
Il corsivo. La legge di Murphy afferma “Se qualcosa può andare male, andrà male”: dal tempo al campo, al San Paolo è andato tutto per il verso sbagliato
Chiove e male tiempo fa. Piove e non c’entra nulla il governo ladro, così si dice. Piuttosto è la giornata del pensiero murphologico, insomma la legge di Murphy: se qualcosa può andar male, andrà male. Un contatto sospetto in area (su Callejòn), un palo pieno (Insigne), un altro scheggiato (Koulibaly). L’ultima in classifica che vestita di giallo vibra d’orgoglio. I prodi azzurri che l’affrontano con iniziale sufficienza. La fanteria leggera scelta da Sopracciglio Alzato che fatica sul campo pesante. Di Carlo che non è Ventura e andava messo in cantiere. Gli insegnamenti evangelici che ricordano che gli ultimi saranno i primi, la superbia una dei sette vizi capitali. E niente. È andata com’è andata con due perduti e vetta sempre più lontana. Azzurri flosci, sicuri che un gol l’avrebbero fatto prima o poi. E niente. Neanche i panettoni che i clivensi offrivano agli avversari. È la crisi, bellezza. E non possiamo neanche sfogarci con frasi che potrebbero costituire discriminazione razziale. Anche perché noi napoletani siamo signori e aperti al mondo. E però, posso ricordare che Giulietta è ‘na zoccola? M’è scappata. Chiedo venia. E viva le donne, tutte e sempre.