Home Calcio Napoli Dammi tre parole: il focus della settimana azzurra…

Dammi tre parole: il focus della settimana azzurra…

Credo di aver trovato un modo molto rapido e indolore affinché mi venga tolta la possibilità di scrivere su una testata giornalistica riconosciuta come quella che mi ospita. Scherzo, conoscendone la compagine, spero e credo che si tratti invece del posto giusto dove esternare il mio radicato disturbo nei confronti della deriva dell’informazione “parlata” ma soprattutto scritta in Italia e, per riflesso, a Napoli.

 

SOLIDARIETA’. Stabilito che ormai il giornalismo stampato è destinato all’estinzione o al massimo ai collezionisti, i meccanismi di divulgazione delle notizie sono sempre più indirizzati ad un allineamento verso il basso. Questo perché ormai dove c’è da dare una notizia si fa ricorso sempre più spesso al sensazionalismo e dove c’è da analizzarla si usa sempre di più lo strumento della polemica. E il motivo credo sia piuttosto semplice da comprendere: troppa concorrenza spinge a trovare i sistemi più a buon mercato per catturare lettori che purtroppo, a causa degli standard culturali di questo paese e della facilità di accesso ai nuovi strumenti di divulgazione, a parità di disponibilità di mezzi, vedono in numero enormemente maggiore i fruitori ignoranti con la pretesa di essere competenti. Ecco quindi che si animano dibattiti che diventano sempre più improbabili e dettati dalla necessità di spingere chi legge a far parte di una “squadra” che si oppone ad un’altra, autorizzando dunque anche gli analfabeti funzionali (per usare una locuzione molto alla moda) a partecipare alla discussione. In questo quadro desolante, anche quelli che una competenza ce l’hanno sul serio vengono messi in discussione. Come descriveva perfettamente il vecchio aforisma di Arthur Bloch, se metti di fronte due che parlano dello stesso argomento, uno intelligente ed uno completamente idiota oppure uno preparatissimo ed uno incompetente, non sarà il livello dell’intelligenza e della competenza a prevalere, ma l’abilità ad avvicinarsi alla capacità di comprensione infima della massa (Bloch l’ha riassunta con “non discutere con un idiota, alla lunga la gente potrebbe non notare la differenza”). L’ho presa parecchio larga come al solito, per dire che nel dibattito “alto” settimanale, alla fine non prevalgono più le analisi competenti ma quelle che smuovono più ammuina, per cui tirerà molto di più l’articolo che dà dell’incapace ad un allenatore con 35 anni di esperienza ad alto livello, piuttosto che quello che analizza freddamente la summa degli elementi che portano al contesto del, o dei risultati negativi. Per quanto mi riguarda, benissimo ha fatto Garcia in conferenza stampa a distinguere in “amici” e “nemici” coloro che hanno trattato la sua gestione. La risposta piccata di un paio tra loro ha dimostrato che ha colpito nel segno. Finché al fruttivendolo come all’avvocato, al meccanico come all’architetto, allo scippatore come al politico, verrà offerta da parte dell’informazione, per un allenatore di livello medio-alto come Garcia, una distinzione disonesta tra competente e incompetente (invece che, al massimo, tra adatto o inadatto al contesto), questi avrà tutto il diritto di tirare una linea sulla lavagna e segnare i “buoni” da un lato e i “cattivi” dall’altro.

 

Sono almeno dieci anni che mi sono costruito la convinzione che il calcio delle nazionali sia destinato a sparire, in quanto sono convinto della natura fluida dell’umanità e del prevalere quindi della “transumanza” dei popoli rispetto alla loro stanzialità (vabbè dai, lo so che il tapino è un po’ in ambasce al momento ma tra le sue figure di merda questa meritava una menzione speciale).

 

SUPPLIZIO. Come già sostenuto in più occasioni la “razza” bianca caucasica è la più scarsa per resistenza, intelligenza e abilità ed è destinata ad essere, per sua fortuna, contaminata fino a sparire nel medio periodo. La Francia calcistica ce lo ha già dimostrato allo scorso mondiale. Ad un certo punto infatti, l’unico calciatore depigmentato era il portiere, ma solo perché quello “vero” era infortunato, altrimenti sarebbero stati 11 su 11. Pochissimi di quei calciatori erano nativi in territorio francese ma quasi tutti figli di ex-colonie che nella parola “ex” già dimostravano il loro “amore” per questa “patria” coercitiva. L’appartenenza nasce dall’amore per qualcosa e non dalla necessità. Per questo i confini dovrebbero sparire tutti. I confini di stato sono un’invenzione umana non più vecchia di 4.000 anni, laddove l’uomo esiste invece nella sua forma attuale da circa 200.000. Si tratta del 2% della storia umana quindi nulla vieta di pensare che si tratti di una invenzione temporanea destinata alla sparizione.
Personalmente quindi spero che questa sparizione avvenga in tempi rapidi perché due settimane di attesa tra due partite del Napoli sono già troppe di loro, quando iniziano dopo una sconfitta, sono un supplizio che pure Tantalo direbbe “no grazie” alla richiesta di scambio.

 

La partita di ieri ha ben poco da dire sul piano delle prospettive, essendo stata giocata contro una squadra messa veramente male ed incapace quindi di dare indicazioni sul tema di quel riassetto invocato da tutti nelle scorse settimane. Garcia rimarrà in bilico, il presidente continuerà a presidiare il territorio, i calciatori continueranno a tentare di scrollarsi di dosso i retaggi del vecchio Napoli per entrare finalmente in una nuova mentalità. Mentalità sulla cui validità speriamo di avere riscontri in tempi non troppo lunghi, visto che in questi casi, quando i tempi si allungano si sega l’allenatore e si ricomincia d’accapo.Osimhen a riposo è paradossalmente (naturalmente per chi scrive e forse solo per lui) una buona notizia per la squadra, in quanto nelle scorse settimane, benché avesse giocato in maniera più che accettabile, aveva catalizzato nervosismi, malumori e inevitabilmente inficiato il rendimento generale. Quindi, benché si sia perso un bel po’ di peso tecnico, dal punto di vista psicologico si è consentito di diradare la cappa che annebbiava un po’ la scena e si è dato al giovinotto il tempo di riflettere. Se tornerà con lo stesso muso lungo con cui ci ha lasciato, per chi scrive sarà pronto per la cessione. Se ne dovessimo rivedere la dentatura bianco-sgargiante che tanto abbiamo amato nella scorsa stagione, credo che il tasso di amarezza dei cazzi che dovranno masticare i nostri avversari sarà livello carcioffola cruda. Tanto più che ci sono ottimi segnali che arrivano anche dai

 

NUOVI. L’unico elemento della partita di Verona che merita una qualche attenzione è lo schieramento contemporaneo dei tre calciatori arrivati in estate. Due di questi non solo hanno impressionato bene, ma hanno dato la sensazione netta di essere in grado di non abbassare il livello con la loro presenza, cosa tutt’altro che facile da prevedere con la partenza di Kim e con il livello monstre del migliore Anguissa (la cui costanza non è la caratteristica dominante). Resta solo da valutare Lindstrom che sulla carta dovrebbe essere dei tre, l’unico potenziale fuoriclasse. Al momento lo si sta continuando a “preservare” per qualche motivo che ai profani di cui al primo punto non è dato sapere ma solo intuire o, nel caso dei più scemi, sentenziare alla cazzo di cane. Se la promessa Lindstrom si dovesse rivelare nel suo fulgore potenziale, alla Food and Drug Administration dovranno inventare nuovi standard attualmente inimmaginabili per il gradiente di amarezza dei cazzi da ciancicare lontano da qui

Previous articleInsegnare al principe di Danimarca, il volume di Carla Melazzini protagonista il prossimo 25 Ottobre alla Biblioteca Annalisa Durante
Next articleEdenlandia: spunta un misterioso murales alla Bansky