Nuovo capitolo della querelle Tarro-Burioni. In una lunga intervista concessa ad Ugo Clemente su “Cronache di Caserta” il virologo napoletano attacca, o meglio contrattacca il collega milanese. Ma conferma anche alcune sue teorie che, stando ai fatti e ai numeri, sembrano proprio che per il momento siano fondate. I fatti gli stanno dando ragione.
A cominciare dal numero dei contagi in diminuzione, con l’avvento del bel tempo, proprio come aveva previsto: “Era ora – afferma con una punta di orgoglio – E questi numeri hanno maggiore significato, considerando che sono aumentati i numeri dei tamponi”.
Poi ribadisce i concetti che ha sempre espresso: “Il comportamento del Covid è quello comune a tutti i virus influenzali. L’epidemia colpisce buona parte della popolazione, poi si sviluppano gli anticorpi e le persone diventano immuni. Anche i pochi non contagiati sono protetti dal fatto che il virus non circola più”.
Tarro non è assolutamente d’accordo con le ultime decisioni adottate da Conte sulla fase 2: “Io cerco di vedere cosa fanno gli altri, i Paesi anglosassoni o addirittura scandinavi. In Danimarca sono tornati a scuola, altrove fanno già una vita regolare e non ci sono tutti questi problemi. La ricetta israeliana è quella di isolare gli anziani e chi ha altre malattie e far circolare il virus tra i più giovani”.
Poi nell’intervista Tarro replica duramente a quanti hanno messo in discussione la sua professionalità e i suoi titoli e conferma di aver dato mandato all’avvocato Taormina per sporgere querele.
Sulla terapia per curare quanti invece hanno già subito il contagio non ha dubbi: “Suggerisco la sieroterapia, l’uso degli anticorpi dei guariti. Non ci sarebbe bisogno nemmeno del vaccino”.
E per chiudere la stoccata al suo avversario Burioni: “Per quanto mi riguarda non c’è contrapposizione tra me e lui. Anche perché non è nessuno. Può fare l’allergologo, non il virologo”.