Nuovo colpo per de Magistris: dopo la sospensione dell’ordinanza sindacale sugli orari di apertura dei locali della movida e sulla somministrazione degli alcolici, in favore di quella regionale, il Tar boccia anche l’ordinanza per i tavoli in più per bar e ristoranti. Il sindaco di Napoli lo scorso 4 giugno aveva emanato il provvedimento per concedere gratuitamente nuovi spazi ai titolari dei locali fino al 31 ottobre. Il Tar ha però accolto il ricorso presentato dal Comitato Chiaia Viva e vivibile, rappresentato dall’avvocato Luca Tozzi contro il Comune di Napoli poiché non sussistevano motivazioni di urgenza per giustificare l’ordinanza sindacale, né per la decisione del sindaco di sorpassare il Consiglio comunale.
“Non sembra ravvisabile alcuna ragione di urgenza qualificata nell’immediata esecutività del detto atto sindacale – si legge nel decreto di sospensione a firma del presidente dalla quinta sezione del tribunale amministrativo, Maria Abbruzzese -. Tale non essendo neppure il riferimento alla mancata discussione del punto relativo alle misure in questione nella seduta consiliare del 3 giugno 2020, che, nel mentre conferma la necessità dell’ineludibile passaggio consiliare, a tutela del controllo democratico dell’esercizio dei poteri regolamentari, non giustifica affatto, l’immediata operatività della contestata disciplina derogatoria e acceleratoria, in un quadro che tuttora richiede il penetrante controllo pubblico anche delle attività economiche in ragione del persistente stato di emergenza sanitaria”.
Il provvedimento, infatti, nasceva come delibera di giunta da discutere e votare nel corso dell’ultimo Consiglio comunale, poiché richiedeva la modifica del regolamento comunale cosiddetto Dehors sulle attività commerciali. Il Consiglio era poi saltato per il mancato raggiungimento del numero legale, dato che il sindaco non ha più una maggioranza. De Magistris ha pertanto deciso Motivo di mutare la natura del provvedimento da delibera in ordinanza “per dare respiro agli operatori commerciali – aveva spiegato il sindaco – duramente colpiti dall’emergenza Covid-19 e che non possono più aspettare”.
Il Tar ha contestato anche la carenza di “verifica effettiva, nelle molte e diversificate aree interessate, degli ineludibili profili di tutela di sicurezza pubblica, anche connessi al traffico veicolare, e dei beni storico-artistici e dunque senza alcuna garanzia, allo stato, di controllo dei detti profili, ingenerando il dubbio circa l’esposizione a pericolo di tali beni protetti”, così come le verifiche effettuate da un punto di vista tecnico.
La discussione della sospensione in camera di consiglio è stata fissata per il prossimo 7 luglio.