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Napoli – Milan, sfida scudetto?

Ricordando gli epici duelli di fine Anni 80 con Maradona e Careca contro Gullit e Van Basten e Bianchi contro Sacchi

Si riparte. Quante volte per un tour de force che non avrà interruzioni fino alla fine del girone d’andata (24 gennaio 2021) con due turni infrasettimanali per le tre gare di ritorno dei gironi di qualificazioni per Champions ed Europa League.
Il Coronavirus sta facendo i suoi effetti su una stagione durissima, non solo per i casi di contagio ma per una stanchezza, forse più mentale che fisica, dovuta agli impegni ravvicinati, l’impossibilità di allenarsi, l’assenza di pubblico, che potrebbe determinare l’appiattimento se non addirittura il ribaltamento dei valori tecnici e agonistici delle forze in lotta in campionato.
E in questo strano calcio e nell’ancor più strano campionato tutto da decifrare e ancora da scoprire, dopo sette giornate disputate, si sono aperte nuove e impensabili prospettive di classifica per alcune formazioni nella scorsa stagione finite assai distantida Juve e Inter partite alla vigilia quasi come squadre di seconda fascia.
Milan +8 rispetto allo scorso torneo, Sassuolo +6, Napoli +1, Roma +2 per ora, si sono imposte come le più vivaci e continue rivali della Juventus di Pirlo e dell’Inter di Conte. Il discorso scudetto, perciò, è aperto pur riconoscendo alla Juve ancora i favori del pronostico per le qualità e le profondità della rosa, blasone, forza societaria e potere mediatico ancora superiori all’Inter. Ma se proprio la Juve sta balbettando alla ricerca di equilibrio e continuità (-6 rispetto allo scorso campionato) e se pure l’Inter è in forte ritardo (-5) sono sempre accreditate nella corsa al vertice non si capisce perché le altre squadre che al momento sono più in alto dovrebbero sentirsi escluse da ogni sorpresa.

Domenica sera al San Paolo saranno disputate le “sorprese” Napoli e Milan in un confronto d’alta classifica come ai tempi di Maradona, Careca e Bagni del trio olandese di Sacchi. Altri tempi, altro calcio. Allora il campionato italiano era il più importante e spettacolare del globo terraqueo, oggi tra difficoltà di carattere economico e da contagio si punta sul gioco, soprattutto d’attacco, dove si prendono gol a go-go cercando però di farne sempre più dell’avversario. Napoli e Milan non si sottraggono a questo ragionamento elementare, anche se gli azzurri con soli quattro gol incassati sul campo sono la migliore difesa del torneo, e c’è da credere che men che meno lo faranno domenica sera in una sfida che vale il primato. Sarà quasi certamente 4-2-3-1 per entrambe nonostante le assenze forzate di Leao e Osimhen, i due giovani leoni fermati dagli infortuni subiti nelle rispettive nazionali, e bisognerà vedere quale delle due squadre saprà svilupparlo in modo più armonico e veloce ma soprattutto convinto. Una stella filante di Calhanoglu, un’incursione di Kessié, un colpo acrobatico e tentacolare di Ibra sono le armi in più del Milan alle quali il Napoli può opporre le armi della velocità di Lozano e Politano, l’estro di Mertens e la genialità più il carattere di Lorenzo Insigne, reduce da un plebiscito di attestati di stima dopo le prestazioni in nazionale. Per superare il diavolo però, gli azzurri dovranno convincere sul piano del carattere, della condizione fisica e dello spirito vincente. Il Milan non è squadra che si chiude, chiedendo Pioli la ricerca del gioco con la qualità dei suoi interpreti, da Bennacer a Saelemaekers da Theo Hernández a Calhanoglu. Il Napoli perciò non troverà doppie barriere come contro l’Az ma bisognerà che stia ben attento a non lasciare spazio agli attaccanti rossoneri e soprattutto dovrà “mordere” le caviglie ai suoi centrocampisti ed esterni. Sarà una bella partita. Peccato senza pubblico. Fino a che punto Napoli e Milan continueranno a sorprendere? E fino a che punto Juventus e Inter si riprenderanno dal loro andamento lento? Due domande con due risposte che potranno definire l’alta classifica. Battere il Milan per agganciare la vetta e continuare a sognare è la prima risposta che il Napoli deve dare. Poi, lasciando a Gattuso scaramanzie e gesti apotropaici, chi vivrà vedrà.

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