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Napoli sconfitto dal Milan: analisi del match e riflessi in vista della Champions League

Il sold out di San Siro non ferma la reazione azzurra: errori difensivi, un Maignan insuperabile e le scelte di Conte al centro delle discussioni prima della sfida con lo Sporting Lisbona.

Il sold out è un qualcosa che appartiene alle squadre che incutono timore, ed in questo caso, sono i partenopei ad attirare l’interesse di tifosi e non, perché, inutile negarlo, è stata la squadra che nelle prime quattro giornate ha dato spettacolo, ma nonostante l’anello superiore dedicato ai tifosi azzurri sia colmo in ogni ordine di posto, l’inizio è di sofferenza acuta, soprattutto alla lettura delle formazioni: Gutierrez sulla fascia sinistra, Marianucci che, quale primo banco di prova è inseguire Pulisic, veloce e imprendibile come mai, al punto da bere in un solo sorso l’ex Empoli, per poi mettere al centro un rasoterra che trova impreparati, nell’ordine, Meret, Jesus e lo spagnolo, con Saelemakers abile a dover impattare la palla per un vantaggio che potrebbe spezzare l’entusiasmo degli ospiti.

Non è così, la reazione è immediata, con Gutierrez, prima e Mc Tominay poi , nell’ambito della stessa azione, manovrata e aggirante, a mettere alla prova la reattività di Maignan, che tra i pali difficilmente si fa beffare. Dopo pochi minuti, altra leggerezza, un’avanzata di Pavlovic, senza alcun contrasto efficace, si traduce in un passaggio  per Fofana che fa da spomda per Pulisic, al quale non resta che completare i suoi primi venti minuti indemoniati, raddoppiando il vantaggio. La frittata era servita, e la risposta all’emergenza in difesa la ritroveremo nella serata di mercoledì, quando al Maradona si incroceranno i destini del Napoli e dello Sporting Lisbona per il secondo turno di Champion’s League, e Spinazzola, Beukema e, forse Rahmani costituiranno il blocco difensivo, rivoluzionato, invece, al Meazza.

Poche verticalizzazioni, un primo tempo appannato quello di De Bruyne, Mc Tominay ancora leggermente imballato, Anguissa volenteroso e Lobotka unico faro in un centrocampo poco coeso non hanno inciso, se non nel secondo tempo, dopo l’espulsione di Estupinan, sacrosanta, come l’assegnazione del penalty ( unico neo nella circostanza, l’ascoltare le proteste dei rossoneri, da parte di Chiffi, e non recarsi immediatamente al monitor, giusto per avere conferma della decisione presa al momento del fallo. Da quelmomento, dimezzato lo svantaggio, l’assalto alla porta del Milan ha prodotto molte conclusioni azzurre, l’ovvio rintanamento dei padroni di casa, e gli interventi decisivi di Maignan, vero protagonista del mantrenimento della vittoria.

In definitiva, un eccessiva presunzione di Conte, un azzardo provare un nuoivo schieramento, che ha costretto anche i centrocampisti a curare più la propria metà campo, che proporsi con decisione in avanti, e, dulcis in fundo, le sostituzioni tardive, e solo grazie agli innesti di Neres (73’) e Lang (77’) si è riusciti a giocare per bene sulle fasce. Nessun dramma, la classifica sorride al Milan (nord), ed al centro-sud (Napoli e Roma), ma nel frattempo e obbligatorio scrollarsi di dosso questo stop, e dedicarsi anima, e soprattutto cuore, al match europeo, soprattutto per riprendere la fiducia che è stata da sempre il motivo trainante degli ultimi successi.