papaya, frutto tropicale

La papaya fermentata come metodo anti-età,
ha effetti antiossidanti, rafforza le difese immunitarie e dà energia.

La fama della papaya fermentata, uno degli integratori anti-età più studiati e più venduti in farmacia è sicuramente legata al premio nobel 2008 Luc Montaigner. Il virologo francese, principalmente noto per aver scoperto insieme al collega americano Robert Gallo, il virus dell’Hiv, sin dagli anni 80, infatti, a seguito di diversi studi, iniziò a prescriverla ai malati di Aids per le sue proprietà immunostimolanti. Nel 2002 ne fece dono anche all’allora pontefice Giovanni Paolo II, malato di Parkinson.

Il processo

L’integratore nutrizionale si ricava dal frutto tropicale noto come papaya. La pianta appartiene alla famiglia delle Caricacee, detta anche degli alberi dei meloni. La si può trovare in Messico, in America Centrale e più in generale nei Paesi tropicali dove c’è caldo umido. La polpa ricavata viene sottoposta al processo di fermentazione microbica all’interno di speciali vasche per dieci mesi, per permettere ai suoi enzimi di produrre il betaglucano. Viene quindi infine polverizzata e confezionata nelle bustine monodose acquistabili in farmacia.

Il potere antiossidante

Il suo potere antiossidante le permette di combattere efficacemente l’azione dei radicali liberi, contrastando quindi l’inflammation e l’ageing, responsabili dell’invecchiamento di cellule e tessuti. I suoi enzimi preteolitici e il betaglucano riuscirebbero a liberare dalle tossine la matrice extracellulare. Spesso infatti le infiammazioni, anche asintomatiche, dovute a cattiva alimentazione, abuso di alcolici, di farmaci, inquinamento, metterebbero in atto meccanismi in grado di intossicare le cellule e produrre malattie neurodegenerative e tumori.

Una cura per l’Alzheimer

Non solo, secondo quanto emerso da uno studio del 2015, pubblicato sulla rivista scientifica Mediators of Inflammation e condotto dal Dipartimento di geriatria dell’Università di Palermo, la papaya fermentata sarebbe in grado anche di svolgere un’efficace azione di contrasto contro la malattia di Alzheimer, riducendo sia l’infiammazione che lo stress ossidativo che danneggia i neuroni. Il test è stato condotto su un campione di 40 malati ai quali è stata somministrata per nove mesi la papaia fermentata. A fine cura i ricercatori hanno potuto constatare nei pazienti trattati una significativa riduzione della Pcr e delle citochine pro-infiammatorie.
Le sue proprietà si dimostrano però utili anche nel caso di periodi di grande stanchezza e nei cambi di stagione. Essa agisce come un potente tonico in grado di aumentare le naturali difese dell’organismo e ricaricare l’energia. Non solo, sarebbe anche in grado di svolgere un’azione di disintossicazione e di eliminazione dei liquidi in eccesso.

Il trattamento

Per ottenerne maggiori benefici sono consigliati cicli di assunzione di circa 2 o 3 mesi, con dosaggio variabile dai 3 ai 9 g a seconda che l’utilizzo sia a scopo preventivo, di contrasto a infezioni virali o di azione protettiva nei confronti di malattie neurodegenerative come il Parkinson e l’Alzheimer. Sebbene la sua assunzione non presenti grandi effetti collaterali, le indicazioni del medico curante saranno comunque fondamentali individuare il dosaggio adatto e scongiurare possibili rischi e controindicazioni derivanti dalla concomitante assunzione con altri farmaci o integratori.

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