto forma di ipotesi sulla stagione a venire.
- il ritiro. Praticamente ormai una kermesse più che un modo per riprendere i ritmi. Una operazione di marketing in piena regola soprattutto per il Napoli. Bene l’idea di cavare du’ spicci anche da questo, visto che è un modo per avvicinare la squadra ai tifosi nel senso più stretto del termine, ma alla fine null’altro che questo. Già, perché il far allenare la squadra per circa un mese per memorizzare gli schemi e mettere a registro il fisico dei calciatori, soccombe miserrimamente al cospetto del fatto che praticamente sempre, la squadra che va in ritiro, è totalmente diversa da quella che scenderà in campo ad inizio stagione. Nel caso specifico del Napoli, a Dimaro si presentano quelli che sono stati in vacanza per mancanza di impegni con le nazionali e qualche ragazzino della primavera, fanno 10 giorni di lavoro inframmezzato da pantomime sotto forma di spettacolini di piazza, utili solo a dar foraggio alle decine e decine di testate di vario ordine e grado e ad alimentare l’inutilissima giostra di “voci” e “impressioni” sull’uno o l’altro elemento che alla lunga (sfido a riguardare le registrazioni degli anni passati) si rivelano completamente campate in aria. Castel di Sangro dovrebbe rappresentare la base per i test tecnici e tattici per le competizioni imminenti, ed invece anche in quel caso, ad allenarsi ci sono giocatori in partenza e soprattutto non ci sono quelli che arriveranno.
- il calciomercato. Come le società calcistiche di mezza europa accettino il fatto che si possa giocare a calcio con squadre in costruzione è davvero un mistero. Ovviamente lo è per chi scrive e quindi vale quanto una banconota cascata in un tombino in un giorno di pioggia torrenziale. Se tutti i team accettano questa cosa vorrà dire che è giusta, forse. Sta di fatto che ad oggi, a campionato e coppa italia iniziate, sempre parlando del Napoli, c’è una incognita che riguarda un elemento che vale il 30% di una squadra (il fantacalcio insegna), vale a dire il centravanti, e ci sono almeno altri tre elementi di peso (Neres, McTominay, Gilmour) che ballano per poter rendere definitiva la rosa e che molto probabilmente saranno dei nostri a breve. Nel frattempo Conte, che poteva scegliere tra il mettere le mani avanti o dimostrarsi parte integrante del progetto, ha scelto la prima, e più comoda, soluzione. Invece di dire che la società sta lavorando e che purtroppo il sistema del calciomercato aperto a campionato iniziato danneggia tutti (juve/chiesa, roma/dybala, napoli/osimhen, milan/kalulu etc. etc.), ha cominciato a piagnucolare su quanto la società potesse fare meglio, dimostrando a coloro che ritenevano ve ne fosse ancora bisogno, che il suo mestiere non è quello del manager ma quello del giocatore di subbuteo. Sa far giocare gli omini ma non sa gestire un team. Male le prime conferenze stampa, malissimo le ultime. Si confida in Oriali, gran signore, persona intelligente e uomo di calcio di rarissima competenza, per far sì che il cervello dell’operazione sia collocato nella sua, di testa e che si lasci la parte “scudiscio e tattica” al salentino capace fino ad ora solo di parole sbagliate dette con voce sgraziata.
Per fortuna tra poco arriva settembre. Ai nostri tifosi che ancora una volta, mai paghi delle figure di merda fatte in passato, imputano alla società le figure di merda fatte sul mercato (leggi Brescianini), ricordo che fra i vari settembre che sono arrivati negli anni scorsi ci sono quelli dove le “figure di merda” avevano il nome di Soriano (divenuto il nuovo Modric), Santon (il Roberto Carlos degli anni 2000), Verdi (che ci ha messo 3 calciomercati a venire per dimostrarsi il Messi de noantri), Keylor Navas (che di scudetti ce ne avrebbe fatti vincere due nello stesso anno, visto che poi è “bastato” Meret per vincerne uno), James Rodriguez (che dopo aver “perso” il Napoli è diventato il più forte centrocampista dell’universo) e il mitico Gabri Veiga lo scorso anno (andato nel campionato più importante del multiverso, tra scapoli, ammogliati, falliti, pensionati e Ronaldo). Alla luce di queste considerazioni, l’unico consiglio che mi sento di dare ai miei colleghi tifosi che piangono per “l’ennesima figura di merda della società” è, gentilmente, di chiudere la toilette. Grazie