BICCHIERE: mezzo pieno, senza alcun dubbio. Una battuta d’arresto fisiologica e naturale che autorizza a vedere gli intoppi come passeggeri senza eccessivi sforzi: ovviamente il primo riferimento è al mercato mediocre, il tema preferito dai chiagnazzari papponisti, che è stato ampiamente e perfettamente trattato da Manna nella sua conferenza stampa a suo tempo. Abbiamo pagato colpe non nostre (di Kvara e del fatto che fosse già un ex abbiamo già parlato qui; di Danilo, sposo promesso salvo poi preferire legittimamente, benché scorrettamente con una decisione comunicata all’ultimo secondo, abbiamo discusso; delle richieste sconcertanti di due giocatori buoni – Garnacho e Adeyemi – ma che non giustificavano un esborso mostruoso si è detto ovunque, anche tra i più disonesti intellettualmente). Conte ha accettato la cosa lasciando alla propria narrazione un margine di ambiguità ed una via di fuga che lo porta ad interpretazioni ampie ad uso e consumo di chiunque. Avrebbe potuto essere più chiaro, ma avrebbe anche potuto essere più stronzo e dichiarare, come fatto spesso dai suoi colleghi, che il mercato era stato pessimo, parandosi il culo da colpe che inevitabilmente sarebbero saltate fuori alla prima occasione si fossero fatti tre punti in quattro partite come testè accaduto. Invece, come al solito, e per fortuna, la partita persa col Como ha portato anche delle buone notizie: abbiamo un centrocampista di riserva che ha fatto vedere di poter sostituire senza grossi traumi Anguissa e McTominay, cosa che il predecessore Folorunsho non ha mai dato la sensazione di poter fare. Un Okafor, perculato in ogni angolo della provincia e del paese, che è invece un calciatore di livello ottimo e lo scopriranno molto presto anche i perculatori. Per quello che resta da giocare, al netto delle sfighe che di questi tempi toccano a tutti, si può pensare in positivo con la squadra che c’è a disposizione. E si aspetta ancora di vedere Hasa, che da quello che si dice in giro, potrebbe essere un’intuizione di mercato piuttosto interessante.
CAZZEGGIO: siamo a dodici partite dalla fine del campionato ed ogni valutazione va fatta combinando dati statistici con termini assoluti. Allo stato attuale la prima in classifica ha una media di 2,19 punti a partita. Utilizzando questo dato come riferimento, con dodici partite mancanti, la quota scudetto sarebbe tra gli 83 e gli 84 punti. Mettiamo che la marcia riprenda con ritmi migliori di quelli che le prime due della classe hanno ottenuto nelle ultime 5 partite (l’Inter ha fatto 7/15 e il Napoli 6/15) e portiamo la quota scudetto ad 85 punti, ma potrebbero bastarne 84 e forse addirittura 83. Restiamo comunque su 85. Ovviamente con questo tetto le pretendenti rimangono 3 perché la Juve dovrebbe farne 36 su 36 il che è probabile come la sua vittoria della Champions edizione 2024/25 (non abbiamo detto 2025/26 per non infierire). Restano dunque Inter, Napoli e Atalanta con la necessità di fare rispettivamente 28, 29 e 31 punti in 12 partite. Tre imprese notevolissime per cui si potrebbe ridurre sicuramente il target di una o due unità. Ma, come detto, teniamoci alti. Dividendo il parterre in quattro fasce A-B-C-D decrescenti per potenziale (in maniera arbitraria ma non troppo), considererei in fascia alta le tre contendenti più Juve, Lazio e Milan. Metterei in una seconda fascia Fiorentina, Bologna, Roma ed in terza Udinese, Torino e con un po’ di fantasia aiutata dalla prestazione di sabato, il Como. Tutte le altre devono, gioco-forza, considerarsi battibili a prescindere e per tutte e tre.
- L’Inter ha 6 partite in casa e 6 fuori
3 con fascia A (Napoli-Atalanta-LAZIO)
2 con fascia B (Bologna-ROMA)
3 con fascia C (UDINESE-Torino-Como)
4 con fascia D (MONZA-Parma-CAGLIARI-VERONA) - L’Atalanta ha 7 partite in casa e 5 fuori
4 con fascia A (Juventus-INTER-LAZIO-Milan)
3 con fascia B (Fiorentina-BOLOGNA-ROMA)
0 con fascia C
5 con fascia D (VENEZIA-LECCE-Monza-Genoa-PARMA) - Il Napoli ha 7 partite in casa e 5 fuori
2 con fascia A (INTER-MILAN)
2 con fascia B (FIORENTINA-Bologna)
1 con fascia C (TORINO)
7 con fascia D (Venezia-EMPOLI-Monza-Lecce-GENOA-Parma-CAGLIARI)
Guardando questa prima tabella ognuno può farsi un’idea su chi abbia il calendario migliore.
TARGET: quello che però possiamo fare insieme è vedere come sia possibile riuscire nell’impresa di fare 29 punti, magari vedendo nerissima la situazione degli scontri diretti, cioè prendendo un solo punto nelle due partite in casa con Inter e Milan, il che porterebbe il target a ben 28 punti in 10 partite che tradotto sono nove vittorie ed un pareggio. Detto così sembrerebbe spaventoso e con i chiari di luna attuali anche improbabile. Ma in una visione non del tutto campata in aria, con una squadra col morale recuperato ai massimi livelli e la possibilità di quel margine di tolleranza di uno/due punti dato più dalla situazione delle avversarie che dalla nostra, ritenere possibile arrivare davanti è cosa ancora del tutto plausibile. Attenzione, non riuscirci significherebbe dare fiato alle legioni di imbecilli di echiana memoria, pronte a maledire chiunque faccia parte della nostra squadra, dal presidente al magazziniere, nel nostro pieno stile tafazziano, ma sarebbe comunque il raggiungimento dell’obiettivo massimo previsto per quest’anno, in attesa che possa sciogliersi la gloria nell’arco del triennio, base minima affinché un progetto si possa considerare tale. Chiunque molli alla fine di quest’anno e per qualunque motivo lo faccia, sia esso Conte, Manna, l’uno o l’altro calciatore perno del progetto, non ne uscirà moralmente integro. Con i soldi della Champions ed il tesoretto in cassa per la vendita di Kvara e quella praticamente certa di Osimhen, il secondo anno potrà riservare sorprese interessanti, figuriamoci il terzo