Consulti medici online. Attraverso il portale www.idubbidelpaziente.it ci si può rivolgere a uno specialista per un confronto gratuito “faccia a faccia” attraverso lo schermo del personal computer o del telefonino. Un servizio di medicina sociale nato dalla constatazione che, da quando è scoppiata la pandemia, molti ammalati cronici, con patologie anche gravi, si tengono lontani dagli ospedali, sia per timori connessi alle notizie di contagi sia perché con le misure antiCovid l’accesso alla sanità pubblica è diventato più problematico.
Se n’è parlato venerdì scorso durante il primo webinar “A tu per tu con l’amico del Cuore” di quattro appuntamenti che si terranno ogni due settimane su Zoom: il prossimo, venerdì 22 alle ore 17 (per connettersi bisogna dare il codice Zoom 96915233497 cuoresano). Relatore Valentino Ducceschi del reparto di Cardiologia Elettrofisiologia Cardiostimolazione dell’ospedale dei Pellegrini, che, con il cardiologo Francesco Natale del Monaldi, è tra i promotori dell’iniziativa, patrocinata dalla storica Associazione Ventitré presieduta da Elvia Raia (Federcentri Campania). Il dibattito è stato moderato dal giornalista Carmine Urciuoli, esperto di informatica e tra i volontari dell’associazione.
Il servizio di videoconsulti tramite il sito idubbidelpaziente.it è partito, mesi fa, dalle patologie cardiovascolari, per poi estendersi ad altre branche della medicina ed è attualmente in fase di potenziamento. Consulti brevi, per esporre appunto un dubbio, magari sottoponendo all’attenzione dello specialista le analisi, i referti, radiografie o altri esami diagnostici in formato digitale. E’ possibile anche fare domande sulle procedure (se si ha diritto ad esenzioni, come accedere a determinate cure). Possibili anche consulenze di tipo psicologico. Per accedere all’incontro con uno degli specialisti, basta prenotare un appuntamento online, dando il proprio nome, che servirà come traccia per riconnettersi. La conferma della data e dell’ora arriverà via email o sms (assicurato il rispetto della privacy).
Vite sospese per paura del contagio, ma sembra che la clausura forzata produca stress più del lavoro e altri impegni di una vita “normale”. E’ quanto risulta da uno studio su “L’impatto degli effetti del lockdown sulle aritmie cardiache in pazienti con impianti cardiaci” coordinato proprio dal professor Ducceschi, aritmologo di fama, uno studio realizzato attraverso il monitoraggio di oltre 500 pazienti con defibrillatore o con pace maker, confrontando i risultati dei due mesi del lockdown con quelli dei dieci mesi antecedenti (ciò attraverso delle “centraline” consegnate a pazienti impiantati e che trasmettono tutti i giorni i dati del cuore). L’incidenza delle aritmie ventricolari è stata del 4,5% nel periodo di chiusura forzata per il Covid 19 rispetto all’1,2% dei mesi precedenti così come, in quei due mesi, la fibrillazione atriale ha avuto una incidenza del 7% rispetto al 2,4% della fase precedente al lockdown .
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