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Lorenzo Insigne | Fiorentina-Napoli 0-3 | 29 aprile 2018

Orsato, Tagliavento e Mazzoleni avvicinano la Juventus allo Scudetto.

Il campionato si era virtualmente concluso sabato sera al 93’ di Inter-Juve quando Higuain ha ribaltato un risultato che appena tre minuti prima vedeva l’Inter in vantaggio dando coraggio, forza e concentrazione agli azzurri nel ritiro fiorentino.

Le designazioni arbitrali

A ben considerare però, le designazioni per le due partite davano già da pensare un pochino. Orsato s’è confermato assieme all’amico “Taglia” un buon tutor per la Juve, non avendo espulso un Pjanic dandogli un secondo giallo sacrosanto, mentre Mazzoleni in un modo o nell’altro s’è inventato un fallo da ultimo uomo per Koulibaly, visto che il fallo era stato commesso fuori area con il senegalese che era di fianco a Simeone.

Tutto “normale” quindi così come è stato normale il contraccolpo psicologico del Napoli dopo la vittoria bianconera al Meazza che ha portato comunque ad una prestazione incolore degli azzurri. Sarri, con troppa onestà, ha preferito parlare solo della partita poco incisiva dei suoi uomini che “non hanno saputo reagire alle avversità come invece avevano fatto in altre partite”, tralasciando gli aspetti mentali che hanno portato ad una performance comunque insufficiente.

Per l’amor del cielo, nessun dramma dopo una stagione comunque di altissimo livello e con la matematica che ancora non consegna ufficialmente il titolo alla Juve, però va detto che questo Napoli, al di là di una maturità raggiunta, ancora denuncia limiti caratteriali evidenti. A Firenze ha perso la squadra, è vero, ma nessun azzurro, al di fuori di un Allan da 10 e lode per impegno e tenacia agonistica, ha mai cercato di prendere per mano i compagni.

Dunque, vietato rilassarsi.

Mancano 270’ alla fine del campionato e gli azzurri, con Sarri in primis, devono ora cercare lo sprint finale per arrivare a quota 93 che significherebbe record di punti assoluti e soprattutto toccare una quota che negli ultimi 8 anni, avrebbe significato scudetto tranne che nella stagione dei 102 punti della Juve di Conte.

Al Napoli ora, ed è paradossale, tocca forse la fase più difficile, cioè fare la corsa su se stesso incamerando più punti possibile senza pensare alla Juventus.

Ci aspettiamo, domenica al San Paolo, una squadra assennata, vogliosa d’imporsi per far capire che Firenze è stato solo un episodio. Toccherà a Sarri serrare le fila dei suoi uomini e restituire serenità e fiducia ad un gruppo che non può aver perso d’improvviso certezze ed equilibrio.

L’inizio del domani.

Perché gli ultimi 270’ non saranno solo la coda di una stagione straordinaria, ma rappresenteranno anche l’inizio del prossimo futuro. Il silenzio di De Laurentiis, a mio sommesso avviso, fa più rumore dei tifosi che domenica notte accolsero gli eroi di Torino. Anche per questo Sarri dovrà dare una scossa forte, se l’ambiente è depresso dopo Firenze. Forse il tecnico farà bene a proporre qualche avvicendamento visto che almeno tre azzurri hanno bisogno di rifiatare.

Ma soprattutto gli azzurri dovranno dare l’ennesima dimostrazione di affetto e di amore verso un pubblico che li ha sin qui sempre sostenuti alla grande. Contro il Torino dell’ex Mazzarri, dunque, vietato distrarsi.

Il San Paolo, da parte sua e da par suo saprà comunque applaudire un gruppo che ha fatto accarezzare un sogno che non si avvera da ventotto anni, per ben trentacinque settimane.

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