ORDINARIA AMMINISTRAZIONE: le prime due parole ce le giochiamo così. Quello che è successo a Roma è quanto sarebbe potuto succedere in almeno altre 4-5 partite del campionato giocato fino ad ora. L’abilità dei nostri calciatori di restare fino all’ultimo secondo col rivoletto di sangue al lato della bocca (marchio di fabbrica del mister), misto ad un inevitabile quanto residuale coefficiente “culo”, aveva impedito fino ad oggi che accadesse di lasciare punti per strada. Il fatto che la Roma sia squadra con individualità di buon livello ha annullato tale coefficiente, trasformando il rischio che si era già corso in partite anche meno impegnative sulla carta, nella certezza di prendere il gol che ha vanificato una partita ben indirizzata, pur senza essere dominata. Nulla di che, giusto l’origine di un fiotto di moccoli da scomunica, assolutamente normali quando non si porta a casa l’intero malloppo. Comunque sette punti contro Atalanta, Juve e Roma sono un capitale. Tanto basta.
Non reggo… detesto il mercato di gennaio e detesto parlarne ma non reggo:
SCOTTO: si sente da più parti della tifoseria ma anche da molti esponenti del mondo dell’informazione, che il Napoli nella sezione invernale di mercato si sia indebolito. Personalmente trovo stucchevole dover analizzare quanto strumentale ed inutilmente disfattista sia questa affermazione, ma tant’è.
- Kvara: quanto fosse ormai un ex dal 5 maggio 2023 lo abbiamo già spiegato con tutti i condimenti possibili così come abbiamo spiegato quanto fosse succube e vittima dei suoi padroni (padre a agente) che, da brave sanguette hanno tentato di succhiare quanto più denaro possibile per rimpinguare le proprie tasche sin dal primo giorno in cui il ragazzo si è dimostrato all’altezza dei migliori palchi internazionali (volendo scegliere una data, direi dalla partita di Champions con il Liverpool, all’inizio dell’annata di grazia 2022/23). Probabilmente il buon Kvicha aveva comunque sentimenti contrastanti ed infatti lo si è percepito quasi sempre come pronto a dare il massimo, anche quando le prestazioni della squadra latitavano. Il punto è che quel “massimo”, da un certo momento in avanti, ha smesso di somigliare alla potenza di fuoco che per gli incauti e per i bestemmiatori, era diventata sufficiente ad attribuire appellativi blasfemi come Kvaradona. Essendo evidentemente fragile dal punto di vista psicologico, ha completamente smesso di sciorinare colpi imprevedibili per rientrare in uno standard ampiamente replicabile, riducendo a semplici e rarissimi sprazzi, la dimostrazione di essere un potenziale campione. Tornando al presunto indebolimento del Napoli con la sua cessione, basti pensare che era diventato talmente “rinunciabile” da aver indotto quelli più a fuoco, a sperare nelle sue defaillances fisiche per consentire al suo sostituto di poter riportare su quella fascia l’imprevedibilità cui lui stesso ci aveva abituati.
- Folorunsho era un altro con le scarpe talmente strette da essere arrivato a rompere con la dirigenza e ad essere messo fuori rosa in estate. Ora, chiunque sano di mente sa perfettamente che da una cosa del genere esci solo se ti coprono di soldi o se vai via. Coprire di soldi Folorunsho sarebbe stata, quella sì, la dimostrazione che in dirigenza Napoli stavano cominciando a girare droghe sconosciute e scadenti. Di giocatori del suo livello appena decente ne abbiamo già dimenticati parecchi. Lui sarà in mezzo a questo nutritissimo campionario.
- Zerbin, caro ragazzo. Uno pronto sempre a farsi il mazzo per cercare di avvicinare sé stesso al livello medio della squadra, rimanendo saldamente a distanza da questo livello di eccellenza. Perfetto per fare il titolare con squadre di metà classifica, purtroppo per lui però mai pronto al salto di qualità. Ha 25 anni e può ancora esplodere ma temo che non accadrà e che farà la sua onestissima carriera di ballerino di fila, che per milioni di bambini sarebbe già più che sufficiente come sogno da trasformare in realtà. Giocare stabilmente in serie A, aver vinto uno scudetto in una città molto speciale ed essere stato al fianco di calciatori che hanno fatto la storia può contribuire ampiamente a campare di rendita con una bella quantità di nipotini.
- Caprile: andato via per tornare. Oggi è sprecato qui, prestito in prospettiva futura molto ben congegnato
Quattro giocatori usciti, quattro giocatori presi:
- Okafor: solo un folle penserebbe di paragonare il miglior Kvara al miglior Okafor. Pianeti differenti. Il problema è che il pianeta Kvara aveva smesso di brillare come appena detto ed il suo valore aggiunto si era ridotto a livelli molto ma molto diversi da quello che ci si sarebbero aspettati da uno che ha fatto quella mattanza di difensori nel suo primo anno a Napoli. Okafor non sostituisce il miglior Kvara ma quello che era a disposizione in quest’ultimo girone di andata e per fare bene questo mestiere qui, basta e avanza il buon calciatore svizzero/nigeriano che ha avuto poche possibilità di mettersi in mostra. Temo che queste possibilità rimarranno poche anche qui essendoci un Neres e un Politano in ottima forma, cosa che fondamentalmente dovrebbe bastare a portare a termine le 15 partite che il Napoli deve ancora giocare fino a fine stagione, ma qui tutti sembrano voler ignorare questo dettaglio a favore di una narrazione tossica cui purtroppo siamo abituati, che vede di nuovo presentarsi l’occasione di poter pronunciare il fatidico strale contro il pappone che si è intascato i soldi della vendita di Kvara. Tesi che servono solo due caratteristiche per avere il coraggio di sostenere, ignoranza o malafede. La prima è solo triste ma la si può accettare, e caratterizza quella parte di tifoseria che fa della insoddisfazione calcistica la valvola di sfogo dell’insoddisfazione personale; la seconda è veramente disgustosa, perché presuppone la volontà di minare alla base qualcosa che dovrebbe essere preservata, attraverso l’uso argomenti inesistenti e facilmente confutabili per il solo gusto di agitare le acque.
- per Billing al posto di Folorunsho si rimanda alla card di FIFA 25. Il primo ha 78 punti e voglia di fare bene, il secondo ne ha 77 e schifa Napoli, il Napoli e i napoletani ed è rimasto in azzurro solo per costrizione contrattuale.
- Hasa-Zerbin, ovvero un potenziale giocatore di livello di vent’anni ed un ex potenziale giocatore di livello di venticinque. Serve altro?
- Scuffet: qui per fare panca a tempo indeterminato ed in caso di inopinata e indesiderata necessità, per giocare qualche partita come subentrante. Uno che a 16 anni era considerato un crack ma che alla fine non ha sfondato per un uso delle sliding doors pessimo o ammirevole a seconda dei punti di vista. Ma non è uno scarso e consentirà a Caprile di giocare quanto necessario ad uno che ha bisogno di fare esperienza.
A proposito della utilità del mercato di gennaio: l’Inter, in tutta la sessione, ha preso Zalewski… in prestito. Per favore, leggete bene, Zalewski… in prestito. Il calciatore della Roma più chitestramuortato dai tempi dei gladiatori nel Colosseo. L’Inter, la vera e unica candidata alla vittoria finale del campionato, che deve giocare ancora 16 partite di campionato, quasi certamente 4 di Coppa Italia e da 2 a 7 di Champions League, ha preso come unico calciatore Zalewski!… in prestito! E ha fatto bene. Ha risparmiato oltre che per ridurre i clamorosi debiti accumulati, anche perché se sei primo in classifica (e l’Inter lo è insieme a noi) e compri calciatori fatti e finiti avendo già chi fa bene il suo mestiere in campo, butti i soldi al cesso. Buttare i soldi al cesso può far contento qualche ignorante, può far tacere qualche giornalista affamato di polemiche pretestuose, ma porta al fallimento. Per fortuna a gestire l’azienda c’è chi sa come gestire un’azienda.