Per favore facciamo i seri. D’accordo che il culo brucia come se ci avessero infilato dentro ex abrupto un Carolina Reaper con brutale efferatezza, però dall’altro lato del corpo, specificatamene nel cervello, c’è ancora la possibilità di trovare delle spiegazioni logiche e che non ci spingano al suicidio sulla fiducia. E’ pur sempre la prima partita di campionato. Un campionato che poteva iniziare in due modi: male o malissimo. Purtroppo è iniziato peggio ma, come dicevamo, facciamo i seri: si può bestemmiare, lanciare strali, additare colpevoli, sbraitare o mandare a cagare, ma non si può credere ad oggi che ripeteremo l’incubo dello scorso anno. Eppure basta fare la conchiglietta all’orecchio in una qualunque strada della città, o più semplicemente fare un po’ di swiping per i più giovani o di zapping per i più anziani, per trovare una inondazione di lacrime e predizioni sparse di sciagure sanguinolente irreversibili.
RIFONDAZIONE: tutti hanno una spiegazione pronta. Mercato lento, stalli di varia natura, preparazione atletica durissima, Manna scarso, ADL pappone etc. etc. Ma quasi a tutti quelli che si agitano a cercare colpevoli sfugge un dettaglio: dopo le figure di palta inanellate in sequenza esponenziale lo scorso anno, andava fatta una rifondazione totale. E una rifondazione totale non consente di avere gente che gioca a memoria alla prima partita di campionato. Vero è che 10/11 di quelli scesi in campo al Bentegodi erano gli stessi dello scorso anno, ma chi fa questa affermazione per sottolineare quanto i nostri siano dei debosciati, dimentica due fattori: innanzitutto lo scorso anno (e quello precedente, e quello precedente, e quello precedente, e tutti quelli precedenti fino a tornare al Mazzarri giovane) il Napoli ha giocato, salvo qualche scampolo di partita e per pura necessità, con la difesa a 4. Mettici che nella difesa a 3 che si è allenata in queste settimane è mancato il giocatore più forte ed unico veramente abituato a questo modulo ed è dovuto entrare quello più scarso (JJ ti voglio assai bene e te ne vorrò sempre, ma per il tuo bene è ora di levare mano) ed ecco che NELLE UNICHE TRE AZIONI in direzione Meret, lo scarsissimo Verona è riuscito a fare tre gol. Il secondo fattore che determina il non luogo a procedere nei confronti dei calciatori già in rosa nel 2023-24, è il fatto che sarebbe stato miracoloso se Conte e il suo staff avessero trasformato quella morte civile in mutandoni e maglietta griffata che ha fatto scempio dei nostri fegati lo scorso anno, in una resurrezione completa nel solo tempo di un mese di ritiro. Poiché Conte, non solo non fa i miracoli, ma è tutto da dimostrare che valga ancora qualche spicciolo come allenatore, ecco servito il pastone di merda con cui abbiamo dovuto farci la prima masque visage dopo gli entusiasmi totalmente vacui del pre-campionato, dove si sente sempre uosemo di nuove, sfavillanti imprese. Insomma: via tre allenatori + Lindstrom, Cajuste, Traore, Dendonker, e Natan (hai capito Meluso! Un fuoriclasse), via Ostigard, Zielinski, Gollini, via Osimhen, Mario Rui, (spero non Ngonge). E fin qui per parlare solo di quelli che avevano un qualche senso e una qualche responsabilità nel disastro dello scorso anno. Aggiungiamo il povero Demme (i mancati rientri di Folorunsho, Gaetano, Zanoli e quasi certamente Zerbin non si contano ma hanno un peso nelle falle che si sarebbero potute coprire alla prima di campionato) e siamo alla bellezza di dieci cessioni tra cui il centravanti titolare ed un centrocampista top. Da vedere cosa accadrà con Cheddira, Simeone e Raspadori ma il fieto della paglia sotto la brace si comincia a sentire pure per loro. Dall’altro verso: nuovo allenatore, nuovo secondo portiere (con buone chanche di diventare primo in tempi non lunghissimi), Buongiorno, Marin, Spinazzola (praticamente tutta la difesa), Neres per parlare di quelli già chiusi. Quasi certi Lukaku e Gilmour. Probabile McTominay e non si escludono altri innesti di seconda fascia. In soldoni: via due titolari (Osi e Zielu), dentro tra i 5 e i 6 di cui tre con noi da un mese (Spina, Buongiorno e Marin) e tre che manco hanno ancora firmato (Neres, Lukaku e McTominay), il tutto con un allenatore nuovo con schemi MAI visti prima. La domanda sorge spontanea: ma che cazz’ jate truvann a ‘o 18 e Aust’?
CASUALE: sì, casuale. La sparo grossa: la sconfitta di Verona è stata del tutto casuale. Nonostante quanto appena elencato, il Napoli che si è visto nel primo tempo, per puro caso non ha chiuso con un paio di gol di vantaggio. Superiore in ogni angolo del campo eccetto che per il povero JJ. Perfino il vituperato e a breve silurato Mazzocchi non ha fatto proprio del tutto pena. Gli altri sembravano in controllo della partita fino alla morte di Kvara. E’ stato incredibile come l’uscita del georgiano abbia istantaneamente trasformato dieci calciatori in dieci molle di mutanda sguallariata.
EMOTIVITA’: e veniamo alla chiave di tutto. Dicevamo della morte calcistica del nostro sterile fuoriclasse. L’uomo che si lancia in 100 dribbling a partita con, attualmente, la percentuale di colpi a segno di un novantenne che ha finito il viagra, ma che resta l’unico capace di trovare gesti atletici tali da ridestare tutti dal torpore. Essendo fuoriclasse, queste percentuali prima o poi cresceranno e non è escluso che torneranno ai livelli dell’anno di grazia. Basterebbe solamente che un altro paio dei nostri si rimettessero in moto per innescare il circolo virtuoso. Il problema dei nostri calciatori, soprattutto quelli con almeno un paio di stagioni alle spalle, è l’assoluta incapacità sopraggiunta negli ultimi tempi, di reagire alle avversità. Prendete a caso una immagine di uno dei nostri calciatori nelle rare occasioni in cui si sono trovati ad andare sotto nell’anno della vittoria (ma anche in molti degli anni precedenti) e confrontatela con la faccia dei nostri dopo aver subito un gol oggi (o lo scorso anno). Non è necessario essere un luminare di Psicofisiologia delle Emozioni per rendersi conto che prima avevano la bava alla bocca in attesa di scorticare le membra degli avversari con disumana concupiscenza mentre ora sembrano Bambi davanti a mamma cerva che esala l’ultimo anelito di vita. Il problema grosso che si è notato alla prima partita e forse anche prima della prima partita, è che chi dovrebbe pompargli la bava verso le fauci a botta di calci nel culo e positività, oggi sembra più spompato di un canotto abbandonato sugli scogli di Margellina