PERIZOMA: ma siamo proprio sicuri sicuri che i leggendari allenamenti sfibranti fino al vomito, siano proprio così propedeutici alla tenuta atletica? No, perché alla luce del crollo verticale (perché è un cazzo di crollo verticale) dei calciatori del Napoli nei finali delle partite quando va di lusso e negli interi secondi tempi quando va di merda, a me sembra un sintomo di qualcosa di non esattamente indovinato nella preparazione della squadra. Naturalmente, in quanto tifosi, abbiamo l’obbligo morale di sforzarci di vedere il bicchiere mezzo pieno benché scardato. Siamo tenuti a confidare nell’unica incognita ancora capace di non farci crollare sotto il peso di foschi presagi che diano per irreversibile la sindrome che sta rendendo i nostri calciatori delle mutande slabbrate nei frangenti in cui servirebbero perizoma leopardati con erezione integrata. La speranza sta nel fatto che la brillantezza sfavillante delle armature dei nostri eroi, dovrebbe ritrovare fulgore quando il sole comincerà a picchiare più forte, momento considerato quasi unanimemente come lo spartiacque tra una stagione indovinata ed una stagione di merda. Se tanto mi dà tanto, questa tecnica spartana di compattamento della tempra a botta di mortificazioni corporali dovrebbe, ai primi caldi, trasformare la nostra squadra in una sorta di Usain Bolt in gara nei 100 metri ai Giochi della Gioventù del Molise. Accadrà? Chissà…
detto del crollo fisico, rispetto alla partita di ieri vanno sottolineate almeno un altro paio di cose:
MESTIERE: nei frangenti in cui il Napoli gioca, è proprio una squadra forte. Le individualità sono eccellenti e il collettivo si muove in maniera tale da dominare (citofonare Juve e Inter). Ma la sterilità dell’attacco è un problema veramente enorme. Lukaku è cresciuto tanto e il suo gioco di sponda, spalle alla porta, è spesso illuminante. Ma nel tiro in porta continuiamo a fare schifo. E questo non dipende dall’allenamento, dall’allenatore, dai preparatori atletici e dal caffè di Starace. Dipende dalle capacità individuali dei calciatori. Se il nostro miglior realizzatore per minuti giocati è Raspadori, qualche domanda bisogna farsela. Se ci si esalta perché il nostro centravanti ha realizzato 11 gol e 7 assist in 29 partite allora c’è qualcosa che non va in questa esaltazione. Negli ultimi dieci anni Higuain, Mertens e Osimhen avrebbero ottenuto questi numeri giocando bendati, con le scarpe invertite e di due misure più piccole. Inoltre ciascuno di questi calciatori ha sempre avuto compagni di reparto con numeri più che notevoli. Avere, a sette giornate dalla fine, il sesto attacco del campionato e 21 gol meno della squadra che ci precede, significa che in questo settore il fallimento è totale. Questo non significa che Lukaku sia scarso, né che stia facendo malissimo, ma evidentemente non è una macchina da gol come i suoi predecessori e per far valere il suo ruolo di rifinitore di qualità, avrebbe bisogno di giocatori diversi al proprio fianco. Attenzione, non ho detto più forti, solo diversi. Perché in tutta questa stipsi realizzativa, Politano e Neres stanno facendo molto bene, ma nel confronto riguardo alla finalizzazione con Insigne, Callejon, Lozano e il primo Kvara si rischierebbe di essere ingiustamente ingenerosi. I centrocampisti dal canto loro segnano poco perché non è il loro mestiere, tanto che sei gol di Anguissa fanno gridare al bomber di razza. Per non tirarla alle lunghe quindi ‘sti cazzo di gol chi benedettiddio li deve fare? Se proprio dobbiamo sparare una sentenza di quelle tipiche di questi tempi, dove chiunque ha soluzioni semplici a problemi complessi, Lukaku va salutato con mille benedizioni e ringraziamenti per gli sforzi profusi e per la prossima stagione si deve andare a pescare una nuova punta che sia del mestiere…
AUSPICI: per concludere e per non passare per chi si lamenta del superchio, bisogna sottolineare che il Bologna gioca davvero bene. Grande intelligenza tattica, pressing fatto a modino, copertura nelle varie zone del campo come poche squadre hanno fatto contro di noi quest’anno. Forse giusto l’Atalanta del girone di andata. Non ha giocatori di livello monstre, per cui il merito di tutto questo va dato all’allenatore ed alla società che hanno fatto cose magistrali davvero, con un organico che allenato diversamente, si sarebbe giocato il centro classifica col Torino e l’Udinese. Quindi nella partita di ieri, probabilmente la qualità dell’avversario, nell’ordine di classifica delle cause della non vittoria, va messo addirittura prima del tracollo fisico dei nostri e del nostro attacco modello fetecchia. Vedere giocare il Bologna riconcilia col calcio quasi di più che vedere le corazzate Juve e Milan arrancare alla rincorsa di una gloria ormai perduta. L’Inter ancora resiste nelle zone di vertice ma come detto già in passato, sta progressivamente alzando la sua età media e diminuendo il suo potere contrattuale perché i suoi debiti possono essere messi sotto la coperta, ma sempre lì stanno e prima o poi presenteranno il conto. Non comprano un calciatore da lungo tempo per riuscire a mantenersi a galla. Lo stanno facendo come meglio non potrebbero ma è improbabile che possano resistere a questi livelli ancora a lungo dovendo rimettere in sesto le casse. Quindi viva il Bologna, viva l’Atalanta e viva il Napoli. Speriamo nel Como e in qualche altra realtà che riporti il calcio ad essere uno sport pulito dove i soldi contano sì, ma non per il loro legame col potere.
Perché il potere, quando è di pochi, fa schifo… sempre