Riassunto della conferenza di presentazione di Rudi Garcia.
“Vogliamo che il Napoli, anche grazie al nuovo allenatore, possa procedere sulla strada tracciata nella passata stagione. Cosa dire, Rudi? Cominciamo le danze!”
Così il presidente De Laurentiis apre la conferenza di presentazione del nuovo tecnico azzurro Rudi Garcia.
Per Garcia: Che effetto fa e cosa pensa di ottenere da De Laurentiis come primo regalo?
“Il primo regalo è essere qui a Napoli. La cosa bella sono le ambizioni. Prima di tutto vorrei salutare i tifosi per la loro accoglienza e vorrei fare i complimenti al presidente, alla sua squadra che sarà la mia tra poco, per quello che hanno fatto l’anno scorso. Quando sono arrivato in città e ho visto tutte queste bandiere, mi sono reso conto che la città è molto fiera della sua squadra. Il mio obiettivo è che questo succeda ancora in futuro”.
Presidente De Laurentiis: Quali sono ora gli obiettivi?
“Lo scudetto è stato un fatto iniziatico mi auguro. Lo avevamo cercato prima, finalmente ce l’abbiamo fatta e mi auguro che sia l’inizio di un percorso che la città di Napoli merita. Ora l’obiettivo è di riuscire a ripeterci. Poi speriamo di arrivare in finale di Champions, poi uno se la gioca: io ci metterei la firma”.
A Garcia: Quale sarà la base di partenza’
“Con il presidente ci siamo trovati sulle ambizioni. Quando inizio una competizione gioco per vincere. Il presidente ha messo una barra molto alta, ci sono club in Champions che hanno aspettato 15 anni per vincere anche con uno dei migliori allenatori da sette anni. IL sogno è vincere trofei, io sono qui per questo. Vincere dopo 33 anni è una bellissima cosa, ma io penso che il Napoli sia una squadra che ogni anno deve giocare per la Champions e per vincere in Italia come è accaduto l’anno scorso”.
A De Laurentis: Perché Garcia dopo un casting così lungo?
“Io non ho fatto un casting molto lungo, l’ho fatto credere a voi così vi sareste scervellati. Io mi sono impegnato per tre settimane sulla festa scudetto, è stato tutto un generoso dare alla città, che lo meritava, perché non ci sembrava che la festa iniziata con Napoli-Fiorentina fosse sufficiente. Abbiamo voluto organizzare qualcosa che sulla Rai ha raggiunto grandi risultati in termini di share. Questa cosa ci è piaciuta molto e vogliamo farla ancora meglio negli anni prossimi. Il 5 giugno ho iniziato a pensare al nuovo allenatore. Quindi ci ho messo 11 giorni. Ho cominciato a vedere la mappa che avevo dato in pasto a voi e ho iniziato a selezionare chi giocava con successo con il 4-3-3. Molti di quelli che vedevo avevano o un 4-2-3-1 o un 3-4-3, alcuni un 4-4-2. Per me era fondamentale lasciare l’assetto attuale. Volevo trovare un allenatore che con il 4-3-3 avesse già fatto strike: dopo aver visto che Rudi per due volte a Roma è arrivato secondo e che il primo anno aveva iniziato con 10 vittorie di fila, ho pensato che questo signore facesse al caso nostro. Poi ho visto anche che con il Lione aveva sfiorato qualcosa di importante in Champions, e sapete quanto tengo alla Champions, anche se è un torneo al quale sono contrario per come è organizzato. La Champions è un parterre che mi permette di aumentare la riconoscibilità e l’importanza del brand Napoli nel mondo. Poi abbiamo sempre giocato il ruolo dell’innovatore. Avete visto che l’ho fatto anche con lo sponsor tecnico. Cerchiamo di cambiare questo calcio, ma non è facile: bisognerebbe cambiare il cervello di troppe persone”.
A Garcia: Che allenatore ritroviamo a Napoli?
“Spero un Garcia con più esperienza. È un vero piacere tornare in Italia e arrivare al sud, non vedo l’ora di scoprire la città. Forse mi metterò un paio di baffi e un cappellino per andare in giro. Il bello della vita è che si possono sempre incontrare persone nuove. Voglio dare il meglio di me, lo so fare e voglio farlo qui”.
A Garcia: Raccoglie l’eredità di Spalletti, è la sua sfida più importante?
“Qualsiasi allenatore che si siede sulla panchina del Napoli sa che il compito è arduo, perché quando hai vinto lo scudetto per fare meglio devi ripeterti. Non sarà così semplice. Io arrivo qua e non andrò a rivoluzionare tutto. Vediamo se la squadra somiglia a quella dell’anno scorso, se è così non cambierò tante cose. Ma andrò anche a mettere il mio tocco. Con il 4-3-3 ho vinto a Lille e ho fatto due volte il secondo posto con la Roma, poi sono arrivato in altre squadre in cui ho usato anche altri moduli. Dico questo perché un allenatore si deve adattare alla rosa, sembra che il 4-3-3 vada come i guanti a questa squadra, ma oggi ci sono tanti aspetti che ti fanno pensare che la squadra deve anche sapere cambiare modulo. Io voglio che i miei giocatori abbiano una cultura tattica importante per sorprendere gli avversari. Voglio giocatori intelligenti che possano vincere senza avere solo un piano A”.
A De Laurentiis: Cosa l’ha colpita di Garcia?
“La sua spontaneità e la sua immediatezza. Sembrava che ci conoscessimo da tempo o che, idealmente parlando, ci fossimo già conosciuti in passato. Mi sono trovato in una situazione in cui non c’è stata alcuna difficoltà. Ho mostrato solo ai suoi avvocati quello che ci chiedevano. Con lui c’è stata una immediata e cordialissima intesa. Io sono nato il 24 maggio, lui era ancora sotto l’influenza del segno dei gemelli: come avrei potuto sbagliarmi? Sentivo che era una scelta giusta”
A Garcia: Porterà nuove persone nel suo staff?
“Già nello staff del club ci sono persone di qualità, ne conosco alcuni come l’analyst video con il quale ho lavorato a Roma. Faremo in modo di lavorare con le competenze del club e con quelle che porterò io, che sono tre assistenti. Io penso che siamo più forti se pensiamo al collettivo, anche se la guida della squadra è mia lo staff è molto importante. Si lavora molto in video e sono sicuro che faremo un bel lavoro, che deve sempre essere finalizzato ad ottenere dei bei risultati. Punteremo a questo”.
A De Laurentiis: Quali sono ora le priorità sul mercato?
“Con Osimhen abbiamo già parlato prima che organizzassi la festa del Napoli, mi sembrava una giusta priorità. Con lui siamo in linea di massima d’acccordo per un prolungamento di ulteriori due anni. Per quanto riguarda gli altri giocatori, dovremo vedere e studiare tutto con Rudi. Voi sapete come la penso, sono convinto che la preparazione sia fondamentale. Quindi abbiamo rifiutato di andare a fare il Gamper con il Barcellona o di giocare contro lo United, per rimanere nella seconda parte, ovvero dal 28 luglio al 12 agosto, che è la fase principale della preparazione, stiamo contattando squadre internazionali per venire a Castel di Sangro ed evitare di perdere tre giorni per un’amichevole. Visto che in quel periodo si deve mettere molta benzina nei meccanismi per durare il più a lungo possibile, per noi è importantissimo allenarci come si deve in questi due ritiri. Ovviamente in quel periodo inizieremo a tessere le maglie di chi potrebbe partire e di come eventualmente sostituirli. Le persone bisogna guardarle negli occhi, i contratti servono poco, semmai servono per le penali. Io chiedo: ‘Tu vuoi far parte della gloria del Napoli o pensi di andare in altre situazioni?. Sapete perché devo ringraziare Spalletti per aver chiesto un anno sabbatico? Perché dopo aver vinto un campionato dopo 33 anni, la sazietà può giocare brutti scherzi. Un allenatore nuovo sa come toccare le corde di quel violino e sa gestire ogni personaggio. Ai giocatori dico che da un lato sono dipendenti, ma dall’altro sono anche aziende. Come possono pensare di fare bene per approdare nelle quattro squadre più forti del mondo senza impegno? Un nuovo allenatore non può che cercare di riportarli alla dura realtà del lavoro quotidiano, dell’impegno, del rispetto di una bandiera e nel rapporto con i tifosi. Noi lavoriamo per i tifosi, per la nostra città”
A Garcia: In questo Napoli Lobotka sembrerebbe insostituibile, che ne pensa?
“Ogni singolo è importante, ma per me il cuore del mio gioco è sempre stato il centrocampo. Anche la forza della squadra che ha vinto lo scudetto secondo me era questa. Non voglio parlare dei singoli, ma penso che questa rosa ha dei giocatori che ti danno tante soluzioni anche dalla panchina. Vero è che Lobotka è un giocatore fantastico, mi auguro di trovare ancora in questo reparto giocatori che facciano possesso palla ma anche che difendano subito quando l’avversario recupera. Ho sempre visto 11 giocatori che correvano nel Napoli, questo è il bello di questa squadra”
A De Laurentiis: Quali sono ora le priorità sul mercato?
“Con Osimhen abbiamo già parlato prima che organizzassi la festa del Napoli, mi sembrava una giusta priorità. Con lui siamo in linea di massima d’acccordo per un prolungamento di ulteriori due anni. Per quanto riguarda gli altri giocatori, dovremo vedere e studiare tutto con Rudi. Voi sapete come la penso, sono convinto che la preparazione sia fondamentale. Quindi abbiamo rifiutato di andare a fare il Gamper con il Barcellona o di giocare contro lo United, per rimanere nella seconda parte, ovvero dal 28 luglio al 12 agosto, che è la fase principale della preparazione, stiamo contattando squadre internazionali per venire a Castel di Sangro ed evitare di perdere tre giorni per un’amichevole. Visto che in quel periodo si deve mettere molta benzina nei meccanismi per durare il più a lungo possibile, per noi è importantissimo allenarci come si deve in questi due ritiri. Ovviamente in quel periodo inizieremo a tessere le maglie di chi potrebbe partire e di come eventualmente sostituirli. Le persone bisogna guardarle negli occhi, i contratti servono poco, semmai servono per le penali. Io chiedo: ‘Tu vuoi far parte della gloria del Napoli o pensi di andare in altre situazioni?. Sapete perché devo ringraziare Spalletti per aver chiesto un anno sabbatico? Perché dopo aver vinto un campionato dopo 33 anni, la sazietà può giocare brutti scherzi. Un allenatore nuovo sa come toccare le corde di quel violino e sa gestire ogni personaggio. Ai giocatori dico che da un lato sono dipendenti, ma dall’altro sono anche aziende. Come possono pensare di fare bene per approdare nelle quattro squadre più forti del mondo senza impegno? Un nuovo allenatore non può che cercare di riportarli alla dura realtà del lavoro quotidiano, dell’impegno, del rispetto di una bandiera e nel rapporto con i tifosi. Noi lavoriamo per i tifosi, per la nostra città”

Fotografo e videografo, giornalista pubblicista, ha collaborato alla realizzazione di alcuni servizi di inchiesta per il programma televisivo “Le Iene”, ha condotto la trasmissione televisiva “Zona Napoli” in diretta su “Stereo 5 tv” ed è opinionista per vari programmi televisivi e radiofonici.